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A casa del presidente. Il Real San Giuseppe prima di tutto, Antonio Massa spiega la sua passione: “Sono legato a questa disciplina da oltre dieci anni. Carbone? Uomo straordinario, rispetto la sua scelta”

Antonio Massa, presidente del Real San Giuseppe [1]

Antonio Massa, presidente del Real San Giuseppe

La rubrica “A casa del presidente” giunge al suo quarto appuntamento. Questa settimana proveremo a conoscere meglio il patron del Real San Giuseppe, al momento quarta classificata nel girone B. Non è decisamente un momento facile per la squadra che è stata costretta a salutare il proprio mister. Il presidente Antonio Massa ribadisce la stima ed il rispetto che nutre nei confronti dell’ormai ex tecnico Antonio Carbone: “E’ una gran bella persona e porta avanti le sue idee. Credo che abbia fatto un passo indietro pensando al bene della squadra. Probabilmente ha avuto il sentore che i ragazzi non lo seguissero più al cento per cento. Non posso fare altro che augurargli il meglio, ho perso un grande mister ma ho senza dubbio trovato un grande amico. Per lui ci sarà sempre spazio nel San Giuseppe”.

Presidente, prima di tutto le chiediamo cosa fa nella vita: qual è la sua attività e da quanti anni la svolge?
Lavoro nell’ambito del tessile, vendo tessuti da donna all’ingrosso. Sono circa sette anni che pratico questo mestiere ma l’attività è aperta da più di cinquant’anni, gestita prima da mio nonno poi da mio padre. Adesso, pian piano, mi sto affacciando io in questo mondo.

Cosa dicono in famiglia della passione legata al futsal?
La mia famiglia è sempre stata legata al calcio. Mio padre, infatti, è stato il presidente della San Giuseppese (società di calcio a 11) per più di venti anni. Posso dire, quindi, che il pallone è nel nostro DNA nonostante il futsal sia totalmente differente dal calcio.

Ha altri hobby?
Coltivo la passione per le macchine e le moto da corsa.

Lei tifa? Parliamo di calcio ovviamente…
Sono un tifoso dell’Inter ma non posso nascondere di essere un simpatizzante del Napoli.

C’è la partita decisiva per un grande obiettivo della sua squadra del cuore e quella decisiva della sua squadra di calcio a 5. Che fa?
Sicuramente mi troverete seduto sulla panchina a seguire la mia squadra. Per me, il San Giuseppe viene prima di tutto.

Da quanto tempo vive nella galassia del futsal?
Sono tre anni che vesto i panni del presidente ma seguo questo sport da quando ne avevo quindici. Quindi, sono più di dieci anni.

Il ricordo più bello legato alla sua esperienza in questo sport oppure ci racconti un aneddoto in particolare.

Senza dubbio, il ricordo più bello è legato alla partita spareggio tra Real San Giuseppe e Fressuriello per l’approdo in Serie C2, vinta da noi 3-2. In particolare, il 3-1 firmato da Esposito mi rimarrà a lungo in mente.
Cosa non le piace del calcio a 5?
Il fatto che abbia poca considerazione nel mondo dello sport. In particolare, la nostra categoria, a livello nazionale non è ben supportata dagli organi competenti, i quali continuano ad assegnarci arbitri che non sono all’altezza della situazione. Preferisco non dilungarmi troppo sull’argomento altrimenti non basterebbe una giornata intera per parlare di questi problemi.

Ci dia la sua ricetta per migliorare questo sport.
Sono il presidente del San Giuseppe ma ho solo venticinque anni. Non sono così presuntuoso da indicare la strada però sono dell’idea che lo sport significhi divertimento, allegria e competizione. Credo che bisognerebbe partire proprio da questi principi.

 

Il suo portafortuna?
Non ho nessun portafortuna in particolare ma sono, ugualmente, molto superstizioso. Quando sto in panchina, per esempio, permetto solamente a due giocatori (Cercignano e Formisano) di restare al mio fianco. In panchina, poi, non si devono tenere le gambe incrociate! Diciamo che sono un napoletano doc…