Una tra le paure più comuni dei più piccoli si sconfigge facilmente
anche grazie ai protagonisti dei cartoni animati come PJ Masks
Pigiamino indossato, denti lavati, storia della buonanotte letta ma… appena si spegne la luce ecco che scatta la paura e il timore dei mostri sotto al letto! Una situazione comune in tante famiglie italiane, ma i rimedi per combattere la paura del buio sono tanti, e spesso basta qualche “trucco” per ristabilire la serenità, anche con l’aiuto dei personaggi dei cartoni animati più amati.
Anche se non esistono statistiche sull’argomento, secondo le più recenti ricerche delle Associazioni Pediatriche la paura del buio è una delle più frequenti tra i bambini dai 2 ai 6 anni, insieme a quella degli insetti, dei grossi animali, dei temporali, dell’acqua e del dottore. Se alcune possono essere indotte dal comportamento dei genitori (ad esempio quella di animali, insetti o medici), le altre sono di tipo ancestrale, profonde e destinate a scomparire da sole con l’età. Non per questo, però, non si possono adottare alcuni accorgimenti per aiutare i più piccoli a combattere le proprie paure e fare una bella notte di sonno. E personaggi amati come i PJ Masks, con le loro entusiasmanti avventure notturne, sono gli alleati perfetti per i genitori!
“Dietro la paura del buio, che riguarda la quasi totalità dei bambini attorno ai 3 anni, inclusi quelli che non la esternano, c’è una paura ancestrale, profonda: quella del distacco dai genitori, dell’abbandono, dell’esclusione”, commenta il pedagogista Daniele Novara, Fondatore e Direttore del Centro PsicoPedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti. “Non compare infatti nei primi 2 anni di vita, quando il bambino vive ancora in una sostanziale simbiosi con i genitori, specialmente con la mamma, e non considera il buio come fonte di paura e apprensione: la vicinanza del genitore è sufficiente a garantirgli una sicurezza adeguata. Dal terzo anno di vita, invece, prende consapevolezza del buio e comincia a provare delle inquietudini che richiedono l’attivazione di dispositivi pedagogici che gli permettano di affrontare l’esperienza del passaggio dal giorno alla notte, con questa sospensione della vigilanza consapevole che è il sonno, in maniera fiduciosa e potendo così godere dei benefici del riposo notturno. Alla base, però, conta lo stato emotivo dei genitori: più questi sono tranquilli, senza ansie particolari, né atteggiamenti dispotici e giudicanti (pronunciando frasi come “Ormai sei grande!” o “Ma non ti vergogni?”) più il bambino sarà in grado di affrontare la notte in maniera tranquilla e favorevole”.
Ma come reagiscono i bambini in età prescolare alle paure, piccole e grandi, che li affliggono e quali sono gli strumenti che i genitori possono utilizzare per essere di supporto ai figli? Spesso l’alleato dei bimbi è il cosiddetto “pensiero magico”, straordinaria risorsa dello sviluppo cognitivo che permette loro di muoversi in un mondo che li sovrasta e che da soli non comprendono, attribuendo sentimenti, volontà e possibilità di azione a tutti gli esseri del mondo, inclusi quelli inanimati. Prima dei 6 anni, quindi, diventa possibile far parlare oggetti e animali, curare una sbucciatura con un bacino, compiere un gesto o sussurrare una parola magica per rendersi invisibile o diventare fortissimo. Ma anche parlare e giocare con un amico immaginario o un personaggio visto in televisione: “Un’altra espressione del pensiero magico infantile che preoccupa tanti genitori e che, invece, permette ai bambini di trovare le risorse necessarie per superare le difficoltà e gli ostacoli dell’infanzia”, continua il Dott. Novara. “La serie TV animata dei PJ Masks, per esempio, molto amata dai bambini di quell’età, è decisamente in sintonia con questa meravigliosa risorsa. I protagonisti sono bambini e bambine normalissimi, con le difficoltà di tutti gli altri bambini ma, quando è ora di andare a dormire, si trasformano in veri supereroi. Lo fanno all’insaputa degli adulti (che nella storia, infatti, non compaiono mai) e di notte, e così possono vincere la paura del buio, così come di altri aspetti della realtà, che a un bambino appaiono incomprensibili e minacciosi”.
I PJ Masks (o Super Pigiamini), protagonisti dell’omonima serie trasmessa per la prima volta in Italia nel 2016, sono oggi tra i personaggi più amati da bambini e bambine tra i 3 e i 6 anni; immedesimarsi in Connor, Amaya e Greg, bimbi che vivono vite normali di giorno, ma di notte si trasformano in Gattoboy, Gufetta e Geco e affrontano i supercriminali, è facile e divertente e permette di proseguire le storie viste in televisione attraverso l’immedesimazione.
Se infatti il tempo che i più piccoli trascorrono davanti ad uno schermo – sia esso quello della televisione o, sempre più di frequente, di tablet e cellulari – deve essere limitato, i genitori possono sfruttare il gioco simbolico che i bambini attivano, stimolando la loro creatività per costruire insieme la maschera di Gattoboy e, quando arriva la sera, indossarla al grido di “è il momento dell’eroe!”, per sentirsi un vero supereroe di fronte al buio. Oppure, cantando insieme la sigla dei PJ Masks, far capire ai più piccoli che sono in grado di affrontare qualsiasi paura.
Le strategie che si possono adottare per aiutare i bambini a vincere la paura del buio sono diverse; ecco le principali tecniche suggerite dal pedagogista Daniele Novara:
- La lucina o mini torcia sul comodino: il metodo più banale per evitare la totale oscurità e poter così affrontare la notte senza ansie. Un dispositivo che può essere efficace per affrontare lo stato di vulnerabilità in cui il sonno li pone. Non è un caso che Gufetta sia dotata della ‘super vista’: l’idea che si possa vedere tutto dona ai bambini un senso di sicurezza.
- L’oggetto transizionale: un oggetto, un pupazzo o un peluche, da tenere nel lettino e che, simbolicamente, consente di mantenere un contatto con il genitore. Da un certo punto di vista, è la stessa funzione svolta dai pupazzi dei PJ Masks: se rappresentano la storia vista in tv, lasciarne uno nel letto insieme al bambino si rivela una soluzione molto efficace.
- La storia con una trama che si ripete: ascoltare una storia narrata dai genitori, specialmente della voce della mamma – il cui suono è molto familiare perché ascoltato già nel pancione – è un dispositivo pedagogico efficace per vincere la paura del buio, perché la voce dei genitori rassicura e tranquillizza il bambino. In questo caso, naturalmente, basta calibrare il testo in base all’età: con i bambini più piccoli, di 2-3 anni, sono preferibili ninne nanne e brevi filastrocche; attorno ai 3-4 anni, invece, si possono leggere storie più complesse, come le avventure di Gattoboy, Gufetta e Geco, figure che entrano nell’immaginario del bambino aiutandolo a vincere la paura della notte. Inoltre, ciò che infonde sicurezza in una storia è anche una trama che si ripete e che segue sempre lo stesso copione, con le figure dei buoni e dei cattivi ben definite. Non è infatti casuale che la trama degli episodi dei PJ Masks mantengano sempre un medesimo schema narrativo.
- Altre soluzioni: sono tanti i dispositivi che si possono usare, più specifici e in sintonia con la personalità del bambino; alcuni esempi sono le stelline fosforescenti sul soffitto, un sottofondo musicale oppure, semplicemente, un bicchiere d’acqua (alcuni bambini si sentono rassicurati dal fatto di berne un po’ prima di dormire): ogni genitore attento saprà trovare la soluzione più adatta al proprio bambino».
I nuovi episodi di PJ Masks sono trasmessi in Italia a partire dal 14 ottobre su Rai Yo Yo (Canale 43 del Digitale Terrestre).