Controversa, discussa, ma alla fine è passata. La nuova normativa sugli under, coi quattro under in distinta (due U21 e due U18) e uno sempre in campo cambia gli scenari in serie C1. Abbiamo ascoltato quattro allenatori per conoscere il loro parere.
Fabio Oliva: “Fatta la legge, trovato l’inganno. Per come è scritta la regola, per assurdo si potrebbero tranquillamente far espellere i tre under dalla panchina e l’ultimo dal campo, giocando così una partita importante soltanto coi giocatori più esperti. In generale la regola non mi trova d’accordo”.
Enrico Errico: “Sono favorevolissimo alla nuova normativa. Lo dico da anni, bisogna puntare sui giovani per non fallire, finalmente la Federazione si è svegliata. I ragazzi non devono marcire nelle distinte, ma innamorsarsi di questo sport. Allenare i ragazzi ed avvicinarli al futsal è la cosa più bella”.
Augusto Di Iorio: “La vera umiliazione per i ragazzi non è farli stare in panchina, ma obbligarli a giocare. Così non cresceranno mai, perchè mentalmente penseranno di giocare solo perchè lo impone il regolamento. La cosa giusta sarebbe stata inserire i quattro under in distinta, poi sta ai tecnici coinvolgerli. I giovani vanno inseriti con calma: lo scorso anno avevo puntato su due under da inserire in pianta stabile in prima squadra ma uno di questi, nonostante venisse da buone prestazioni con l’Under 21, aveva grosse difficoltà a capire gli allenamenti, e così per non bruciarlo abbiamo deciso di farlo tornare con l’Under 21. In generale non sono contrario al criterio ma avrei inserito un ’91, un ’92, un ’93 e un ’94, in modo da avere un ricambio graduale”.
Gerardo Lieto: “Per me è una regola fondamentalmente giusta, ma che doveva essere programmata da qui a fra un anno o due, incentivando così le società ad investire sui giovani in modo da non trovarsi spiazzate. La Federazione pensa che in questo modo si riducano i costi, ma dovrebbero essere loro i primi ad abbassare le pretese in sede di iscrizione. Qui chi ci rimette sono prima le società, poi i calcettisti, ma la Federazione non ci rimette mai. Anzi…”.