Molto positivo il bilancio di questi primi mesi dell’anno sportivo per le giovanili del Napoli. C’è da essere molto soddisfatti per il lavoro svolto. Il mio ringraziamento va a tutti gli addetti a partire dai tecnici Tarantino, De Michele, Di Sarno, Turo e Paudice rispettivamente allenatori dei gruppi Under21, Juniores, Allievi A, Allievi B e Giovanissimi. Molto bello il lavoro svolto per i pulcini ed esordienti dal responsabile della nostra scuola di Napoli Giovanni Occhino e dal suo collaboratore Salvatore Lamiano. Particolarmente prezioso il lavoro del Responsabile di settore, il prof. Claudio De Michele, che dall’alto della sua competenza non lascia nulla al caso. Un grazie particolare a Francesco Gargiulo che ha guidato da Dirigente il settore dimostrando notevoli capacità organizzative. Sentiremo la sua mancanza ma le motivazioni per cui ha dovuto lasciare non si possono mettere in discussione. Un ringraziamento infine a tutte quelle persone, con in testa il “prezioso” Antonio De Milato, che lavorano di nascosto e con sacrificio affinchè tutto vada nel verso giusto. Un grazie va a tutti i nostri atleti del settore giovanile perchè quest’anno ancora di più stanno dimostrando l’attaccamento ai colori sociali e un impegno notevole negli allenamenti. Si sa che puntiamo decisamente sui due tecnici Tarantino e De Michele per potenziare sempre di più il nostro settore. Stupisce la loro capacità di guidare i giovani atleti ma ancora di più diventa un piacere vederli lavorare in sinergia senza “ostentare presuntuosamente” il loro essere rispettivamente allenatore e preparatore della prima squadra. Il feeling tra loro è una garanzia affinché si lavori per il bene dei ragazzi e per la loro crescita. I ragazzi e gli altri tecnici attingono molto da loro ed hanno compreso perfettamente che gli obiettivi della società sono ben altri rispetto alle vittorie nei campionati. Da tempo affermiamo che l’obiettivo prioritario di un settore giovanile deve essere quello di preparare i giovani atleti per la massima serie o, alla fine del percorso, far nascere nell’atleta la consapevolezza delle sue capacità ed in quale categoria può essere protagonista. Tutti i giovani “calcettisti” affidati ad altre società amiche stanno dimostrando la bontà del lavoro svolto dal nostro settore rendendosi tutti protagonisti. Alcuni esempi sono Mormone e Avallone, che stanno facendo una bella esperienza in altre società e che alla fine dell’anno rientreranno alla “base” oppure, cercando di andare incontro ai loro desideri, ci sarà, come è giusto, una contropartita nel caso decidano di restare nella società in cui sono in prestito. Parallelamente al percorso sportivo c’è quello umano (perchè lo sport insegna la vita), che preferiamo farlo con i nostri ragazzi come tutoraggio, piuttosto che con incontri. Del resto la scuola, ma anche alcune associazioni e le Parrocchie offrono dei percorsi formativi di gruppo che devono essere scelti dai ragazzi in accordo con i loro genitori, che sono i primi educatori dei figli. Il tutoraggio permette invece, nel rapporto “tu a tu”, di sostenere i ragazzi nel loro percorso di crescita e l’adulto (di fronte al ragazzo) diventa riferimento esterno alla famiglia e mediatore tra famiglia e piccolo atleta. Per questo lavoro cerchiamo di attrezzare tutti i nostri tecnici e istruttori, che hanno a che fare con i minori, con incontri formativi tenuti dallo stesso prof. De Michele. Naturalmente non mancano le difficoltà perchè, se è vero che creiamo molta simpatia intorno a noi, soprattutto tra le società che hanno compreso la bontà del nostro lavoro, è anche vero che dobbiamo lottare quotidianamente con chi cerca di raccogliere gratuitamente i frutti della nostra “semina” e del nostro “paziente coltivare” distraendo i nostri ragazzi con promesse che raggiungono il solo obiettivo di turbare il nostro lavoro. Fortunatamente la stragrande maggioranza degli addetti ai lavori è costituita da persone serie e appassionate di sport che sanno apprezzare, piuttosto che approfittare, il lavoro altrui e questo ci da una forza maggiore per andare avanti. Un grazie di cuore, quindi, a tutte le società e i loro responsabili che continuano a credere, come noi, a questo nostro calcio a 5 come sport bello e coinvolgente, soprattutto a livello giovanile. Ringrazio tutte quelle persone, come mister Ivan Oranges, Paolo Addeo, Giuseppe Costantino, Pietro Mugione, e tantissimi altri, con i quali si possono fare ancora “accordi sulla parola”, mettendo al primo posto l’amicizia e la lealtà. Vorrei concludere, ma lo faccio solo per dare onore ai nostri ragazzi, constatando che tutte le nostre compagini si trovano al primo posto (anche se in condominio) nelle rispettive classifiche perchè “purtroppo” (ma è solo una battuta) lavorando bene si vince anche. La sola Juniores Campione d’Italia in carica, non è al primo posto a causa della penalizzazione. Abbiamo lavorato molto con questo gruppo dopo gli spiacevoli episodi della finalissima. I ragazzi devono imparare dagli errori fatti e soprattutto non devono essere presuntuosi nel portare lo scudetto sul petto. Orgogliosi si, perchè quello scudetto appartiene a tutta la società anzi, a tutta la nostra regione. Infatti, non sono gli atleti che l’hanno vinto a portare quello scudetto sul petto (solo due sono gli scudettati convocati con questo gruppo), perchè la juniores è formata per lo più da atleti della categoria allievi ed altri nuovi arrivati; questo fa si che i ragazzi, indossando quella maglia sentano ancora di più la responsabilità e la portano con umiltà (non con presunzione) perchè sanno che quella vittoria non è farina del loro sacco. L’ultimo grazie va alla Presidenza del Napoli Calcio a 5 che ha sempre dimostrato una grande passione e una grande sensibilità per il settore giovanile senza le quali non si potrebbe affrontare nessun tipo di lavoro nell’affascinante mondo dello sport giovanile.
Padre Federico de Candia
UFFICIO STAMPA NAPOLI CALCIO A 5