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La denuncia della Caivanese: “Assurdo il referto arbitrale”

di comunicato stampa
8 Marzo, 2013
in Archivio News
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La premessa è d’obbligo. Questo intervento non vuole essere inteso come uno sfogo o un gesto di vittimismo, o ancora come un alibi per vittorie mancate. Ma è il caso di riflettere e far riflettere dopo gli ennesimi episodi in cui, dopo aver subito danni sul campo, dobbiamo sopportare anche la beffa del comunicato del giovedì. Come per tutti, “ognuno ha quel che si merita”. Anche noi riteniamo che la posizione e i punti ottenuti riflettono quello che è il nostro valore, ma non si può restare impassibili e in silenzio dopo l’ennesimo episodio di protagonismo e supponenza arbitrale, soprattutto nella versione del giovedì. Pensavamo di averle viste e vissute praticamente tutte. Purtroppo ci vediamo costretti ad intervenire, perché è inammissibile quello che si è verificato in quel di Maddaloni. Anche lì, abbiamo subito un arbitraggio a senso unico, e nonostante la veemenza che può esserci stata nel manifestare il nostro disappunto al termine della gara, abbiamo accettato il verdetto del campo come sempre fatto. Tuttavia, anche questa volta siamo costretti a leggere di un referto a dir poco vergognoso e che sembra più un bollettino di guerra. 4 giornate di squalifica al calcettista De Rosa per aver continuato ad ingiuriare l’arbitro dagli spalti dopo l’espulsione; ci si chiede come si può giustificare questa motivazione, in un palazzetto in cui erano presenti oltre 100 persone che come in tutte le gare del mondo protestano e sbraitano ad ogni decisione, se non con la frustrazione del direttore di gara nel condannare per tutti (pubblico casalingo ed ospite) l’unica persona riconoscibile, addirittura per un presunto comportamento fuori dal terreno di gioco (perché gli spalti tali sono). 3 giornate di squalifica al calcettista Somaripa per aver ingiuriato l’arbitro; premesso che stiamo parlando di un ragazzo tra i più corretti della regione, ci si chiede se il chiedere spiegazioni a fine gara per delle decisioni oggettivamente fuori dal normale basta per meritare una squalifica. Riteniamo che in entrambi i casi la mania di protagonismo del direttore di gara l’abbia portato a giudicare la protesta alla pari di una rissa o di un aggressione; queste sanzioni, infatti, non sono diverse da chi viene espulso per condotta violenta e obiettivamente tra una condotta violenta e una protesta vivace passa un abisso. A questo si aggiunge una sanzione pecuniaria per aver ingiuriato l’arbitro e per aver invaso il campo; su questa ultima motivazione ci permettiamo ironicamente di dire che evidentemente il direttore di gara in questione non sa cosa è un’invasione di campo. Si fa presente che l’eventuale ingresso in campo di qualcuno è stato solo finalizzato ad allontanare la squadra, seppur esemplare nel comportamento nonostante l’andamento della gara, al fine di evitare quello che temevamo e che si è verificato, ovvero un’altra invenzione arbitrale nel referto. E si fa altresì presente che al termine della gara, per via dell’assenza di recinzioni nel palazzetto di Maddaloni, in campo sono entrati quasi tutti i presenti. Anche in tal caso riteniamo dunque che si sia sparato non nel mucchio, ma in modo preciso, giustificando la motivazione e il destinatario del colpo con l’esito finale della gara. Non si vuole credere alla malafede, non è nel nostro “modus operandi” pensare male, ma la misura è piena e la pazienza ha un limite, e non è più accettabile che dopo tanti sacrifici economici legati ai costi di iscrizione, ai campi da pagare, ai materiali e tutto il resto, siamo ripagati con la presenza in campo di figure che definiremmo con eleganza “inadeguate” perché poco preparate tecnicamente e psicologicamente, poco competenti, spesso molto supponenti e arroganti, e cosa più grave, non a conoscenza delle regole basilari dello sport in cui sono coinvolti. Non possiamo accettare che questi signori decidano arbitrariamente i risultati delle gare perché questo lascia intendere la loro condotta in campo. Gravissima sarebbe poi, se verificata, l’affermazione di un C.C. che ha indicato nel direttore di gara di Maddaloni un arbitro di calcio a 11 e non di calcio a 5. Ma stiamo scherzando??? Ma di cosa stiamo parlando se ciò fosse vero??? Ma esistono verifiche delle capacità tecniche e psicologiche di queste figure prima di inviarle ad arbitrare o chiunque può farlo??? Dulcis in fundo, il comportamento della federazione. Interpellata su questi argomenti, ci risponde che un arbitro del genere ha personalità, che in caso di nostro ricorso o nota sull’accaduto ci sarà addebitata una tassa e ci verrà data risposta in tempi più o meno definibili in 3/4 settimane (tanto vale rispondere “ce ne freghiamo altamente delle vostre rimostranze”). Dove è la tutela nei confronti di chi si sente preso in giro, e ribadiamo, fa enormi sacrifici contribuendo a mantenere il giocattolo federale funzionante, se poi la qualità del servizio è così scadente??? Ha senso continuare in questo modo??? Può solo la passione spingerci a non mollare un sistema che fa di tutto per disincentivarti??? Visto quello che si legge settimanalmente e le conversazioni amichevoli che abbiamo con le dirigenze avversarie ogni settimana, riteniamo che non siamo l’unica società ad avere un pensiero di questo tipo, e invitiamo chi è concorde con noi a farsi sentire. L’unione fa la forza e crediamo sia il caso di unirsi per chiedere spiegazioni e proporre di migliorare tanti meccanismi che non vanno, se non fosse per il fatto che siamo noi a mantenere vivo questo sport con i nostri contributi. In conclusione, chiediamo rispetto per gli sforzi economici e non che quotidianamente facciamo solo per la passione verso questo sport. Chiediamo rispetto perché diamo rispetto.
Comunicato stampa Real Caivanese Futsal

Ecco lo sfogo del tecnico della Caivanese, Francesco Gargiulo:

Ieri nel leggere il comunicato della Federazione ho avuto un attimo di scoramento, non di rabbia, perché è da inizio anno che si è deciso in accordo con la società di lavorare sui comportamenti e gli atteggiamenti che in questi anni hanno macchiato il nome della squadra. Grazie alla collaborazione di tante altre persone che la pensano come me, abbiamo intrapreso la giusta rotta. Poi leggo il comunicato e vedo che due miei calcettisti sono stati squalificati dal giudice sportivo per 3 e 4gg rispettivamente. Ripenso continuamente alla gara ma non mi sovviene in mente nulla che possa aver fatto prendere tale decisione al giudice sportivo e non mi capacito di cosa ci possa essere scritto nel referto arbitrale. Leggo con attenzione e trovo il termine “ingiurie”. Premetto che non penso mai che gli arbitri operino con cattiva fede, ma non capisco il perché di un referto di questo tipo. Siamo stati avanti tutta la gara e a pochi minuti dalla fine subiamo un fallo dal limite per “fallo di mani” di DeRosa; l’arbitro decide, come da regolamento per il doppio giallo ed espelle il mio uomo il quale pregando, e non imprecando, chiede il perché della sanzione. A questo punto lo stesso calciatore va sugli spalti e come tutti segue il match con la tensione che una partita importante regala.
A fine partita, precisamente al 33’30” (siamo 30″ dopo il termine del recupero), dopo che la squadra avversaria spreca una clamorosa palla goal, l’arbitro fischia la fine su nostra ripartenza 3vs1. Il calcettista Somaripa, che era in possesso di palla, prende il pallone fra le mani e corre verso l’arbitro chiedendo il perché dell’interruzione del gioco su una potenziale azione da goal, subito seguito da me che chiedevo ai nostri dirigenti di allontanarsi dal campo, anche se mi rendevo conto che il loro intervento era solo finalizzato ad evitare che si potesse degenerare.
Ai signori arbitri e designatori chiedo se tali comportamenti meritano rispettivamente 4gg e 3gg di squalifica, e 130€ di multa. Ancora mi chiedo cosa sia stato scritto sul referto arbitrale. Ieri all’allenamento qualcuno diceva “è meglio comportarsi in modo minaccioso” e mi sorge il dubbio che se questo è il risultato di un comportamento educato e rispettoso, forse hanno ragione loro! Inizio a pensare che la Real caivanese sia quasi segnalata e che dunauqe ogni minima cosa venga interpretata come una tempesta. Resto attonito e voglio ancora sperare nella buona fede degli arbitri, e spero che nei comunicati post gara prevalga sempre il rispetto alle antipatie e alla simpatie. Con immenso rispetto Francesco Gargiulo, allenatore Real Caivanese Futsal
 

La premessa è d’obbligo. Questo intervento non vuole essere inteso come uno sfogo o un gesto di vittimismo, o ancora come un alibi per vittorie mancate. Ma è il caso di riflettere e far riflettere dopo gli ennesimi episodi in cui, dopo aver subito danni sul campo, dobbiamo sopportare anche la beffa del comunicato del giovedì. Come per tutti, “ognuno ha quel che si merita”. Anche noi riteniamo che la posizione e i punti ottenuti riflettono quello che è il nostro valore, ma non si può restare impassibili e in silenzio dopo l’ennesimo episodio di protagonismo e supponenza arbitrale, soprattutto nella versione del giovedì. Pensavamo di averle viste e vissute praticamente tutte. Purtroppo ci vediamo costretti ad intervenire, perché è inammissibile quello che si è verificato in quel di Maddaloni. Anche lì, abbiamo subito un arbitraggio a senso unico, e nonostante la veemenza che può esserci stata nel manifestare il nostro disappunto al termine della gara, abbiamo accettato il verdetto del campo come sempre fatto. Tuttavia, anche questa volta siamo costretti a leggere di un referto a dir poco vergognoso e che sembra più un bollettino di guerra. 4 giornate di squalifica al calcettista De Rosa per aver continuato ad ingiuriare l’arbitro dagli spalti dopo l’espulsione; ci si chiede come si può giustificare questa motivazione, in un palazzetto in cui erano presenti oltre 100 persone che come in tutte le gare del mondo protestano e sbraitano ad ogni decisione, se non con la frustrazione del direttore di gara nel condannare per tutti (pubblico casalingo ed ospite) l’unica persona riconoscibile, addirittura per un presunto comportamento fuori dal terreno di gioco (perché gli spalti tali sono). 3 giornate di squalifica al calcettista Somaripa per aver ingiuriato l’arbitro; premesso che stiamo parlando di un ragazzo tra i più corretti della regione, ci si chiede se il chiedere spiegazioni a fine gara per delle decisioni oggettivamente fuori dal normale basta per meritare una squalifica. Riteniamo che in entrambi i casi la mania di protagonismo del direttore di gara l’abbia portato a giudicare la protesta alla pari di una rissa o di un aggressione; queste sanzioni, infatti, non sono diverse da chi viene espulso per condotta violenta e obiettivamente tra una condotta violenta e una protesta vivace passa un abisso. A questo si aggiunge una sanzione pecuniaria per aver ingiuriato l’arbitro e per aver invaso il campo; su questa ultima motivazione ci permettiamo ironicamente di dire che evidentemente il direttore di gara in questione non sa cosa è un’invasione di campo. Si fa presente che l’eventuale ingresso in campo di qualcuno è stato solo finalizzato ad allontanare la squadra, seppur esemplare nel comportamento nonostante l’andamento della gara, al fine di evitare quello che temevamo e che si è verificato, ovvero un’altra invenzione arbitrale nel referto. E si fa altresì presente che al termine della gara, per via dell’assenza di recinzioni nel palazzetto di Maddaloni, in campo sono entrati quasi tutti i presenti. Anche in tal caso riteniamo dunque che si sia sparato non nel mucchio, ma in modo preciso, giustificando la motivazione e il destinatario del colpo con l’esito finale della gara. Non si vuole credere alla malafede, non è nel nostro “modus operandi” pensare male, ma la misura è piena e la pazienza ha un limite, e non è più accettabile che dopo tanti sacrifici economici legati ai costi di iscrizione, ai campi da pagare, ai materiali e tutto il resto, siamo ripagati con la presenza in campo di figure che definiremmo con eleganza “inadeguate” perché poco preparate tecnicamente e psicologicamente, poco competenti, spesso molto supponenti e arroganti, e cosa più grave, non a conoscenza delle regole basilari dello sport in cui sono coinvolti. Non possiamo accettare che questi signori decidano arbitrariamente i risultati delle gare perché questo lascia intendere la loro condotta in campo. Gravissima sarebbe poi, se verificata, l’affermazione di un C.C. che ha indicato nel direttore di gara di Maddaloni un arbitro di calcio a 11 e non di calcio a 5. Ma stiamo scherzando??? Ma di cosa stiamo parlando se ciò fosse vero??? Ma esistono verifiche delle capacità tecniche e psicologiche di queste figure prima di inviarle ad arbitrare o chiunque può farlo??? Dulcis in fundo, il comportamento della federazione. Interpellata su questi argomenti, ci risponde che un arbitro del genere ha personalità, che in caso di nostro ricorso o nota sull’accaduto ci sarà addebitata una tassa e ci verrà data risposta in tempi più o meno definibili in 3/4 settimane (tanto vale rispondere “ce ne freghiamo altamente delle vostre rimostranze”). 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Comunicato stampa Real Caivanese Futsal

Ecco lo sfogo del tecnico della Caivanese, Francesco Gargiulo:

Ieri nel leggere il comunicato della Federazione ho avuto un attimo di scoramento, non di rabbia, perché è da inizio anno che si è deciso in accordo con la società di lavorare sui comportamenti e gli atteggiamenti che in questi anni hanno macchiato il nome della squadra. Grazie alla collaborazione di tante altre persone che la pensano come me, abbiamo intrapreso la giusta rotta. Poi leggo il comunicato e vedo che due miei calcettisti sono stati squalificati dal giudice sportivo per 3 e 4gg rispettivamente. Ripenso continuamente alla gara ma non mi sovviene in mente nulla che possa aver fatto prendere tale decisione al giudice sportivo e non mi capacito di cosa ci possa essere scritto nel referto arbitrale. Leggo con attenzione e trovo il termine “ingiurie”. Premetto che non penso mai che gli arbitri operino con cattiva fede, ma non capisco il perché di un referto di questo tipo. Siamo stati avanti tutta la gara e a pochi minuti dalla fine subiamo un fallo dal limite per “fallo di mani” di DeRosa; l’arbitro decide, come da regolamento per il doppio giallo ed espelle il mio uomo il quale pregando, e non imprecando, chiede il perché della sanzione. A questo punto lo stesso calciatore va sugli spalti e come tutti segue il match con la tensione che una partita importante regala.
A fine partita, precisamente al 33’30” (siamo 30″ dopo il termine del recupero), dopo che la squadra avversaria spreca una clamorosa palla goal, l’arbitro fischia la fine su nostra ripartenza 3vs1. Il calcettista Somaripa, che era in possesso di palla, prende il pallone fra le mani e corre verso l’arbitro chiedendo il perché dell’interruzione del gioco su una potenziale azione da goal, subito seguito da me che chiedevo ai nostri dirigenti di allontanarsi dal campo, anche se mi rendevo conto che il loro intervento era solo finalizzato ad evitare che si potesse degenerare.
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