Grande successo di presenze al clinic sull’attività giovanile, internazionale e femminile per gli allenatori, svoltosi questa mattina presso l’Hotel Serena Majestic di Montesilvano, cui hanno partecipato tre tecnici delle prime quattro squadre a livello europeo: vale a dire Roberto Menichelli, Ct della nazionale italiana, Venancio Lopez, campione d’Europa e secondo classificato all’ultima edizione del Mondiale con la Spagna, eMato Stankovic, Ct della Croazia classificatasi al quarto posto a Euro 2012. Oltre a loro, ha preso parte al clinic anche Carmine Tarantino, giovane tecnico che ha condotto il Napoli in serie A nella prima parte della stagione e detentore del titolo di campione d’Italia Juniores. Circa 200 i partecipanti, tra dirigenti, allenatori e appassionati di futsal.
A prendere la parola per primo è il presidente del C.R. Abruzzo, Daniele Ortolano, che – visibilmente soddisfatto per la partecipazione, segno evidente della crescita del movimento nella sua regione – ha ringraziato i presenti. Poi è stato il turno del presidente della Divisione Calcio a 5, Fabrizio Tonelli: “Sono felice di vedere che questo clinic abbia avuto un successo del genere. La formazione dei tecnici è fondamentale. La Federazione spagnola ha circa 1500 allenatori, ma sono orgoglioso di poter dire che noi non siamo da meno. Assieme al Ct della nazionale, Roberto Menichelli, che ringrazio, stiamo facendo un investimento che sta già dando i suoi frutti. Pochi giorni fa l’Uefa ci ha comunicato di voler istituire un patentino per allenatori di futsal a livello europeo, il che sarebbe importantissimo anche per avere uno scambio culturale con tutto il continente. Il Clinic di quest’oggi viaggia parallelamente a quanto sopra citato”.
Tra i tecnici, il primo intervento è stato quello Roberto Menichelli: “Ritengo il confronto tra colleghi uno dei punti nodali del nostro lavoro, scambiarsi idee, pareri e informazioni è importantissimo. L’attività di futsal nei corsi del Coni e della Figc è fondamentale, perché attiva la formazione tecnica a tutti coloro che lavorano con i giovani, di cui ne abbiamo fortemente bisogno. Dobbiamo insistere su tre fronti: l’attività giovanile, il lavoro con le prime squadre e la professionalità. Per quanto riguarda l’attività di base abbiamo bisogno di forte competenza: se non c’è, è meglio non allenare. Oltre a ciò, si deve insistere molto sulla tecnica individuale, non sulla tattica, perché – non dimentichiamolo – l’obiettivo non è vincere, ma formare. Con la prima squadra, invece, premesso che sì, in questo caso, l’obiettivo è vincere, bisogna cercare di farlo però collegando il risultato allo spettacolo tecnico. Noi tecnici abbiamo il dovere di lasciare qualcosa a chi ci è venuto a vedere. So che non è facile, ma ci dobbiamo e possiamo riuscire. A tal proposito, la cosa che più mi ha fatto piacere in questi anni in cui alleno la nazionale – oltre ovviamente alle due medaglie conquistate – è l’attenzione, l’interesse e l’affetto che hanno rivolto stampa e tifosi nei nostri confronti, segno evidente che hanno apprezzato il nostro lavoro. Concludendo, ribadisco ancora una volta che gli allenamenti dell’Italia sono aperti sempre a tutti i tecnici. Chiunque può venire a seguirci e dibattere con noi”.
Carmine Tarantino, attraverso alcune slide, ha parlato del passaggio dal settore giovanile alla prima squadra, portando come esempio il giovane Nunzio Frosolone (’94), che ha esordito quest’anno in serie A: “Comincio col dire che innanzitutto non è un passo breve, ma lungo. La cosa che mi preme sottolineare è che dobbiamo cercare giocatori di futsal, non ricicli del calcio a 11. Nella mia esperienza ho diviso il lavoro in tre fasi: l’attività di base (6-12 anni), in cui ho lavorato tanto con il pallone e lasciato ai ragazzi la libertà di sbagliare, l’attività giovanile (12-16), in cui mi sono concentrato sui principi di tattica collettiva, e l’attività senior, cioè quella dall’Under 18 in su. Il tutto ha un solo scopo, che è quello di formare un ragazzo che debba essere pronto per la prima squadra. La mia personale idea è che la crescita dei giocatori dipende da noi: più crescono gli allenatori e i dirigenti, più crescono i ragazzi”.
È il turno di Mato Stankovic, ct della Croazia, che attraverso alcuni video ha spiegato diverse situazioni di gioco: “Insegnare futsal nel nostro paese non è facile come può esserlo in Spagna e in Italia, visto che abbiamo strutture diverse e possibilità minori. La lingua del futsal è sempre la stessa in tutto il mondo, è il mondo che è diverso da un paese all’altro. Detto questo, sono felice di poter dire che la nazionale croata ha trovato una proprio identità, ovvero un mix tra la nostra tradizione nel calcio a 5 e quella delle migliori nazionali europee. Anni fa abbiamo provato ad imitare in tutto e per tutto gli altri, ma abbiamo fallito. Ora, invece, stiamo raccogliendo i nostri frutti. Con questo voglio dire che è importante anche guardare in casa propria”.
Dulcis in fundo, la parola al Ct della Spagna, Venancio Lopez, che ha spiegato nel dettaglio il lavoro dello staff della nazionale, maschile e femminile, e alcune sessioni di allenamento: “Nella nostra nazione abbiamo tre nazionali maschili (prima squadra, U21 e U18) e quella femminile. Io sono il responsabile di tutte e quattro, ma dietro di me c’è uno staff di prima categoria, che cura tutto nei minimi dettagli. Quando siamo nel ritiro della nazionale lavoriamo ininterrottamente fino a tarda notte, spesso quasi 20 ore continue e non ci lasciamo scappare nulla. Tutto ciò che facciamo viene registrato attraverso programmi di scrittura, fotografici, video e tattici. Il mio compito è quello di selezionare i migliori giocatori della Spagna, assisto settimanalmente a due partite dal vivo, mentre almeno altre cinque-sei me le vedo in video. La differenza tra una selezione maschile e una femminile? La coordinazione e la forza, è tutto là”.