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Sandro Abate, capitano mio capitano: “Qualità e gruppo le chiavi del successo”

Massimo Abate con Paola Rossi [1]

Massimo Abate con Paola Rossi

L’esaltante stagione degli irpini vissuta attraverso le parole (e le emozioni) di Massimo Abate: “Quando si vince, è perchè c’è una coesione che va al di là del campo. Successo dedicato a Rogerio, a mio padre e mia moglie. E adesso non vogliamo fermarci”

”Un’altalena di emozioni incredibili, bellissime e terribili. Per fortuna la stagione si è chiusa nella maniera migliore, e devo dire che quello che abbiamo raggiunto ce lo siamo conquistato con merito”. Melillo lo aveva detto: ”Di Massimo Abate ce n’è uno solo: quella capacità di trascinare gli altri, di tenere un gruppo unito, di spingere i compagni oltre i propri limiti, è fuori dal comune”. E noi, adesso, parlandoci, ci rendiamo conto che ha ragione.

Perché il capitano della Sandro Abate va oltre il suo contributo in mezzo al campo, e basta sentire le sue parole per capire che il carisma e la leadership non si costruiscono a tavolino. ”Abbiamo vissuto forse tre, quattro campionati in uno – racconta -. Prima la notizia terribile della scomparsa di Rogerio, poi la partenza a razzo, dopo ancora la serie negativa e infine la rinascita. E’ stata una stagione dura, ma anche per questo ancora più bella. Io non posso che ringraziare il presidente, persona straordinaria che mi ha riavvicinato a questa disciplina. Sul campo ho dato ciò che potevo, ma quando si vince è perché c’è una coesione che va ben al di là del rettangolo di gioco e per noi è stato così. Un gruppo di amici, che è riuscito a cementarsi ancora di più fuori dal palazzetto, insieme alle rispettive famiglie. Siamo stati sempre insieme, anche nei momenti di svago e questo poi si è visto in campo, dove abbiamo giocato come fossimo un corpo unico”.

I ricordi di Massimo Abate vanno ai momenti difficili: ”La scomparsa di Rogerio, il 23 agosto scorso, ci ha fatto crollare il mondo addosso, ci ha fatto vacillare ma non dimenticherò mai le parole di Andrè (Fantecele, ndr): dobbiamo vincere anche per lui – mi disse – io prendo la 9, ce ne andiamo in A2 e gli dedichiamo la vittoria. Poi a Caserta, altro ko subito dopo quello col Marigliano: lì sono finite tutte le speranze di arrivare in testa, abbiamo perso male e a fine gara c’erano tanti volti scuri. In quella circostanza la società è stata bravissima, servivano nuove motivazioni e sono arrivate insieme a Nuccorini”.

Una squadra costruita con cura, fatta di campioni ma anche e soprattutto di uomini. ”La qualità, ma anche la coesione hanno fatto la differenza. Una dedica: a Rogerio, ovviamente, e poi per la memoria di mio papà. Ma anche a mia moglie, mi dà tanta forza, è il mio orgoglio”.

Il primo pensiero per la prossima stagione? ”Abbiamo un programma ben definito – conclude il capitano e patron della Sandro Abate – sappiamo dove siamo partiti e cosa è servito per arrivare dove siamo ora, quindi andremo avanti verso i nostri obiettivi, sempre con la massima prudenza. Non ci fermiamo però certo adesso. E io sarò pronto, come sempre, a dare il mio contributo ogni volta che sarò chiamato in causa”.

Fonte: calcioa5anteprima