Da quando ha messo piede in Italia, nel caldo agosto dello scorso anno, non ha fatto altro che pensare ad una sola cosa: ripagare la fiducia concessagli dal Napoli Vesevo e condurre il suo nuovo club nella massima serie. Missione ardua sulla carta, ricca di insidie, che lui ha tuttavia portato a compimento grazie ad un lavoro intenso e certosino, in cui mai nulla è stato lasciato al caso, svolto con passione e professionalità. Ma missione compiuta soprattutto grazie a quell'ingrediente che mai può e deve venir meno per chi si pone traguardi importanti: la mentalità vincente. E Facundo Ruscica incarna in pieno questo spirito, seppur non perdendo mai di vista il valore fondamentale del rispetto per tutto e per tutti. Trasfusa al suo gruppo questa voglia di vincere ovunque e comunque, si sono create così le premesse per una stagione trionfale, quella che ha poi condotto alla vittoria del campionato ed alla storica promozione in serie A1.
– Allora Facundo, la tua prima stagione italiana si è conclusa in modo trionfale con la promozione in serie A. Pensavi di poter esordire subito con un successo così importante al primo tentativo?
" Dopo aver avuto la possibilità di lavorare con il gruppo posto a mia disposizione e di avere contezza diretta delle capacità tecniche oltre che umane di questo organico, ho avuto immediatamente la percezione di una squadra che potesse lottare per raggiungere il traguardo massimo. L'unico punto su cui bisognava lavorare con cura ed attenzione era quello relativo al fattore della mentalità, fondamentale per fare il salto di qualità".
– Quali sono state le componenti principali per ottenere questo storico traguardo?
"Oltre alle qualità tecniche dei giocatori, ribadisco ancora una volta un concetto che metto sempre in primo piano: la mentalità vincente. Il Napoli Vesevo è l'unica squadra che ha sempre creduto nella promozione, dall'inizio fino al termine della stagione. L'unica formazione che ha giocato sempre per vincere su tutti i campi, in casa come fuori. L'unico team che ha giocato con intelligenza tattica a seconda dell'avversario da affrontare. L'unica squadra capace di essere regolare per l'intera stagione. Un gruppo che ha giocato veramente ventisei battaglie a viso aperto"
– Quando hai capito che il Napoli Vesevo avrebbe potuto centrare la promozione in massima serie?
" Quando siamo andati a vincere a Roma sul campo del Torrino per 2 a 1 in condizioni difficili per i pochi cambi a disposizione"
– Con le partenze di Alan, Bidinotti e Corazza molti addetti ai lavori pensavano che il Napoli Vesevo non avrebbe potuto più vincere il campionato se non fosse intervenuto sul mercato. Non ci sono stati acquisti, eppure il Napoli Vesevo è comunque riuscito a centrare l'obiettivo. Quali sono secondo te le ragioni?
"In quel momento il campionato è diventato naturalmente più difficile per noi, mentre le altre formazioni si rafforzavano noi perdavamo tre giocatori. A quel punto è stato fondamentale il fatto che i ragazzi capissero che il segreto di questo sport è lo spirito di gruppo e non le individualità. Questo per quel che concerne l'aspetto più stretamente psicologico, a cui sono da affiancare naturalmente motivazioni di carattere oggettivo. A ciò è da aggiungere infatti il lavoro straordinario portato avanti dal preparatore atletico Claudio De Michele e dal massaggiatore Antonio Simeone, che hanno fatto in modo che la condizione fisica della squadra fosse sempre al top. Non dimentichiamo infatti che, con un organico più ridotto, il minutaggio di molti giocatori è cresciuto abbastanza. E loro hanno avuto dunque il merito di mantenere sempre alto il livello della condizione atletica della squadra"
– Ci sono stati dei momenti difficili nel corso del campionato?
"Ci sono stati due momenti di difficoltà: prima quello della partenza di Alan, Bidinotti e Corazza; poi quello coinciso con le due sconfitte consecutive incassate con Acqua&Sapone e Marcianise"
– Hai temuto di poter dire addio alla promozione diretta in massima serie? Quando?
"Mai. La paura fa soltanto sbagliare. La matematica non ha mai posto in discussione la promozione diretta"
– Molti addetti ai lavori ritengono che il campionato non sia stato vinto dalla squadra più forte sulla carta, cosa pensi al riguardo?
"Tutti gli addetti ai lavori dovrebbero sapere che per vincere un campionato occorre giocare ventisei partite e non soltanto tredici"
– Non poche persone pensano che tu sia stato il vero artefice di questo trionfo. Cosa dici al riguardo?
"Sono convinto che la vittoria o la sconfitta dipendano sempre dal lavoro di gruppo: mai vince o perde una sola persona. Al successo del Napoli Vesevo hanno contribuito tutti, nessuno escluso, dal magazziniere al presidente. Tutti hanno lavorato con grande serietà e professionalità per il raggiungimento di un unico obiettivo. In questo momento non posso dimenticare il lavoro portato avanti dal nostro coordinatore Vicente De Luise, che ad un certo punto è stato costretto a tornare in Argentina per problemi personali. A lui il merito di aver fatto le scelte giuste nella costruzione di quest'organico e di aver lavorato intensamente al fianco del presidente Edoardo Cardillo nell'organizzazione di questa nuova società"
– Adesso il tuo primo campionato in Italia è terminato, quali sono le cose che ti aspettavi e quali sono stati invece gli aspetti che ti hanno sorpreso?
"Per quel che riguarda più da vicino la mia società, devo sottolineare che ho avuto la fortuna di trovare un presidente molto serio come l'avvocato Edoardo Cardillo che non mi ha mai fatto mancare nulla e che ha sempre mantenuto le promesse, facendomi sentire al Napoli Vesevo come a casa mia. Purtroppo in Italia non tutte le società funzionano come il Napoli Vesevo. Per quanto riguarda invece l'aspetto più specificamente sportivo, se devo fare un paragone con quanto accade in Argentina, devo dire che qui il livello tecnico dei giocatori è superiore ed il gioco è molto più intenso. Viceversa, ritengo che vi sia un settore giovanile poco sviluppato e poco organizzato. In Argentina i ragazzi iniziano ad imparare i segreti di questo sport a partire dai nove anni di età.
– Adesso sei atteso dal primo campionato nella massima serie italiana, quali sono le tue aspettative. Per quale traguardo potrà combattere il tuo Napoli Vesevo?
"Siamo consapevoli del livello alto che contraddistingue la massima categoria. In questo momento è' tuttavia ancora prematuro parlare di obiettivi".
– Ed allora, ancora una volta complimenti mister!
"Grazie mille, ma consentimi di ringraziare ancora una volta le persone che hanno reso possibile il mio arrivo in Italia: Vicente De Luise, Vincenzo Portelli e Franbco Ceracchi".