Alle spalle il 2016, si apre la porta del 2017. Come al termine di ogni anno è tempo di bilanci. In casa Real Pozzuoli mister D’Alicandro ha fatto il bilancio dell’anno che si appena concluso. Un anno ricco di alti, ma anche qualche momento no, ma che di certo resterà impresso, dal punto di vista sportivo, nel cuore e nella mente del tecnico puteolano che in questo 2016 ha di certo vissuto forti emozioni e tratto anche qualche insegnamento. Di seguito vi proponiamo l’intervista integrale che l’allenatore ha concesso al sito ufficiale del Real Pozzuoli.
Salve mister. L’anno che si è appena concluso è stato ricco di grandi emozioni, è stato infatti l’anno della vittoria in coppa ed in campionato. Puoi raccontare cosa hai provato in quei momenti e quale competizione ti ha fatto più piacere vincere?
“Fortissime emozioni. La partita di Cercola fu preparata in maniera meticolosa. Studiai pregi e difetti di ogni singolo giocatore dell’Ottaviano. Entrammo in campo come se li conoscessimo a memoria. Volevamo quella coppa a tutti i costi. Restai concentrato per tutti i 60 minuti. I ragazzi mi trasmettevano tranquillità e giocavano fortissimo. Ai gol esultai moderatamente, non volevo euforia. Solo al gol di Atrio esclamai: ‘Ca**o! Lo ha fatto veramente!”. Conservai le emozioni per la fine. Nello spogliatoio a fine primo tempo c’era chi piangeva ed eravamo consapevoli di potercela fare e sapevamo che non dovevamo sbagliare nulla. Provai a far scaricare la tensione e far prendere ancora più consapevolezza dei nostri mezzi ai ragazzi. Non guardavo l’orologio. Non volevo farmi condizionare dal tempo. Vidi poi loro schierare il portiere di movimento. Pensai che fosse fatta, mancavano due minuti. Ma ad un minuto dalla fine loro accorciarono le distanze ed erano ad un gol sotto. Ero tutt’altro che calmo a 30 secondi della fine, ma urlavo ai ragazzi di tenere palla e stare tranquilli. Triplice fischio. Avevo le lacrime agli occhi. Corsi dai tifosi, avrei voluto braccia tanto lunghe e larghe per abbracciarli tutti insieme. Ce l’avevamo fatta. Noi. Perché la coppa era di tutti noi. Il piacere di vincere è stato lo stesso anche in campionato. Vincere è il sogno di tutti. Che sia coppa o campionato vince solo una ed è difficilissimo farlo. Nel modo in cui abbiamo vinto noi è stato ancora più bello perché giocammo l’ultima in scontro diretto, prima contro seconda, dinanzi a tantissimi tifosi. Quando eravamo nello spogliatoio per il riconoscimento sentimmo la bordata di fischi per i giocatori avversari che entravano in campo. Era una bolgia. Ci guardammo negli occhi e bastò quello sguardo e quel sorriso per capire che avremmo dominato e vinto. Insomma sono due vittorie ugualmente fantastiche”.
Dopo il duplice successo hai ricevuto qualche chiamata da altre società? Se si come mai hai deciso di restare a Pozzuoli?
“Ho ricevuto diverse telefonate per discutere da vicino, io però non fissai nemmeno questi appuntamenti per una chiacchierata. Non volevo lasciare quella che è diventata la mia seconda famiglia”.
A proposito della società: qual è il tuo rapporto con la dirigenza. La collaborazione ti soddisfa o si potrebbe fare meglio?
“Ottimo con tutti, siamo amici, ci conosciamo da adolescenti, ma allo stesso tempo c’è la maturità e professionalità per rispettare le nostre figure societarie. Le cose vanno bene così”
Dopo la trionfale stagione 2015/2016 si è pensato a programmare quella nuova in C2. In estate qualcuno è andato via e sono arrivati solo due giocatori. Del Giudice, che non aveva esperienza nel calcio a 5, e Tafuni che è dovuto andar via ben presto. Ritieni che la dirigenza avrebbe potuto fare qualcosa di più?
“L’obiettivo qui è di valorizzare i ragazzi del nostro territorio o ragazzi talentuosi che hanno avuto poca fortuna. A noi quest’anno la sorte non è mai girata dalla nostra parte. Avevamo preso Tafuni che abbiamo perso dopo poche belle apparizioni a causa del lavoro, mentre Del Giudice dopo un periodo di adattamento sta dando il suo contributo. Bisogna anche dire che Pisano è stato infortunato dall’inizio della stagione, Natoli non lo abbiamo avuto per 2 mesi, Volpe per problemi personali lo abbiamo avuto con il contagocce, Di Costanzo è tornato solo a novembre, si sono aggiunti anche altri infortuni sporadici ed abbiamo avuto spesso le scelte obbligate. Con il senno di poi avremmo fatto altre scelte in sede di mercato per allungare la rosa, ma purtroppo la sfera magica di cristallo non l’abbiamo, né tantomeno siamo veggenti.
Questo campionato di C2 di certo non eravate chiamati a vincerlo ma a questo punto della stagione non ci si aspettava nemmeno di essere in zona playout. Di chi sono le maggiori colpe?
“In una squadra non si cercano colpevoli nel male e nel bene non si devono cercare eroi. Bisogna dare meriti ad un gruppo che nonostante le difficoltà è rimasto unito. Non mi piace trovare attenuanti ma come già ho accennato i problemi sono tanti. Non abbiamo mai fatto un allenamento con tutto il gruppo al completo e neppure una partita. Abbiamo persi elementi importanti della scorsa stagione come Natoli e Pisano. Si sono aggiunti infortuni. Giocando ogni 3 giorni per la coppa abbiamo perso energie fisiche e mentali. Praticamente ci siamo trovati a dare spazio ad elementi che ne avevano avuto ben più poco in serie D. Tuttavia in questa categoria più difficile in ogni partita ci siamo mostrati sempre all’altezza. Purtroppo abbiamo perso la qualificazione alla final four ed almeno 8 punti in campionato nell’ultimo minuto di recupero.
Con gli acquisti di Ferrante e Cordua in corso di stagione la società ha provato a ricorrere ai ripari. Ti soddisfano questi due acquisti? Sarebbe stato meglio farli arrivare prima?
“Sicuramente se li avessimo avuti a disposizione dalla preparazione il nostro percorso sarebbe stato migliore, ma va detto che siamo stati costretti a tornare sul mercato proprio per i problemi descritti in precedenza. Li avrei voluti in estate ma purtroppo erano impegnati in altri progetti. Sono arrivati nella sessione invernale non al top fisicamente, ma il loro arrivo è sicuramente importante. Ferrante già sta dando il suo ottimo contributo mentre Cordua potrebbe dare tanto a questa squadra, ma fino a questo punto si è visto poco agli allenamenti per problemi vari. Il vero colpo di mercato sarebbe recuperare il vero Volpe”.
I portieri in questa stagione non sempre sono stati autori di buone prove. Come valuti l’inserimento di Del Giudice nel futsal?
“Ci ha dato subito un contributo importante. Ha un grande carisma che si riflette nello spogliatoio. Chiunque si affaccia in questo sport ha bisogno di tempo, soprattutto se viene da un lungo periodo di inattività sportiva. Ha avuto bisogno del suo tempo per mettersi in carreggiata, partendo dalla C2. Lo scorso anno anche ne risentimmo di questo aspetto con elementi di movimento nel girone di andata. Poi lavoro e talento hanno portato i loro frutti”.
In questa stagione c’è stata l’esplosione di Ursomanno e Cacace, che praticamente vi invidiano tutti. Qualcun altro non sta invece rendendo ai suoi livelli. Come spieghi l’exploit dei primi ed il momento no degli altri?
“Cacace ha grandissimo talento. Arrivò a dicembre in condizioni fisiche precarie. Era lontano dalle mie idee tattiche, ma è un ragazzo che si fa sempre un cu*o enorme in allenamento e quindi ero cosciente che sarebbe stata questione di tempo. Ursomanno idem. Non è una sorpresa, ma una certezza. Bisogna sottolineare anche la crescita di elementi che spesso sono meno blasonati ma che sono cresciuti e stanno dando un contributo molto importante come Prencipe e Testa. C’è chi è in declino per lo scarso impegno e chi semplicemente ha avuto un brutto periodo ma nelle ultime partite è tornato già a ottimi livelli.
Dopo i risultati negativi in campionato, ai quali sia aggiunge l’uscita dalla coppa ai quarti, un altro allenatore, in un’altra società avrebbe potuto rischiare il posto. Cosa pensi del fatto che la società continui a riporre fiducia in te? Stai dando già il massimo per questa causa o ti senti in dovere di dare qualcosa in più?
“Non credo che siamo usciti prematuramente dalla coppa. Siamo usciti ai quarti con la stessa differenza reti ma per aver fatto un gol in meno in trasferta, affrontando quelle gare con le solite difficoltà. Risultati negativi dipende dai punti di vista. Siamo una neo promossa. Di certo senza tutti quei problemi avremmo fatto meglio. Aver dato il massimo non esiste nel mio vocabolario: si può dare sempre di più. Pubblicamente la società fece uscire un articolo in cui mi dava fiducia massima ed in quella settimana vincemmo 7 a 0, hanno fatto bene a darmela (ride ndr). Un allenatore non va stimato solo per i risultati ma anche guardando il lavoro che svolge ed io cerco di ripagare la fiducia senza superficialità, con lavoro e professionalità. Oggi seppur abbiamo raccolto poco non abbiamo mai sfigurato in alcun match”.
Troppo spesso vi siete fatti rimontare nel finale ed ora siete in zona playout praticamente al giro di boa di questo campionato. Come si risolve questo e riuscirete ad uscire dalla zona calda di classifica?
“Bisogna dire che in alcune gare è stato l’episodio che ci ha condannato. Si risolve stando tutti insieme, purtroppo non è stato cosi per i tanti problemi avuti. Prima di tutto è un gruppo di amici e bisogna per questo stare tutti insieme, perché se viene a mancare qualcuno si perde un po’ la magia del gruppo. L’allenamento di sabato è stato bellissimo. Questo è il Real che voglio. Tutti devono dare il 100% bisogna lavorare tanto in tutti gli allenamenti. Giocare ogni partita come se fosse l’ultima ed i risultati arriveranno. E’ semplice. E’ difficile fermarci se torniamo il gruppo fantastico e completo che ho visto nell’allenamento di sabato. La classifica non dobbiamo guardarla. Pensiamo una gara alla volta. C’è voglia di riscattarci. Siamo un gruppo affamato”.
Il settore giovanile ti sta dando grandi soddisfazioni e sembra quasi la parte più bella di questa nuova stagione. Cosa puoi dire a riguardo?
“E’ vero. Con i giovanissimi siamo terzi ad un passo dai playoff. E’ un risultato sportivo importante. Con loro provo le stesse emozioni della prima squadra. In alcuni casi, anche più particolari, la soddisfazione più grande e vederli migliorare allenamento dopo allenamento. Sono riuscito a trasmettere ai nostri ragazzi che bisogna fare sacrifici e lavorare duro per ottenere traguardi importanti. E’ bello vederli affrontare allenamenti e partite come una prima squadra. Non si nota il fatto che noi siamo una società giovane e ci siamo dimostrati all’altezza anche contro società molto più esperte. Lavoriamo da 3 anni e si iniziano a cogliere frutti importanti, come ad esempio la convocazione in rappresentativa di 3 nostri ragazzi del settore giovanile. Ma tralasciando i risultati e il punto di vista sportivo sono contento soprattutto della crescita dei miei ragazzi dal punto di vista umano e del bellissimo gruppo che si è creato. Stiamo formando dei giocatori professionali, ma seguendo i valori positivi di questo sport”.
Dove si vede mister D’Alicandro e dove vede il Real nella prossima stagione?
“Spero il più in alto possibile”.