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Quando indossi più le scarpette da gioco che i tacchi e la famiglia c’è sempre. La splendida lettera di Lara D’Amato

lara 1 [1]Lara D’Amato, calcettista del CF Pelletterie  nasce come calciatrice a 11, per poi passare al futsal nella Mader Bologna, e vestendo poi le maglie di Real Sandos, Porto San Giorgio, Salernitana e Manfredonia. Gioca nella nazionale slovena. Molto seguita sui social, ha scritto una bellissima dedica ai genitori che rappresenta un vero e propio manifesto di emozioni per chi vuole coltivare una passione e inseguire un sogno. Quando si parla di calcio ed in questo caso calcio a 5, la diffidenza magari è anche accentuata per una donna. Lara ha saputo raccontare in un susseguirsi di immagini e parole l’empatia magnifica che invece c’è in un nucleo familiare per condividere anche con spirito critico la strada dei propri figli. E se in questo caso, c’è chi indossa più volte le scarpette da futsal che le scarpe coi tacchi, noi siamo tutti a tifare per voi.

La lettera di Lara D’Amato.

“MAMMA,PAPÁ E IL CALCIO”
Ciao mamma, ciao papà. Non credo di avervi mai detto una sola parola di ciò che sto per scrivere e non so se e quando avrò il coraggio e l’ordine mentale per farlo. Questa sera sono tornata dall’allenamento e voi sicuramente eravate già a letto. Avrei voluto chiamarvi e raccontarvi del pessimo tiro in porta o del bellissimo gol che probabilmente mi e’ riuscito solo gazie all’intervento divino. Non l’ho fatto e non fa niente.Alcune cose però voglio dirvele.
Voglio dirvi grazie perché vent’anni fa avete accettato il fatto che io giocassi a calcio, coi maschietti del mio paesino. Volevo ringraziarvi perché non mi avete mai detto “il calcio non fa per te” o “le femmine fanno danza”: mi avete sempre incoraggiata ad andare avanti, a provare, ad allenarmi e a diventare cosciente di quella che sono.Voglio ringraziare te, papà, per tutti i chilometri che hai fatto in macchina per portarmi agli allenamenti. Grazie per lo stesso CD che mi hai sentito cantare almeno 15 volte mentre mi portavi allo stage della Nazionale a Udine. Grazie per avermi sempre accompagnato a tutte le visite in ospedale, cure e controlli dovuti ad infortuni. Grazie, grazie davvero, per quella volta che, dopo essere stata operata al ginocchio, mi hai portato in ospedale il mio peluche preferito, un piccolo gesto, che mi ha riempito il cuore di gioia. Grazie per tutte le volte che mi hai accompagnato in stazione a prendere il treno ritardando la tua cena di un’ora, quel treno che mi avrebbe portato all’allenamento rendendomi la ragazza più felice del mondo..
Grazie per quella notte di tanti anni fa che, dopo essermi rotta la caviglia, mi sentisti piangere e svegliandoti mi dicesti “vuoi che dormo in terra vicino a te?”
Voglio ringraziare anche te, mamma. Grazie per la cena che per anni preparavi solo a me in anticipo, perché “io dovevo andare ad allenarmi”.
Grazie per ogni tua opinione espressa su ciò che non vedi e che non sai. Grazie per tutti i “avete vinto?” e i “hai giocato bene?”, perché sono domande semplici ma mai banali.
Grazie per quel pomeriggio che, subito uscita da lavoro sei venuta di corsa in ospedale dopo che avevo subito l’operazione.. Ahhh quell’operazione.. Ti ricordi quante lacrime?
Grazie per tutte le volte che accompagnavi me e il mio gemellino al campo, in bici, col freddo, col sole, col vento e con la neve. Grazie per le scarpette piene di fango che non hai mai smesso di lavare. Grazie mamma e papà per esservi presentati al palazzetto a Firenze un mese fa, a mia insaputa, facendomi una bellissima sorpresa e assistendo ad una mia partita. Grazie a tutti e due, perché mi avete insegnato a prendermi le mie responsabilità. Grazie perché non mi avete mai ostacolata, non mi avete mai criticato senza motivo.Vi ringrazio perché siete stati sempre sinceri, perché mi avete corretta e fatta ragionare. Grazie per aver lasciato a me il compito di farmi valere. Grazie mille, mamma e papà, perché mi avete lasciato libera di prendere le mie decisioni senza però lasciarmi da sola.Grazie per le volte che mi avete detto: “basta calcio” consapevoli che era solo una frase fatta, senza valore, una frase detta in circostanza ma anche voi, forse, in cuor vostro, non credavate reale. Grazie per avere avuto il coraggio di farmi mettere in gioco, di cadere, di arrabbiarmi, di vincere, di tentare. Grazie per quel pomeriggio di ben 20 anni fa in cui mi avete lasciato su un campo da calcio. Grazie, perché se ho iniziato e continuato a giocare e’ anche merito vostro.
Grazie perche’ ,se adesso gioco in serie A e sono così felice è soprattutto per merito vostro.

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