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Coppa Italia, verso le Final Four: parola ai tecnici

Venezia, Rizzo, Ventimiglia e Lieto in ordine partendo in alto da sinistra [1]

Venezia, Rizzo, Ventimiglia e Lieto in ordine partendo in alto da sinistra

tratto da sportcampania.it
di Paolo Addeo

Il countdown corre veloce verso l’ultimo atto della fase regionale della Coppa Italia 2015/16 di calcio a cinque, a contendersi il trofeo saranno 4 compagini che si scontreranno per la prima volta in una due giorni di grande futsal.CUS Avellino, CUS Caserta, Gladiator Sant’Erasmo e LPG Group Casoria le protagoniste di questa fase finale, abbiamo intervistato i tecnici delle quattro realtà: GerardoLieto del Gladiator Sant’Erasmo, GennaroRizzo della LPG Group Casoria, GennyVenezia del CUS Avellino e Guido Ventimigliadel CUS Caserta. Di seguito i loro pareri verso gli incontri del 22 e 23 dicembre.

Partiamo dalla formula, inedita per la Campania, cosa ne pensi della Final Four?

Lieto: “Finalmente qualcosa di innovativo e soprattutto spettacolare per il movimento. Eravamo forse l’unica regione dove serie C1 e C2 partecipavano ad un’unica competizione, considerando che la vittoria della fase nazionale garantisce un posto in serie B, è stato giusto scindere le due categorie prima e, successivamente, pensare ad una Final Four”.

Rizzo: “Penso che finalmente inizia a muoversi qualcosina, questa iniziativa di dividere la coppa per categorie e trasformare il finale della competizione nella formula Final Four è stata davvero una bellissima idea”.

Venezia: “In passato abbiamo criticato la scelta di far disputare la coppa Italia mista tra le compagini di C1 e C2, con tutte le problematiche relative alla partecipazione nella competizione nazionale. La formula attuale mi piace, tranne per le date scelte. Avrei messo un giorno di riposo tra le semifinali e la finale”.

Ventimiglia: “La formula mi piace molto, così come il fatto che sia aperta solo alle squadre di C1”.

Quali regole cambieresti di questa C1: obbligo palazzetto, tempo effettivo, under?

Lieto: “E’ un discorso ormai affrontato più volte e, onestamente, mi scoccia anche dire sempre le stesse cose… L’obbligo del palazzetto sarebbe un passo in avanti, ma capisco che siamo carenti in termini di strutture, e diventa difficilissimo per una società spostarsi in altri paesi per disputare le gare interne. La regola dell’Under, come detto più volte, a mio avviso non ha fatto altro che peggiorare la crescita. E’ accaduto quanto si vede nel calcio a 11 dilettantistico, dove ragazzini di 17-18 anni erano convinti di essere calciatori già formati mentre venivano soltanto sfruttati, ritrovandosi poi fuori da ogni contesto calcistico. Un giocatore se bravo e pronto, indipendentemente dall’eta’, giocherà sempre e comunque”.

Rizzo: “Sinceramente sarò ripetitivo ma cambierei tutte tre le cose, conscio che ci sono dei problemi di strutture, ma questo sport si gioca al coperto e con il tempo effettivo. Per quanto riguarda la regola degli under indicherei l’obbligo di avere in rosa 2/3 elementi ma solo under 21”.

Venezia: “La regola dell’under, può essere accettata così com’è strutturata. Sarebbe piacevole disputare le gare su campi di gioco coperti e non dalle dimensioni ridotte. Allo stesso tempo non possiamo obbligare società/comuni ad avere strutture con queste caratteristiche. D’accordo sul tempo effettivo, anche se inserire il “terzo uomo” inciderebbe ulteriormente sulle casse arbitrali che già da quest’anno, per questioni di budget, hanno ridotto le distanze geografiche per le designazioni”.

Ventimiglia: “Sono anni che dico che il doppio arbitro non serve; sono pochi gli arbitri bravi e spesso vengono abbinati a colleghi non all’altezza, che creano solo problemi. Molto meglio, secondo me, un arbitro più un cronometrista, che permetterebbe di conseguenza il tempo effettivo. Per quanto riguarda la regola Under così com’è diviene inutile: diviene esclusivamente una possibilità per i ragazzi di avere un mercato ingiustificato per la loro età”.

Un vero palcoscenico per il movimento regionale, chi potrà essere protagonista escludendo i tuoi?

Lieto: “Una manifestazione da partita secca non ha favoriti, avrà di sicuro più chance chi godrà in quel periodo di un’ottima condizione fisica, senza tralasciare un fattore determinante che è l’esperienza”.

Rizzo: “Penso che, arrivati a questo punto tutte possono essere protagoniste. Sono partite secche, in cui chi avrà più carattere e determinazione, chi gestirà al meglio abilità ed emozioni ne uscirà vincente. Vista la classifica e l’andamento in campionato, il Gladiator Sant’Erasmo per me resta la favorita, ma sarà il campo a dare il verdetto finale”.

Venezia: “Bucciero del Sant’Erasmo sta’ dimostrando che l’anagrafe conta fino ad un certo punto. Può essere ancora decisivo in coppa così come lo è stato e lo sarà in campionato”.

Ventimiglia: “Parlando di giocatori non mi piace guardare in casa d’altri, ma se proprio devo fare un nome dico Della Ragione”.

Non c’è pronostico che tenga, ma dimmi secondo te chi vincerà?

Lieto: “Se riusciremo a recuperare bene tutti gli infortunati, credo che potremmo dire la nostra. Da 5 anni che siedo in panchina ho portato le squadre a 2 finali, una finalina e sempre almeno in semifinale”.

Rizzo: “Spero che alla fine in assoluto vinca la più forte e la più meritevole. Spero e perché no….NOI! Sin dalle prime battute della competizione abbiamo avuto il cammino più duro e ostico, eliminando una corazzata come il Real Ottaviano (che finora non ha perso una partita in campionato e ha pareggiato solo e sempre con noi) e una squadra come il Maddaloni, che in campionato è a braccetto con noi, quindi una squadra forte e di tutto rispetto”.

Venezia: “Come organico, la LPG, doveva essere la principale antagonista dell’Ottaviano per la vittoria del campionato. Un ruolo che al momento sta recitando alla grande il Gladiator Sant’Erasmo. Questa partita, potrebbe essere la potenziale finale. Fermo restando che sia noi, che il Cus Caserta non avendo niente da perdere e ci giocheremo le carte per essere la sorpresa della competizione”.

Ventimiglia: “Credo che LPG abbia qualcosa in più, anche se la speranza di arrivare almeno in finale l’abbiamo anche noi”.

Paolo Addeo