La notizia data in diretta ieri sera a Punto 5 è ufficiale. Raffaele Di Fiore lascia il Deportivo Acerra e la società rischia di non iscriversi al prossimo campionato di serie B.
Presidente, cosa è successo?
"Confermo quanto ti avevo anticipato. Personalmente finisce qui la mia avventura di presidente del Deportivo Acerra".
Perché?
"E' una scelta che avevo maturato già un mese fa, ma non ho voluto rompere gli equilibri nella società, in un momento delicato del campionato. Ho voluto con tutto me stesso provare il brivido, l'emozione di un torneo nazionale, ma non ci sono i presupposti per concedere il bis. Purtroppo ad inizio anno avevo cercato collaboratori, persone che potessero aiutarmi a seguire la squadra, ma si sono tirati tutti indietro. Mi sono ritrovato a seguire quasi da solo tutti gli allenamenti, fare l'allenatore dell'Under 21, pensare alle trasferte. Troppo dispendioso".
Cosa le ha fatto cambiare idea?
"Mia moglie e il mio lavoro. In questi ultimo otto mesi ho dimenticato cosa significa andare a fare una passeggiata con lei e con la bambina, quando ci sono le trasferte devo chiudere la mia attività il venerdì e tutto ciò, alla lunga, pesa. Dedico più tempo alla squadra che alla mia famiglia e questo non va bene".
E' solo un problema numerico. Di organizzazione?
"Devo ammettere onestamente che non siamo assolutamente organizzati per fare un campionato nazionale. Ci vogliono almeno altre 4-5 persone che seguano la prima squadra e l'Under 21. Le responsabilità sono cadute tutte su di me anche se ero consapevole e, ripeto, desideroso di togliermi questo sfizio dopo tanti anni a livello regionale".
Cosa dirà alla squadra?
"Che sono stati fantastici. Sono soddisfattissimo del gruppo. Nonostante le difficoltà siamo riusciti a conquistare la salvezza a tre giornate dal termine. Con le nostre poche risorse credo sia stato un miracolo".
E poi?
"Che Raffaele Di Fiore non sarà più il presidente, ma non è detto che l'Acerra sparisca. La società è formata anche da mio fratello Michelangelo e dal dg Giuseppe Delle Fontane".
Pensa che loro possano continuare da soli, o svolgere lo stesso suo ruolo?
"Questo no lo so. Se l'Acerra continuerà ad esistere sarà una loro scelta, io posos solo dare una mano, ma non più espormi in prima persona".
In questo momento l'Acerra non s'iscriverà alla serie B?
"Se le condizioni non dovessero cambiare, se non entreranno altre persone a sostenere il nostro progetto, soprattutto numericamente, è indubbio che il rischio di non fare la serie B c'è".
Potreste chiedere di essere ammessi ad un campionato di categoria inferiore o fare una fusione?
"Potrebbe essere una soluzione, come quella di fare uno scambio di titolo con che ha voglia di fare la B"
Trilem o Macerone, per esempio. Mi disse che c'erano stati contatti.
"Con la Trilem, proprio dopo l'ultima puntata in cui sono stati ospiti a Punto 5, avevamo lanciato l'idea di una fusione. Loro sono amici, tutto è possibile, aspettiamo risposte. Con il club di San Sebastiano si potrebbe pensare ad uno scambio di titoli".
Non è detta l'ultima parola, sarebbe davvero un peccato non vedere più l'Acerra in B.
"Dal giorno della salvezza ho fatto la mia scelta definitiva. Io spero fortissimamente che quest'avventura prosegua a livello nazionale, ma voglio essere chiaro nelle intenzioni e non prendere in giro nessuno".