Poveri ragazzi uccisi, povero Licursi, povero Raciti. Lo stadio come una tomba. Chi era andato per tifare, chi per insegnare sport, chi per lavorare. E hanno trovato la morte. ?E? il prezzo da pagare?, ha detto un tale di nome Antonio Matarrese (se quei coglioni giustamente non devono essere chiamati tifosi, un altrettanto coglione non pu? essere chiamato presidente). Se fosse morto solo Licursi sarebbe stato un incidente di percorso, ora ? diventato un fatto nazionale. Non esistono morti di serie A e morti di serie B. Bravo Tavecchio a sottolinearlo.
Ma c?? l?effetto mediatico dell?evento. Un morto nel derby di serie A, in Sicilia, vale molto di pi? di uno in Terza Categoria. Un morto in un agguato di camorra a Napoli fa sempre notizia da prima pagina nei Tg, non ? un morto qualunque. E? la legge dell?informazione. C?? una scala di valori anche nel dare le notizie, ci sono quelle che fanno audience, altre che restano nell?obl?o.
E cos? c’? voluta la morte di un giovane poliziotto di 38 anni a far venire alla luce tutto quello che gi? si sapeva e perpetuava nel tempo, ma non si affrontava perch? ? pi? importante il business del quotidiano mondo pallonaro scosso da Moggiopoli, che cercare di risolvere problemi marginali come la violenza negli stadi.
Parliamo un po? del decreto Pisanu. Con i biglietti nominali, le multe ai bagarini, e via discorrendo, sono la barzelletta dell?ultimo anno a Napoli. Allo stadio entrano pi? Gennaro Esposito di quanti realmente la citt? ne possa contenere e i bagarini sono i padroni delle zone antistanti lo stadio, la mattina e il giorno prima di ogni match importante.
Sono testimone come tanti di un?incredibile cecit? all?incedere di questi personaggi addirittura fuori i caselli della Tangenziale, all?esterno della biglietteria Azzurro Service, dove si aggirano a decine pronti ad avvicinarti se solo gli concedi uno sguardo, quando te ne stai per cazzi tuoi perch? magari devi fare un altro servizio nei paraggi. E non me la prendo con loro, perch? in una citt? dove questi controlli non li fanno ci sar? qualcuno che avr? chiuso pi? di un occhio. Tanto per capirci, insomma.
Chi sono gli ultras. Quelli che si raccontano in tv sembrano anche credibili, una bella testimonianza di fede, orgoglio, attaccamento alla maglia, voglia di fare amicizia, voglia di colorare le curve solo di amore e passione per la squadra del cuore. Quelli che si dichiarano fuori da ogni logica politica, quelli che rispettano l?avversario e tifano per la loro squadra.
Questo ? scritto nel vangelo degli ultras o magari nel manuale mai pubblicato ?Io Ultras, messaggero di fede?. La realt? ? ben diversa con curve politicizzate, dove quei 10 che comandano sono molti di pi? e il resto della curva sta ai loro comandi, incapace di zittire gli eventuali responsabili, intimorita fino a diventarne complice per paura di prenderle dagli stessi. Non tutti. Ovviamente. Ma in molti stadi funziona pi? o meno cos?.
Le curve non sono un luogo d?aggregazione, ma un rifugio dal quotidiano e lo sfogo della domenica dove spesso ? necessario individuare un nemico altrimenti non c?? modo di sopire la propria rabbia. Non tutte, ovviamente.
Perch? c?? odio verso la polizia. Una cosa giusta l?hanno detta, a mio modesto avviso. C?? odio perch? non c?? dialogo. Partita a rischio, loro da una parte, i poliziotti dall?altra. La vera partita. Poliziotto primo nemico. Ho sentito un ultras “normale” dire in tv che loro hanno delle ragioni da difendere. Va bene, che siano compatibili con la costituzione e con la giustizia. E allora i poliziotti devono fare un passo indietro. Altrimenti vanno puniti e repressi. Con gli altri si deve dialogare, se c?? una maggioranza silenziosa che vuole vedere le partite anche in curva.
Io sono di quelli convinti che a volte un?azione di protesta forte ma civile smuova le acque e le coscienze. Tant?? che nel mio qualunquismo penso che per risolvere il problema della munnezza in Campania basta che centinaia di cittadini campani si rechino tutte le sere con un ?sacchetto nero antiviolento? per lasciarlo davanti a Palazzo San Giacomo fino a che non si prenda una soluzione a riguardo.
Ce ne fottiamo, politicanti di ogni colore e cittadini. C?? indifferenza verso tutto, non abbiamo voglia di agire, di denunciare. In fondo, ora che ci penso, considerando come si muove la politica e la giustizia, a volte ? meglio farsi i cazzi propri piuttosto che accusare qualcuno e magari dopo un paio di giorni vederselo sotto casa a chiederti spiegazioni con le sue garbate maniere…
Ed invece bisognerebbe parlare, almeno cos? nessuno avrebbe pi? alibi n? la possibilit? di tirare acqua al proprio mulino. Questa gentaglia che si traveste con i passamontagna per assaltare la polizia chi ?? Delinquenti comuni che pensano di comandare l?esito di un evento sportivo mettendo a ferro e fuoco una citt?? Allora ? giusto che paghino loro.
Non sono d?accordo con la responsabilit? oggettiva dei club. Quando all?interno di uno stadio nessuno oser? pi? gettare bombe, creare disordini, offendere la razza delle persone, inneggiare a morti con striscioni infami, solo allora si dovr? giocare una partita. Altrimenti bisogna esasperarli al contrario, negandogli il loro sfizio. Non si gioca, a oltranza. Repressione e dialogo. Perch? tutti devono fare un passo indietro.
E? interessante l?idea di un tavolo di confronto con le curve di tutti i club. Deve accadere in tutte le categorie, deve sparire il concetto di poliziotto primo nemico, cos?, se c?? qualcuno che comanda nelle curve e vengono dettate le regole, devono essere rispettate. Le curve e non gli stadi che non si adeguano alle nuove direttive dovrebbero essere chiuse. Chi commette un?intemperanza in trasferta ne far? pagare le conseguenze agli altri ed a quella tifoseria deve essere vietato di andare in qualsiasi stadio a meno che non cada il muro di omert?: cio? chi sbaglia viene isolato, segnalato e consegnato alla giustizia. Altrimenti sono tutti colpevoli.
Un ragazzo ha scritto al nostro sito una frase agghiacciante ?quando vado in curva mi sembra di essere un ospite?. Significa che sei sotto osservazione, che sei un loro ostaggio ai loro comandi. Se la curva deve essere un porto franco, se davvero dopo questi giorni fatti di dolore, qualunquismo e ricette, assisteremo ancora a guerriglie urbane durante una partita di calcio, se nessuno avr? la forza di ribellarsi ai finti padroni di un grande divertimento, al prossimo morto abbiate tutti il coraggio, me compreso, di dire che siamo un po? complici.