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Vincenzo Esposito, il lavoro al forno crematorio e quell’ultimo saluto senza affetti per i defunti di Covid 19

crem [1]Il coronavirus ha tolto la vita a centinaia di persone fino ad ora. Le immagini che ci sono arrivate via social sono terribili, i primi sintomi, la conferma della positività, il distacco dalla famiglia, il decorso verso l’ultimo respiro senza nemmeno la possibilità di avre accanto lo sguardo di un figlio; padri, madri e soprattutto nonni accompagnati nel passaggio in un’altra vita solo dallo straordinario cuore degli infermieri. Quelli che provano a darti coraggio con un sorriso, quelli che raccolgono magari un’ultima frase da portare ad un affetto caro, quelli che prendono il telefonino per concedere ancora un saluto.

E poi c’è la seconda parte della storia,  ancor più straziante, quando il corpo, avvolto in un lenzuolo disinfettato, viene riposto in una bara da sigillare immediatamente, il virus ha effetto di contagio fino a 9 ore dopo la dipartita. Il dolore per un defunto è lontano da una preghiera comune, lontano dalle parole di un sacerdote, lontano da una sepoltura. Quegli occhi ce li racconta Vincenzo Esposito, storico calcettista capitano del Pineta Mare, club rinato quest’anno e partecipante al campionato di serie D. Il suo lavoro è in un forno crematorio, service Castelvolturno per la Mater Cremazioni.

“Da noi arrivano il giorno dopo, aumentano i decessi per Covid 19, l’età sta cambiando. Prima erano prevalentemente persone anziane, adesso anche sotto i 60 anni”.

Vincenzo, con un pizzico di commozione e con il senso di grande rispetto per chi opera nel settore, racconta la difficoltà di queste settiomane: “Siamo in prima linea, siamo 5 operativi e facciamo la cremazione, con il processo che prevede il protocollo. L’onoranza funebre, alzando la bara, concede l’ultimo saluto alla famiglia che deve restare fuori al cancello. Ma ultimamente, probabilmente per una direttiva del Ministero, i parenti possno venire solo dopo al ritiro dell’urna”.

La necessità di usare estrema cautela nelle protezioni è anche per loro. “Già normalmente abbiamo tutte le misure di sicurezza, ma con i defunti per Covid abbiamo cambiato tutte le nostre misure protettive, intensificandole”.

Le ultime parole di Vincenzo, con una stretta al cuore, sono per proprio per le famiglie: “Ciò che più mi rattrista e sapere che molti non possano dare l’estremo saluto, non ci sono nemmeno gli ultimi respiri insieme. Quando li vedi e immagini tutto questo, ti scende più di una lacrima”.