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Match sospeso a Pomigliano, arriva la precisazione di Giuseppe Grande: “Nessuno era incappucciato, dette cose false. Non proseguire? Scelta sensata”

Peppe Grande (il primo a sinistra) [1]

Peppe Grande (il primo a sinistra)

Riceviamo e pubblichiamo la risposta di Giuseppe Grande, diesse e portiere del Futsal Pomigliano, dopo i fatti di domenica scorsa.

Quello che è successo domenica al palazzetto di Pomigliano d’Arco è assolutamente da condannare e cercare di dimenticare in fretta, perchè non ha nulla a che vedere con lo sport che da anni pratico e che amo più di ogni altra cosa. La societá a cui appartengo, nei circa 10 anni di attività, si è sempre contraddistinta per serietà, educazione ed ospitalità e facciamo davvero fatica a commentare episodi simili. Dato che peró leggo diverse versioni dei fatti, vorrei poter far chiarezza e rispondere a qualche fantasiosa ricostruzione.
Parto dal presupposto che Leo Belgiorno è un mio carissimo amico, nonchè ex compagno di squadra, mi dispiace peró che domenica non siamo riusciti a salutarci di persona, in quanto, per motivi lavorativi, LUI NON ERA PRESENTE al palazzetto ad assistere alla gara, quindi giustifico anche la sua ricostruzione non proprio aderente alla realtà.
Voglio puntualizzare che tutto ció che è successo domenica pomeriggio è stato propiziato da un calcettista dell’Atletico Cardito, Enzo Antonucci (il quale si è già scusato con l’intera società), che a fine primo tempo ha aggredito un nostro giocatore Vincenzo Graziano, che a sua volta ha sicuramente sbagliato nel reagire e ripagare Antonucci con la stessa moneta. In seguito a questo screzio il nostro giocatore è dovuto scappare all’esterno della struttura perchè “inseguito” da circa 5/6 giocatori avversari, per sua fortuna ha trovato “rifugio” in un’abitazione vicino al palazzetto e lì è rimasto per circa 20 minuti. Da lì in poi tifosi e dirigenti avversari hanno invaso il rettangolo di gioco e ci sono state reazioni a catena che hanno portato a risse tra giocatori, tifosi ed altre persone esterne che sono accorse al palazzetto. Queste persone esterne caro Leo, non erano incappucciate ma erano genitori e familiari dei nostri calcettisti, che sono accorsi per farsi “vendetta” da soli di ció che avevano subito i loro figli/parenti. Sicuramente questa “vendetta familiare” era da evitare e da parte nostra ci sentiamo assolutamente di condannare, anzi ci siamo dissociati sin da subito, infatti siamo stati proprio noi a placare gli animi e riportare la situazione alla normalitá.
Da un punto di vista sportivo, ci tengo a precisare e a confermare che siamo stati NOI a comunicare all’arbitro che non c’erano più i presupposti per continuare la partita, in quanto il clima dentro e fuori dal campo era esasperato e continuando la gara si sarebbe rischiato di peggiorare gravemente la situazione. La nostra è stata una scelta RESPONSABILE, in quel momento era la cosa più giusta da fare per tutelare la sicurezza dei nostri ragazzi ed anche dei giocatori avversari.
Quindi caro Leo, se ad oggi il vostro unico pensiero sono solo i 3 punti, potete prenderveli tranquillamente (ammesso che la giustizia sportiva si pronunci in tal modo), non aver timore! Questo non è il calcio a 5 per cui NOI siamo abituati a lottare e vincere, questo non ha nulla a che vedere con i veri valori dello sport. Dopo ció che è successo domenica, io mi sento sconfitto, in campo e fuori, e dei 3 punti non saprei proprio cosa farmene!

Con affetto, Giuseppe Grande.