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Antonio Rinaldi fa il corriere anche per ospedali e farmacie. Il silenzio delle strade, la paura negli occhi della gente e l’abbraccio telefonico con i genitori

 

Antonio Rinaldi sul furgoncino durante il suo lavoro di questi giorni [1]

Antonio Rinaldi sul furgoncino durante il suo lavoro di questi giorni

Antonio Rinaldi per passione e divertimento fa il portiere di calcio a 5, nella Trilem Casavatore. Nella vita di tutti i giorni è corriere per la Fercam. Sono giorni difficili per tanti, anche per chi, nella gioia di poter lavorare, vive la paura del contatto e del contagio. Ma si esce, ogni mattina, in una città quasi spettrale per il silenzio, per l’assenza di tutti quei suoni che accompagnano il nostro quotidiano. “Sono pronto alle 6.30, vado in ditta e attendo il foglio delle consegne”, racconta Antonio. “Fino a qualche giorno fa andavamo ovunque, avevamo l’ordine di portare la merce a tutti, pur consapevoli che sarebbe rimasta in giacenza perché tanti hanno abbassato le saracinesche. Ora usciamo quasi sempre su appuntamento”.

Il viaggio tra le strade della città, pochi rumori di clacson, la meta facilmente raggiungibile, in altri tempi rappresenterebbero quasi felicità, ora è tutt’altro. “Mette angoscia muoversi, guidare in un deserto dove gli occhi della gente ti scansano, ma lo comprendo. E’ un clima surreale. Ci sono ditte che ci chiedono di consegnare all’esterno, qualcuno che quasi si scusa offrendoci un caffè insieme quando tutto sarà finito. Ma qua c’è poco da scusarsi, li capisco, si vede la paura”. Un lavoro che porta il camioncino ogni giorno anche in ospedali e farmacie: “Sì, non ci possiamo mai fermare, siamo attrezzati per fortuna con guanti e mascherine, ma anche quando andiamo al Monaldi, ad esempio, la nostra zona di scarico è distante, quindi vediamo poco quello che si vive nell’Ospedale. Avverti solo una sensazione indefinibile di vuoto dentro”. E Antonio ha un pensiero per la sua compagna e per la sua famiglia: “Ci rivediamo pomeriggio-sera a casa, anche lei è aperta, ha un negozio di casalinghi che rientra nei beni di prima necessità, non è facile nemmeno per lei. Ho i miei genitori anziani, vorrei passarli a trovare, ma evito, ci facciamo una telefonata. Passerà, ora chi può deve restare a casa, deve rispettare quest’obbligo. Dobbiamo essere tutti forti e poi ci rivediamo presto sui campi”.