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La Traiconet ha riscattato la sconfitta col Casavatore vincendo ad Eboli. I montesi stanno sopperendo ad una condizione non ancora ottimale con le giocate dei campioni che ha in rosa. Protagonista di un buon avvio, condito da quattro reti messe a segno, è Michele Antropoli, l’anno scorso prima al Miseria e Nobiltà e da dicembre al Real Napoli.
Michele Antropoli, un’ottima partenza dal punto di vista personale.
“Più che ottima direi buona. Non mi sento ancora al top, posso e devo dare di più: mi manca la brillantezza, ma è normale che sia così visto che abbiamo lavorato duramente durante la preparazione. Se proprio devo essere sincero le mie prestazioni sono state altalenanti. Fortunatamente abbiamo un organico molto valido, quindi chi prima (vedi Bucciero) e chi dopo darà il suo contributo. Nonostante le critiche credo che la società abbia fatto un ottimo lavoro, solo il tempo e il campo diranno chi avrà avuto ragione. Noi ce la metteremo tutta per raggiungere gli obiettivi”.
In questo avvio la squadra non si è espressa ancora al massimo delle proprie potenzialità: pagate lo scotto di un organico allestito in ritardo a causa dell’attesa del ripescaggio?
“Non credo, poichè questa rosa è sicuramente di alta qualità, con atleti esperti, tecnicamente e tatticamente validi. A mio avviso certi giocatori non hanno bisogno di molto tempo per capire ed integrarsi nei meccanismi di squadra, a maggior ragione se hanno sempre militato in categorie superiori. Differente è la questione atletica, che dipende dall’organismo dei singoli e dalla capacità di smaltire i carichi di lavoro. La squadra non si è espressa al massimo ma tutto sommato, a parta la gara interna col Casavatore, abbiamo sempre vinto: secondo me è un punto a favore, perchè non sempre si racimolano punti se non si è al top. Vogliamo dimostrare il nostro valore e smentire gli scettici, sono convinto che certe voci che si stentono in giro saranno la scintilla giusta per ognuno di noi”.
A che punto è la condizione fisica generale?
“Non siamo ancora al massimo della forma, ma ciò non vuol dire che il nostro preparatore atletico non operi bene, anzi. Il fatto che altri al momento corrano più di noi vuol dire poco, chi pratica questo sport sa che se si lavora bene la forma prima o poi arriva. Quando si parla di condizione fisica si pensa subito al preparatore: ritengo che ciò sia sbagliato perchè i risultati si valutano nel tempo, in quanto ogni preparazione può essere impostata in modi diversi”.
Sulla carta siete la compagine più attrezzata del campionato. Chi credi che possa essere la vostra principale antagonista?
“Credo che le rivali per la promozione diretta siano diverse, ma è presto per dare giudizi. Attualmente la classifica ci indica Sant’Egidio ed Afragola: della prima non ne parlava nessuno e ora è sulla bocca di tutti grazie ai risultati e al buon gioco espresso; i rossoblù invece stanno confermando le attese, non hanno concluso molti acquisti ed è stato più facile per loro amalgamare i nuovi col resto del gruppo già competitivo. Oltre alle due battistrada ci sono anche la New Team, nonostante la falsa partenza, il Napolilepanto, visto che ha acquistato in blocco tanti ex Marianella, e il Casavatore, sebbene le sue prestazioni siano altalenanti. Naturalmente poi tutto può succedere”.
Lo scorso anno hai giocato nel Real Napoli: è corretto affermare che, a parte la tua ex squadra, il Loreto e lo Scafati, questa C1 sia all’altezza della Serie B della passata stagione?
“Il livello di questa C1 è davvero alto. La promozione dello Scafati e la fusione tra Napoli Vesevo e Real Napoli hanno influito tanto, con molti giocatori che sono scesi di categoria per vari motivi e, con Paganese e Sala in B lontane per tanti atleti, il massimo campionato regionale si è arricchito tanto. Insomma sì, questa C1 può essere considerata all’altezza della Serie B dello scorso anno, ovviamente escludendo le squadre che hai citato che comunque avevano giocatori che ora sono in C1 come Mazzocchi, D’Argenzio, Russo e Feo. Poi ci sono Ranieri, Iazzetta, Longobardi ed altri che ora dimentico, gente che fino all’anno scorso ha giocato ad alti livelli. Oltre a loro ce ne sono tanti che hanno calcato campi di categoria superiore negli anni passati, come i miei compagni di squadra Busino, Bucciero e Morra. Poi ci sono Mollo, Loasses, Paolillo, che ai tempi del Bellona in Serie A erano idoli per me. Spero che tutti noi sapremo offrire un bel campionato, in cui si parli sempre più di tecnica e di tattica che di arbitraggi e campi caldi: i presupposti ci sono tutti”.