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L’equilibrio tra la sottile differenza di essere parlanti o accomodanti

[1]Tutti i convegni giornalistici sono un successo a prescindere dai numeri perchè non è importante la risposta quantitativa ma il messaggio che viene dato all’esterno. C’è chi lo coglie e chi no,  c’è chi lo vuole servito a tavolino, chi giudica senza conoscere, chi non riesce poi a metterci la faccia, chi ci riesce, chi vuole sapere, chi vuole restare nell’oblio dei suoi dubbi perchè ha più forza nel protestare. Noi siamo per la chiarezza, senza voler giudicare nessuno e rispettando qualsivoglia decisione di chi vuole essere parte integrante e partecipativa di un’inziativa e di chi magari sta più comodo, aspettando che glielo spieghiamo noi. Ma è anche il nostro ruolo e lo facciamo per lavoro, con passione e il sorriso sulle labbra consapevoli che un servizio reso al futsal campano, per noi che ne siamo, crediamo, l’espressione maggiore in termini di visibiltà, è sempre qualcosa di estremamente positivo.
La giornata inclemente di domenica mattina ha fermato molti addetti ai lavori, è vero, ed è certo che una data ed una soluzione che fa comodo a tutti in termini di distanze e giorni è sempre impossibile trovarla. Ed è legittimo che la domenica, in molti che “tradiscono” la famiglia per il calcio a 5 durante la settimana, non sia un giorno da poter dedicare al calcio a 5. Ma un convegno del genere si fa una volta all’anno, magari due e cogliere l’occasione per esporre le proprie ragioni rispetto a chi è un bersaglio continuo, oggetto costante di critiche come la classe arbitrale, rappresenta un modo intelligente per accorciare le distanze verso chi è appunto considerato dai club poco all’altezza, soprattutto se i loro massimi rappresentanti ci mettono la faccia e vengono a rispondere a tutte le questioni sul banco degli imputati.
Occasioni da non perdere la prossima volta, perchè nessuno è perfetto e per correggere gli errori bisogna metterli in pubblica piazza, spiegarne le ragioni reciproche e capire dove esattamente sta lo sbaglio e se c’è; per fugare quei dubbi che invece, a torto o a ragione, scatenano le ire settimanali della stragrande maggioranza degli addetti ai lavori. I designatori arbitrali campani Marcello Toscano e Giovanni Belcuore, con l’ex designatore Mario Rossi, hanno dialogato con la tranquillità di chi sa che ammettere i propri sbagli non è un reato, con la forza di far capire a tutti che non ci sono complotti orditi a tavolino, ma solo responsabiltà oggettive dovute ad un processo di crescita dove si sta cercando di formare una nuova classe arbirale e dove è evidente che l’errore, non quello tecnico, può far parte del gioco.
Fondamentale e schietto anche l’intervento di Nino Scarfato, presidente dell’Aiac, in merito alla questione tesseramento allenatori. Con Ninì Conte ha ribadito perchè è necessario farlo e siamo curiosi di capire quante persone si sono spesso lamentate e hanno chiesto delucidazioni e poi non sono venute. Il tempo inclemente ha fatto molti danni, ripetiamo però che i processi di crescita di un movimento si fanno solo con la collaborazione tra le parti e noi siamo e saremo sempre a disposizione di tutti per rappresentare le diverse voci di dissenso, critica, propositive e costruttive. Dalla parte dei club, perchè rappresentiamo una grande fetta dei club campani e questo non ce lo scordiamo, ma dalle parte degli arbitri quando siamo sicuri di avere il privilegio di un rapporto di stima reciproca nella direzione comune di un miglioramento collettivo; dalla parte dell’Aiac che deve costantemente monitare il rispetto delle regole nel suo settore.
E siamo dalla parte del Comitato Regionale Campano che ha un compito importantissimo nello sviluppo del futsal e siamo convinti che il presidente Salvatore Colonna e il segretario Vincenzo Pastore si muovano sempre per migliorare qualitativamente tutto il movimento.
E siamo dalla parte del responsabile del calcio a 5 campano Antonio Astarita, che deve farsi in “cinque” tutta la settimana per essere disponibile con tutti.  Peccato che non ci abbia confermato nè fatto sapere il motivo della sua assenza. Noi forse abbiamo un sospetto, ma francamente delle beghe di palazzo, della politica istituzionale non ce ne importa una “beata minchia” come direbbe il buon Cetto La Qualunque di Albanese. Abbiamo la fortuna di essere giornalisti parlanti e non accomodanti, riteniamo di essere professionisti, non protagonisti per forza, e sappiamo che anche in questo ci vuole equilibrio, ma crediamo soprattutto che ci vuole rispetto se si vuole essere rispettati.