
Negli ultimi anni ne abbiamo viste di tutti i colori e il problema è sempre lo stesso: per fare un campionato nazionale ci vogliono risorse economiche non indifferenti, quelle che potrebbero aumentare l’anno prossimo in serie A2, secondo quanto è trapelato dai recenti Consigli federali. Incrementare cioè la fidejussione bancaria per evitare che si creino ulteriori casi come quelli di quest’anno dove, tra il girone A e il girone B, considerando le squadre escluse e chi sta continuando per onor di firma, parlare di campionato parzialmente falsato è quasi legittimo. Si cercherà di avere società convinte e solide nell’iniziare l’avventura. Le condizioni generali non sono ottimali, parliamoci chiaro, chi gode di buona salute è perchè ha saputo realmente gettare le basi per un progetto non troppo dispendioso con le garanzie necessarie per non andare in affanno strada facendo. In Campania il “gioco” delle fusioni ha coinvolto ogni stagione tanti club in una corsa comune verso un progetto che consentisse loro di non abbandonare il mondo del futsal o di ridimensionare eccessivamente le loro ambizioni. Il Napoli Ma.Ma. è quella che ha intrapreso la strada più convincente dopo i problemi avuti qualche anno fa quando si chiamava solo Marigliano. La famiglia Oranges è stata lungimirante e per prima ha lanciato l’idea di un’unica grande società capace di avere gambe solide sulle quali poggiarsi. E’ nata così un’unione d’intenti con la sponda marcianisana e un rapporto di collaborazione a 360° con Nicola Cuccaro. Poi c’è stato il principale coinvolgimento di Nino Pappalardo che ha rinunciato a portare avanti da solo la storia della Napoli Barrese per formare un sodalizio unico che ha avuto un anno di transizione a Marcianise per trasferirsi successivamente al Centro Fipav di Caravita, dando vita al Napoli Marcianise-Marigliano. E nel club è confluita anche la figura di Padre Federico De Candia che col suo settore giovanile ed una struttura ben collaudata ha completato la società ora tra le più organizzate in Campania.
Il fallimento del progetto solitario targato Isef e Orange Passion è l’emblema di come in questo sport non si ha vita lunga se non si cercano partner economici di spessore, a meno che i fondi siano davvero pozzi senza fine dai quali poter attingere. Stesse difficoltà e parziale fallimento è anche quello della Paganese, da due anni in crisi, senza un’idea delineata sul futuro e con una squadra costretta ogni volta a fare i salti mortali per finire la stagione.
L’ultimo termine di paragone frutto di un’intesa tra una squadra di serie A2, retrocessa dalla A e una di serie B, è quello tra il Napoli Vesevo e il Napoli Futsal. Facendo un passo indietro già il Napoli Futsal nasceva dall’unione a tre, tra Bagnolese, Reale Mutua e Macerone. A loro si è aggiunta la figura dell’avvocato Cardillo che ha coronato il suo sogno di fare un campionato nazionale con una squadra fatta di soli napoletani mancando però nel risultato sportivo. Il Napoli calcio a 5 ha pagato lo scotto dell’inesperienza, probabilmente, e alcuni sponsor non hanno mantenuto le promesse attese. Situazione questa che ha creato malumori all’interno del gruppo risolti solo con un ultimo confronto diretto col club la scorsa settimana. Insomma, forse è stato fatto il passo più lungo della gamba e si correva il serio rischio di far saltare il giocattolo. Tutto risolto, per ora. E’ ovvio che l’anno venturo la gestione dovrà avere un punto di partenza ben definito per non correre gli stessi rischi.
Tutta questa lunga premessa serve a far capire a chi ci legge cosa è diventato negli ultimi anni il futsal per colpa di una crisi che francamente non ha aiutato nessuno, dilapidando le casse dei club e costringendoli fare i salti mortali. Dalla nostra accurata descrizione ne mancano due: lo Scafati santa Maria e il Sala Consilina.
Andiamo per ordine. Con il ripescaggio in serie A2 la società che quest’anno ha affidato la presidenza a Giuseppe Alfano, ma è sempre gestita dal presidente onorario Luigi Longobardi, si aspettava forse un risultato migliore, almeno secondo quelle che furono le dichiarazioni il giorno della presentazione.C’è da dire altresì che lo Scafati gode di ottima salute e, nonostante una classifca deficitaria, con lo spettro dei play out ancora alle porte, fino all’ultimo lo staff dirigenziale ha dato prova di compattezza e solidità. Resta però un campionato anonimo in cui si è pagata anche qualche scelta di mercato sbagliata. La domanda è semplice. E’ disposta la società a continuare in questa direzione da sola, consapevole delle difficoltà che ci sono o potrebbe iniziare a strizzare l’occhio altrove? Ed ecco che la strada s’intreccia per logica e per vicinanza ad un altro club: il Sala Consilina.
Anche in questa circostanza parliamo di un club che non ha problemi di gestione economica, almeno per ora. Il presidente Antonio Detta è innamorato del calcio a 5, ma quando si guarda al futuro resta sempre scettico nel definire contesti e date. Spieghiamo. Il Sala Consilina ha già subito un trauma identitario con il trasferimento dalla città di origine a Pellezzano per le ragioni che tutti conosciamo. Struttura inadeguata a disputare un campionato di serie B. A Sala Consilina, di fare un impianto adatto, non c’è nemmeno lontanamente l’intenzione, la risposta della gente non è stata quella che ci si attendeva e i punti interrogativi sono tanti come i meriti di una squadra e di un tecnico capaci di arrivare al primo anno comunque al secondo posto e nei play off. La domanda è semplice anche qui. E’ disposta la società a continuare in questa direzione da sola, consapevole delle difficoltà che ci sono o potrebbe iniziare a strizzare l’occhio altrove? Il progetto raccontato a punto5.it era quello di creare il Salerno calcio a 5, un modo intelligente per allargare orizzonti e interessi attorno al futsal e al club. Tra il dire e il fare ci sono di mezzo le istituzioni e, troppo spesso ci siamo resi conto in questi anni che il menfreghismo è tale da pensare che le parole restino parole e i fatti mai concretizzati rispetto a qualcosa di molto più reale ed a portata di mano. E’ fin troppo semplice pensare, dunque, che in quest’ottica e dopo tutto il nostro ragionamento le strade di Scafati Santa Maria e Sala Consilina possano incrociarsi. Ma la nostra non è soltanto un’ipotesi, sarebbe facile. Non è nemmeno un sasso gettato nello stagno e non abbiamo alcuna intenzione di destabizzare due gruppi impegnati in un finale di stagione tutto da decidere per entrambi in due direzioni opposte. Quanto affermiamo è in realtà frutto di qualcosa che già sarebbe arrivato nei rispettivi spogliatoi e si starebbe muovendo con contatti tra i due sodalizi. Antonio Detta ha avuto quest’anno un ruolo istituzionale in Federazione e non ha mai nascosto l’ipotesi che il dialogo con un altro club non sarebbe assolutamente da scartare. Noi abbiamo la certezza che il dialogo per una possibile fusione l’anno venturo è stato già avviato e anche se dovessero arrivare smentite siamo convinti che questa trattativa sia in essere e potrebbe avere sviluppi importanti al termine del campionato. Ovviamente è tutto ancora in alto mare e ribadiamo il concetto che entrambi, da soli, avrebbero la solidità economica per continuare. Certo è che se il trend degli ultimi anni è stato quello descritto, probabilmente, con quest’articolo, con qualche mese di anticipo, potremmo avere anticipato un’altra fusione a livello nazionale.