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Che noia il futsal, sempre meglio una partita di carling

[1]“Spero di aver dimostrato al tecnico, quando mi ha chiamato in causa, di essere un buon giocatore di futsal, non calcio a 5, di futsal”. Lo ha detto Emanuele Davascio, classe ’94, crediamo sia stato uno dei più giovani partecipanti alla finale di Coppa Italia tra Sparta Pomigliano e Real S.Erasmo. Ma cosa vuole questo ragazzo? Ma di che sport parla? Una noia mortale, 10 giocatori in campo che a volte si perdono in una ripetuta gestione del possesso palla, facendo dei movimenti stranissimi, sempre a dettare la linea del passaggio o con assist sulla parallela, altri che devono chiudere perennemente gli spazi per evitare imbucate o sorprese individuali. Ma che termini sono! Poi improvvisamente una partita si può accendere con un rigore che solo in questo sport non ha mai uno strumento di condivisione omogeneo da parte di tutti i presenti al campo, criticando sempre questi strani individui che ogni settimana invece di iscriversi ad un bel corso di masochismo, contagiati dalla sindrome del fischietto,  amano sentirsi dire parole affettuose dai partecipanti. E poi c’è il telecronista che rimanda tutto alla moviola, una parte di pubblico lo reclama, un’altra dice che è inesistente. Cose solo da calcio a 5, appunto.

Poi c’è una squadra che accelera,  con  un giocatore che sembra un partecipante ad una sfida di Nuoto ad Ostacoli, bravo a liberarsi dalla marcatura sempre con disinvoltura prima di calciare in porta e trovare il gol del raddoppio. Senza neanche un po’ di emozione.  Soporifero. Neanche fosse una gara di 12 ore su pista del 1896 con atleti che dovevano rimanere in sella dalle 5 del mattino alle 5 del pomeriggio. Tutta da seguire, minuto per minuto se ci fossero state le immagini. Ed invece no, perché in campo si lotta, bisogna alzare il ritmo, la pressione e la passione, perdendo anche  la ragione. Travolgendo tutti gli ostacoli e gli avversari come una spettacolare partita di Kabaddi. Mica il futsal! E così può accadere che, tra placcaggi sbagliati, aumenti il numero dei falli e si conceda ad una squadra la possibilità di andare a calciare un tiro dai 10 metri senza barriera, una della tante regole strane di questo sport, quando mancano 4 minuti al termine e la partita sembra finita. E poi il portiere para e si esalta, passa un minuto e lo stesso calcettista segna un gol che riapre la gara.  Ma gli avversari  insistono nel cercare spiegazioni sul tiro libero con esibizioni pratiche e non teoriche perché c’è tanto pubblico e vuole vedere. E dopo due errori, anche con una diversa sceneggiatura, arriva il gol del pareggio. Tutto questo con uno che si definisce portiere di movimento grazie ad una maglia prestata dagli avversari, solo per fare il protagonista ed un allenatore che, così come aveva fatto in precedenza, entra sul parquet e preso dalla foga adrenalinica, dà il pallone in mano al suo calcettista, come fosse un duello con le pistole, gli intima di calciarlo in un crescere fantastico di immagini da stampare nella memoria e quasi quasi stabilisce il posizionamento esatto di tutti i suoi calcettisti sul parquet neanche fosse una gara di ginnastica con i birilli da bowling (si è vista anche questa…).

Il calcio a 5, anzi no, il futsal, uno sport che rischia di cambiare il dolore in gioia e viceversa nello spazio di 5 minuti, ma anche due, ma anche 10 secondi. Che noia! Pure due tempi supplementari. Al secondo, un tizio, buffissimo, segna, si toglie la maglia, esulta convinto che la gara fosse finita ed invece, dall’altra parte,  sempre quel personaggio con una maglia diversa fa un tiro, la palla sbatte sul palo e poi sul naso di quello che prima aveva esultato ed entra in porta cambiando nuovamente lo stato emotivo di decine di persone in 15 secondi. Senza neanche avvisare. Addirittura i calci di rigore! Sempre quello di prima, va a tirare tutto baldanzoso e lo sbaglia, poi uno che gioca al tiro al piccione (pure questa si è vista…) e manda il pallone a tramortire il muro. E d’improvviso il gioco del silenzio con un portiere che ogni tanto aveva detto ai tifosi avversari di stare zitti per concentrarsi e un altro che realizza il rigore e chiede lo stesso al portiere avversario per par condicio. Elezioni vicine. Lo hai fatto tu, lo faccio anche io. E alla fine quel penalty decisivo trasformato da un ragazzo di 20 anni,  senza neanche sapere se avesse studiato il giorno prima, a  rischiare di traumatizzarlo. Che coraggio quell’allenatore! Tutto questo, in uno stranissimo palasport con tantissima gente che acclama e disturba per oltre un’ora. Che noia il futsal! Non vediamo l’ora che vengano le prossime Olimpiadi perché magari non ci sono più il Tiro al Piccione Vivo, il Nuoto ad ostacoli, le 12 ore su pista, il kabaddi, il duello con le pistole, la ginnastica con i birilli del bowling, ma una bella, vivacissima partita di carling proprio non ce la vogliano perdere.  Mica stiamo parlando di calcio a 5? Di futsal, scusa Emanuele 😉