Domani l’Amalfi Coast Sambuco farà il suo esordio nella Final Eight di Coppa, alle 20.30 contro il Barra. Sui propri social il club ha condiviso il racconto di Andrea Cioffi, tifoso biancoazzurro, che ha incontrato Igor Rocha fuori dal lavoro sottolineandone l’umiltà dentro e fuori dal campo, nonché le qualità sul parquet. “Igor mi saluta con l’occhiolino, sembra essere contento di vedermi [….] A casa ho capito che al palazzetto non è stata una questione di coinvolgimento. Credo più travolgente se non sconvolgente. Quei due ragazzi, Igor e Matias, il biondino, hanno generato arte, ma non solo con delle giocate spaventose, ma anche incitando i compagni nei minuti finali, trasmettendogli fiducia“. Parte del suo racconto, che qui sotto riportiamo integralmente, che ricorda come vi sia una dimensione umana e radicale dentro ogni giocatore: l’amicizia, il confronto, la voglia di migliorarsi. Ognuno di noi quando gioca o osserva, a prescindere dal livello, torna bambino e si emoziona. Un colpo annunciato in pompa magna dai costieri, quello del portoghese, che a quanto pare ha ricevuto risonanza. E chissà che, lui che ha già vinto la kermesse, non possa trascinare i suoi nuovi compagni. Magari con una dedica proprio ad Andrea. Una cosa è certa: come Igor, tutti gli altri delle otto partecipanti saranno pronti a darsi battaglia ed a tornare bambini ogni qual volta entreranno in contatto col pallone (a rimbalzo controllato).
Il racconto di Andrea Cioffi su Facebook. Il 21 di dicembre mi sono trovato in una circostanza che definisco rara e coinvolgente. Bellissima. In verità tutto è nato nella settimana precedente. Premetto che avevo sentito parlare dell’arrivo di un forte giocatore di futsal nella squadra dell’Amalfi coast – sambuco. Ammetto anche di non aver dato peso alla notizia, complice la retorica ad ogni “forestiero”.”Chill è fort”! Quindi, solito passeggio al bar nello stacco pranzo ma, colpo di scena. Faccia nuova! Ed io non potevo “ma tu sei il ragazzo forte?” L’impeto col quale pronuncia le 7 parole che compongono le sua breve risposta, sono tutto quello che implora l’estroversione.Umiltà,rispetto,coraggio,educazione. Si. Piacere Igor. Tu come ti chiami? E da lì una piacevole conversazione. Dopo qualche giorno ci ritroviamo nel bar e lui mi inviata a vedere la sua partita al palazzetto,sabato 21 dicembre. Nonostante allo stesso orario c’è il napoli, decido di fare uno sgarbo a papà e,quindi, di andare a tramonti, anche per non sembrare frivolo. Chiarisco che Igor Rocha è un ragazzo portoghese che è venuto in questo buco del mondo per giocare al futsal. È stato ingaggiato. Riceve uno stipendo ed è qui esclusivamente per giocare a calcetto.
Certo, anche qui ci sono calcettisti che ricevono un riconoscimento economico e che magari si spostano di 25-50 km da casa. E quindi arrivo a Tramonti. Entro per la prima volta in questo palazzetto. Carino. Scruto per capirci qualcosa. Due arbitri, una tabella luminosa con cronometro che conteggia il tempo effettivo ed il risultato. Cerco Igor per capire chi fosse l’Amalfi Coast Sambuco Carino il palazzetto dicevo, ha anche gli spalti, realizzati con una struttura in ferro.Mi siedo e, prima di individuare Igor, vedo un biondino fortissimo che riceve palla, punta l’avversario a testa alta e con una finta di corpo paurosa calcia in porta. Super parata del portiere con deviazione in calcio d’angolo. Il sospiro di sollievo è perché se quello non è Igor, sicuro il biondino gioca nella squadra avversaria. E Igor? Igor è in panchina. Ma credetemi non ho il tempo di formulare cattivi pensieri che lo vedo, si sta alzando dalla panchina e, non ci crederete, sotto la casacca ha la stessa maglia del biondino. Igor mi saluta con l’occhiolino, sembra essere contento di vedermi. Preciso una cosa: il mio percorso associativo nei primi anni si è concentrato sull’allestimento di una squadra di calcio e diciamo che di partite nei primi anni, tra qualche gioia e delusioni, soddisfazione e bocconi amari,ne ho viste. Emozionato mai. Mai. Dopo meno di dieci minuti, ero sudato. Il risultato finale della partita premia gli avversari. Igor ha perso 3-2. Scusate l’onestà, ma chi se ne frega. Vi garantisco che al fischio finale sono andato via perché li erano tutti tristi e non volevo sembrare fuori luogo, ma non perché ero tutto sudato, ma perché ero felice.
A casa ho capito che al palazzetto non è stata una questione di coinvolgimento. Credo più travolgente se non sconvolgente.Quei due ragazzi, Igor e Matias, il biondino, hanno generato arte, ma non solo con delle giocate spaventose, ma anche incitando i compagni nei minuti finali, trasmettendogli fiducia. E la cosa che più mi ha reso felice, è che per la prima volta quelli forti potevo godermeli perché giocavano nella squadra che tifo. Che culo! Li ho conosciuti meglio in questi giorni questi due fenomeni. E per me solo il fatto che devono sopportare la pressione di dover dimostrare qualcosa, per non doversi giustifare di un qualcosa che è normale, come andare in posto e guadagnare da quella passione che accomuna tutti, il calcio.
Non credo siamo abituati a certi contesti. Spero che questi ragazzi riescano ad integrarsi, a far sì che più che una comparsa, questi ragazzi vengano messi in condizione di aprire nuove visioni. Come iniziare a coltivare talenti. E quale modo migliore sfruttando un’ occasione.Provando a supportare ed incoraggiare questi due campioni non solo di futsal, ma anche di umiltà rispetto e coraggio.
Far ascoltare ai nostri piccoli tramite la loro esperienza cosa significa rincorrere le proprie passioni per poter realizzare i propri sogni. un piccolo esempio Questi ragazzi hanno davvero u a marcia in più.
Partendo proprio da quella pressione che rischia di diventare disutile. L’ingaggio.