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Il responsabile del calcio a 5 Antonio Sarnelli risponde a Pino Falcone

sarnelli1 [1]Ringrazio il signor Falcone, che non ho ancora avuto il piacere di conoscere, ma col quale, mi sembra, abbiamo avuto un proficuo scambio di idee telefonicamente. Preciso subito di non essere il presidente del calcio a 5 campano, ma semplicemente il responsabile nominato in regime straordinario, da un commissario straordinario, che ha assegnato tale carica straordinaria, per eventi straordinari del Comitato Campano. Normalmente, la carica di responsabile di calcio a 5 regionale, è una carica elettiva, determinata, esclusivamente dal voto delle società di calcio a 5 affiliate al Comitato, come credo, sia effettivamente avvenuto negli ultimi anni. Nella lettera del signor Falcone, che ringrazio per i toni, l’educazione ed il rispetto usati, patrimonio, invero, non di tutti, nell’esporre temi delicati e importanti, condivido molte parti. Il sottoscritto sicuramente non rappresenta il nuovo che avanza, ne sono ben consapevole, essendo un tenace assertore e da tempi non sospetti, della “superiorità” dei giovani, sicuramente migliori per entusiasmo, forze e preparazione. Una filosofia non solo teorica ma messa in pratica visto che precisamente per tali motivi ho abbandonato la carica di team manager della Nazionale. Sono stato contattato più volte per ricoprire l’attuale incarico, ho sempre rifiutato con cortesia ma con fermezza. Difronte, però, a ripetute ed accorati inviti di amici fraterni del calcio a 5, di persone di cui ho grande stima, di importanti cariche istituzionali, alla fine ho deciso di accettare. Una debolezza che probabilmente pagherò a caro prezzo. Io non sto mettendo in gioco solo il mio presente, ma anche il mio passato. Tanti anni di “servizio” in Federazione, tanti anni di servizio per il calcio a 5 campano e nazionale, fatti di sacrifici personali e familiari, fatti di impegno assoluto, fatti di risultati (scusi l’immodestia), giudicabili dai numeri e non dalle parole. Ben sapendo che il ricordo è sempre superiore ai meriti effettivi. L’albagia di sedermi su qualche “poltrona”? Mi perdoni la presunzione, ma sono stato seduto su poltrone più titolate e altre ancor più prestigiose avrei potuto avere se solo l’avessi voluto. Cercare di plasmare possibili sostituti? E’ quello che stavo facendo nella mia precedente esperienza al Comitato e che non mi hanno consentito di completare. Forse adesso mi sembra più difficile, atteso il poco tempo che dovrò rimanere al Comitato, visto che appena ci saranno le elezioni per il rinnovo della cariche, il sottoscritto non si candiderà e questo posso sottoscriverglielo già da subito. Nelle mie intenzioni dovevo essere e sarò solo un traghettatore, un anno per cercare di rimettere in moto il calcio a 5 campano che, le assicuro, ho trovato in condizioni molto, ma molto, più disastrose di quanto pensassi. La prima regola a cui attenersi è stata e continuerà ad essere la certezza del diritto: regole uguali per tutti, anche se tratta di regole vecchie, ereditate da altre gestioni, e che non condivido, ma le regole si fissano prima e non si modificano mai in corso. Poi nuovi rapporti, tra le varie componenti, federali, arbitrali, istituzionali e, soprattutto tra le società stesse che, come si evince facilmente anche dalla sua missiva, sono altamente compromesse.
La conoscenza del ruolo, dei diritti e dei doveri, del lavoro svolto da ogni componente per chi riesce ad apprezzarne il valore, il rispetto per tutto e per tutti. Qualcuno ha idea o ha il tempo per permettersi qualche minuto di riflettere, sulla quantità e sulla qualità del lavoro da fare? Questo primo mese è stato dedicato al campionato di serie C1 ed alle iscrizioni in C2. Qualche risultato lo abbiamo ottenuto, il tempo effettivo ed il cronometrista in C1, la puntualità nei tempi d’iscrizione senza rinvii e proroghe, la coppa Italia riformata, gli incontri con le società. Adesso, dopo la breve pausa estiva bisognerà ripartire gestendo quello già messo in cantiere: la coppa e il campionato di C1 contemporaneamente, negli stessi tempi e spazi, si dovrà provvedere alla composizione dei gironi di C2 con le inevitabili polemiche di chi si sentirà penalizzato dovendo affrontare una trasferta più lunga di qualche altro, senza considerare il campionato di c2 che è regionale e non provinciale. Questa non solo ordinaria amministrazione, comunque, va gestita e bene. Come e cosa fare per rilanciare il femminile ed il settore giovanile? I tempi sono strettissimi e miracoli non se ne fanno, io almeno non sono in grado. Ho chiesto, e lei me ne sarà buon testimone, la massima collaborazione a tutti, allo stato ho avuto solo sporadiche ed incomplete risposte. Enunciazioni generiche tante, ma proposte concrete quasi nessuna. Cercherò, compatibilmente con i tempi, di gettare le basi per un lavoro che, nelle prossime annate, possa dare i frutti che le società auspicano ed attendono. Quello sul quale potrò agire più incisivamente, almeno spero, solo le inefficienze da lei lamentate. La valenza dei risultati dipenderà molto dal tipo di supporto garantito dalle società. Credo di aver fornito qualche elemento per valutare la quantità di lavoro da svolgere contemporaneamente in più settori, in tempi brevi e purtroppo sovrapposti. La ringrazio della lettera, e del tempo che vorrà dedicare alla lettura di questa mia che non vuol essere assolutamente polemica, ma se ci sono riuscito, chiarificatrice. Il nucleo centrale, attorno al quale ruota tutto (federazione, comitato, arbitri, delegato), è rappresentato solo ed esclusivamente dalle società. Il collante che può tenerle insieme, cosa assolutamente non riscontrabile in questo momento, è rappresentato solo da obiettivi condivisi e dalla scelta degli uomini che li devono attuare per il rilancio della disciplina. Non sono certamente di riferimento aggregazioni precarie ed occasionali, frutto di polemiche su uomini ed osservazione tese principalmente alla salvaguardia del proprio orticello. Meglio avere un coro omogeneo che canti una sola canzone, che tenori singoli ognuno con la propria romanza. Cordiali saluti.