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C1 maschile e femminile. Verso la ripartenza, i nodi al pettine per i club: tempi, costi e modalità, ecco tutte i punti

2021-03-06 [1]In tempi di Festival una nota positiva in un miscuglio di stonature. Altro che stonature poi, argini maledetti posti dal Coronavirus alla nostra quotidianità ed a quella del futsal. Una ventata di aria fresca all’appiattimento della normalità cui siamo stati sottoposti: la governance del responsabile del calcio a 5 campano Vincenzo Boccarusso aveva fortemente spinto per il riconoscimento dell’interesse nazionale della C1 maschile e della C femminile, cioè della constatazione del diretto collegamento di queste competizioni con il palcoscenico superiore, che ieri è stato reso effettivo dal Consiglio Federale della FIGC.

Ora la patata bollente passa alla LND, che si confronterà con i vari comitati ed il 10 marzo fornirà le indicazioni sui format cui il massimo organo della nostra disciplina dovrà attenersi. Chiaro a questo punto che le categorie ancora inferiori si daranno appuntamento all’anno venturo. Intanto, in virtù delle tante problematiche che attanagliano la questione, dal Friuli Venezia Giulia hanno già fatto pervenire l’intenzione di fermarsi (lo riporta calcioa5anteprima, QUI [2]).

I nodi al pettine risultano essere i tempi, i costi e le modalità di prosecuzione. Innanzitutto con partenza quasi formalmente obbligatoria per il 27 marzo resterebbero, senza turni infrasettimanali, 12 sabato fino al 30 giugno (termine canonico per la fine della stagione) o 14 in caso di proroga fino al 10 luglio.

Dovrebbero sussistere ristori alle società per i tamponi, la qual cosa sarebbe manna dal cielo per le casse delle stesse. Addirittura ieri nel live sulla nostra pagina Facebook del direttore Fabio Morra insieme a Francesco Marino (dt Cus Napoli), Matteo Viviano (dg Napoli Barrese), Michele Viglione (dg Futsal Koine) e Peppe Pezzella (factotum Trilem Casavatore), proprio il bomber classe ’73 ha preso posizione: “In questo momento lo sport come aggregazione sociale e recupero di vitalità è fondamentale e anche nell’eventualità in cui ognuno dei calcettisti pagasse cinque euro per giocare (costo da protocollo del tampone, ndr) autotassandosi credo non vi rinuncerebbe assolutamente”.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche gli altri esponenti intervenuti, d’accordo per la ripresa in qualsiasi maniera avvenga: solamente da confermare il blocco delle retrocessioni e la conservazione del titolo sportivo ove mai si rinunciasse, ipotesi ulteriori la divisione in due gironi (quattro per la femminile) per ridurre i non già ingenti spostamenti.

Viglione, insieme a Viviano, ha sottolineato che con molte indisponibilità a rigiocare sia inutile ripartire e saggio ritrovarsi a settembre e su questa base ovviamente vanno ricostruite le manifestazioni (Il Coast potrebbe non esserci nel maschile, nel femminile assenti Dinamo Sorrento, Tramonti e tanti restano in dubbio). Oltretutto, come avanzato da Marino, sarebbe ulteriore aggravio per i club l’indisponibilità delle proprie strutture dato che alcune sono ormai centri per le vaccinazioni (il PalaConi del Cus Avellino e il San Costanzo per la Caprese). Per questo sarebbe anche stata proposta l’erba sintetica o l’utilizzo dello stesso campo per alcuni: utopica, quasi provocatoria, ma forse nemmeno tanto, una soluzione in stile Salsomaggiore Terme.

QUI  [3]per la rivedere la diretta