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Lu. Pe. Pompei, no a queste condizioni. Capitan Giuseppe Amoruso: “Con 3000 casi al giorno si rischierebbe una diffusione del virus tra le famiglie. Se la situazione migliora ci siamo, potremmo giocare tutti in un’unica struttura”

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C’è chi dice no a queste condizioni. In merito ad una eventuale partecipazione alla ripresa del massimo campionato regionale la Lu. Pe. Pompei potrebbe non dare il proprio assenso, così come emerge dalle parole di capitan Giuseppe Amoruso, in virtù delle difficoltà che potrebbero riemergere con la situazione pandemica attuale in Campania e che avevano condotto a queste considerazioni anche Emilio Lanzetta, numero uno del Cus Avellino, nel corso della diretta apposita trasmessa sulla nostra pagina Facebbok. D’altro canto però un miglioramento della curva dei contagi e delle condizioni potrebbe far cambiare idea al team di Longobardi, tant’è che in tal caso sarebbe appoggiato il format in stile bolla che permetterebbe alle compagini di disputare gli incontri in un’unica struttura.

“È chiaro che non vediamo l’ora di ripartire – dice, – di tornare ad allenarci, di giocare e soprattutto di trascorrere qualche ora di spensieratezza tutti insieme. Ma se dobbiamo farlo non può essere in questa condizione di epidemia, dove non ci sentiamo al sicuro nella vita quotidiana, figuriamoci nelle condizioni di igiene e sicurezza delle strutture e dei palazzetti in Campania. Temiamo che si possa ripresentare ciò che è avvenuto qualche mese fa e cioè di cominciare e di doverci poi fermare, con mille rinvii delle partite. Paragonare la nostra serie C1 al campionato nazionale poi ci sottopone ad una serie di regole ancora non tutte ben chiare che, non solo dal punto di vista economico, ma anche organizzativo sono molto impegnative per la nostra organizzazione. Poi faccio una considerazione personale, oggi con 3000 nuovi casi al giorno non so se personalmente verrei ad allenarmi con serenità pensando di poter aumentare il rischio di portare il contagio a casa e mettere a rischio la mia famiglia. Quindi se la situazione epidemica migliora condividiamo la ripartenza, magari proponendo anche un’unica struttura dove poter giocare sempre in stile bolla, se le cose rimangono così per la tutela nostra, delle nostre famiglie e di chi ci sta attorno non siamo concordi”.