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La storia. Sellini, l’addio al futsal e una nuova vita in Ecuador: “Crescerò qua la mia famiglia e magari un giorno una porta la trovo ancora…”

sellini [1]Dario Sellini, 34 anni compiuti ieri ed una festa a sorpresa nella sua nuova dimora. In Ecuador. Si, perché a volte bisogna fare delle scelte importanti, decise, pensare che tutto può avere luogo anche altrove, in una terra che hai conosciuto grazie alla persona che ami. E così, via i guanti, un saluto agli amici e inizia un altro viaggio.  “La famosa crisi che ha colpito tutti ci ha fatto pensare di provare questa esperienza. Alla fine abbiamo scelto proprio l’ECUADOR paese di mia moglie, precisamente Milagro, provincia del Guayas”.
Inizia così il racconto di un ragazzo che ha speso anni di passione per il calcio a 5 e ora è pronto per scalare un altro gradino della vita. “Ho aperto un locale, un cybergames con postazioni internet e postazioni playstation, xbox. Diciamo che qui la burocrazia non è così complicata, riesco a vendere quello che voglio. Le città sono molto incasinate, l’Ecuador è un paese in crescita ma vive ancora lontana dagli standard europei. Poco stress e poca tecnologia”. Un futuro che appare già delineato con progetti importanti in cantiere: “Mi sto ambientando, cominciando da questa attivita’,  sperando di crescere. Il mio obiettivo e’ avere una casa vicino al mare e, considerando che qui siamo all’equatore, il mare lo godi tutto l’anno”.
Ha giocato a Caserta, Intesa Salerno, Casagiove, Marcianise, Domus Bresso, Pcg Bresso, Saints Pagnano, Atletico Silvi, Campania, Lombardia, Abruzzo, quella voglia matta di un mini rettangolo di gioco a difendere la porta, ma ora è forse arrivato il momento di lasciare.
“Arriva un giorno, nella vita di un calciatore o meglio calcettista, in cui ti accorgi che è giunto il momento di appendere le scarpe al chiodo. Per me, questo momento è appena arrivato.Non stiamo certo parlando degli addii al calcio i grandi giocatori, ma solo della piccola carriera di un ragazzo normale che voleva fare tanti ruoli ma che invece è finito a fare il portiere. Un ruolo che pensavo che mi avrebbe portato a giocare almeno fino ad una cinquantina di anni, ma che invece mi  costringe a smettere a 34 anni per eventi maggiori, per tutto quello di più importante c’e’ nella vita. In realtà, la mia carriera era già finita a novembre, ma chiudendosi ora la stagione termina l’ultimo contratto. Ovviamente di giocare ancora mi va, ma in maniera ridotta e meno impegnativa…a partitell tra amici diciamo”. E fioccano i ricordi dei bei tempi: “Anni passati in giro per l’Italia da nord a sud (purtroppo l’unica regione è la Toscana dove non ho mai giocato), terzino, ala, mediano, centrocampista fino a provare per gioco, in estate, in una porta di calcio a 5. Ed è in questo ruolo che forse che ho dato il meglio di me, tra due pali e una traversa, il tutto a breve distanza dal mio corpo. E se è vero che, dopo una certa età, non si è bravi a parare, ma a farsi buttare la palla addosso, sapeste quanto mi sono divertito ad essere colpito da una palla!Ma per quanto divertente, anche a questo bisognava mettere fine, che è arrivata solo a causa del mio trasferimento in Ecuador, dove, già lo sapevo, non avrei più giocato agli stessi livelli e con gli stessi tempi di una volta. Cosicché è arrivato anche il momento di mettercelo, il chiodino, in quel buco al muro”.
sellini 2 [2]Ma il calcio o calcio a 5 non si può abbandondare del tutto, se lo hai nel dna: “Il calcio qua non si vive in maniera esasperata come in Italia o altri paesi sudamericani, si segue poco. Si gioca molto in strada con amici (futbol callejero) con regole diverse e una palla grande come quella di pallamano senza alcun rimbalzo. Pero’ da poco ho saputo che esiste il futsal concentrato su poche persone. Chissà magari faccio l’istruttore o se qualcuno mi mette in porta…”