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Napoli Calcio a 5, l’ultimatum di Ciro Veneruso: “Vogliamo risposte concrete sulla struttura. Sono 8 anni di serie A, ci devono rispettare”

ciro veneruso [1]E’ un Napoli calcio a 5 deluso e amareggiato per i tanti punti interrogativi con i quali ci si avvicina alla prossima stagione. Una semifinale scudetto giocata a Scafati, organizzata in una settimana per l’impossibilità di trovare impianti adeguati secondo le norme vigenti e per il blocco forzato a tante altre strutture per i lavori in vista delle Universiadi. Quasi un piccolo miracolo provare a portare 800 persone nella prima gara e poi, nella seconda semifinale, di domenica mattina alle 12 praticamente senza tifosi. Risposte istituzionali che tardano ad arrivare, un club costretto ad emigrare nella seconda parte del campionato a Villaricca con dispendio di costi e gestione degli allenamenti proibitiva per la prima squadra e praticamente impossibile per il settore giovanile, cosa che sarebbe purtroppo in questo momento una certezza anche per il 2018-19. Metà giugno in cui tra carte bollate, promesse istituzionali, assegnazioni di impianti che hanno bisogno di mille passaggi burocratici, una delle realtà più longeve dello sport campano in serie A (8 campionati di fila) deve fare i conti sempre con ostacoli maggiori. Per correttezza, il patron Ciro Veneruso ha voluto aspettare l’ultimo atto con il tricolore assegnato a Pesaro per dare il suo ultimatum: “Prima di tutto faccio i complimenti al club di Pizza per la vittoria e all’Acqua&Sapone per lo spettacolo offerto in queste 5 finali. Probabilmente in molti non si rendono conto che noi amiamo in maniera smisurata questo sport al quale abbiamo dedicato tempo e sacrifici economici in tutti questi anni. Siamo imprenditori con “la malattia” del futsal, ma ci possiamo anche svegliare una mattina e decidere di fermarci. Se da un lato la crescita del calcio a 5 a livello mediatico è stata esponenziale, dall’altro purtroppo lottiamo nella nostra realtà territoriale contro l’indifferenza totale verso chi come noi dà lustro alla città di Napoli con un club del quale si dovrebbe parlare con orgoglio, oltre il calcio che la fa da padrone. Abbiamo assistito a fallimenti di tante società, noi siamo qua, invece, in piedi ogni anno, ma ci troviamo solo porte sbattute in faccia. E su un campo non ci possiamo entrare, sull’altro bisogna trovare soluzioni enigmatiche e nessuno ha capito la potenzialità di questo sport. Avremmo potuto creare un polo di attrazione a Fuorigrotta al Palabarbuto, diventando il secondo sport della città, lavorando con intelligenza, coinvolgendo una fetta di pubblico importantissima. Il calcio a 5 resta lo sport più praticato in assoluto ed invece non c’è alcun appoggio istituzionale, negli anni ci hanno dato sempre una considerazione marginale. Poi, se ci scocciamo e lasciamo, avranno visto morire un’altra realtà meravigliosa di questa città”. E Veneruso è chiaro sull’immediato futuro: “Non si può programmare una stagione con un punto interrogativo così importante come la struttura dove svolgere tutte le proprie attività ed io ho il dovere di essere chiaro verso chi sta facendo e vuole continuare a fare un percorso con me. Per questa ragione mi vedrò con i miei dirigenti in questi giorni e vogliamo risposte concrete entro la fine della prossima settimana. Dopo faremo tutte la valutazioni del caso, il Napoli calcio a 5 vuole essere rispettato”.