Protagonista della rubrica “Il presidente” è Gaetano Di Domenico, patron della Feldi Eboli neopromossa in C1. Scopriamo chi è oltre il mondo del futsal, i suoi segreti, le sue emozioni quotidiane.
Presidente, prima di tutto le chiediamo cosa fa nella vita.
“Sono parte integrante e general manager di un’azienda di famiglia che si occupa di import-export di valigeria, pelletteria e accessori con il marchio Feldi: da qui il nome della Polisportiva Feldi Eboli. L’associazione comprende, oltre al settore calcio a 5, una scuola calcio affiliata alla A.S. Roma con quasi 500 atleti e un circolo di tennis F.I.T. che partecipa a campionati regionali e nazionali”.
Cosa dicono in famiglia della passione legata al futsal?
“La mia famiglia è il mio più grande fluido: tifa, supporta e ama la Feldi. Oltre a mia moglie Anna, i miei due figlio Felice e Luigi, sebbene siano ancora molto piccoli, sono i miei primi tifosi”.
Ha altri hobby?
“Una storica passione per le vespe d’epoca: sono collezionista e presidente di un club di mezzi d’epoca”.
Lei tifa? Parliamo di calcio ovviamente…
“Il grande Napoli, naturalmente! Sono tifoso azzurro per questioni di famiglia, ma ai tempi della mia gioventù con Maradona al San Paolo era una favola più che una partita di calcio”.
C’è la partita decisiva per un grande obiettivo della sua squadra del cuore e quella decisiva della Feldi. Che fa?
“La Feldi prima di tutto”.
Da quanto tempo vive nella galassia del futsal?
“Dalla stagione 2003/2004. L’avventura iniziò in maniera puramente amatoriale ma il “virus futsal” mi ha poi contagiato del tutto fino a farmi programmare obiettivi crescenti”.
Cosa non le piace del calcio a 5?
“La superficialità che la Federazione a volte utilizza nelle questioni importanti, soprattutto in termini di sicurezza sui campi a tutela degli arbitri, dei giocatori e di tutti gli addetti ai lavori, ma anche nella celerità e nell’equità della giustizia sportiva”.
Qual è la sua ricetta per migliorarlo?
“Il mio suggerimento, capendo che il compito di tutti gli addetti ai lavori è già difficile in sè, è quello di alzare la qualità senza temere di rimetterci in quantità. Le fusioni che stanno avvenendo negli ultimi anni evidenziano la voglia di migliorare in professionalità, nel rispetto della grande passione che si ha per il calcio a 5”.
Il suo portafortuna?
“Sono un soggetto molto scaramantico, ma più che avere un portafortuna cerco di evitare tutti i segnali che interpreto come negativi…”.
Il ricordo più bello legato alla sua esperienza in questo sport oppure ci racconti un aneddoto in particolare.
“La promozione in C1 di quest’anno è piena di soddisfazioni e di ricordi intensi e positivi, in special modo per i nuovi amici che si sono aggregati alla famiglia Feldi. Tuttavia l’aneddoto più significativo della storia del club risale al primo campionato in serie D: un mio giocatore, che è soprattutto un mio amico fraterno nonchè promotore della nascita della Feldi Eboli C5, ricevette due anni di squalifica in seguito ad un gesto ingiustificato nei confronti di un arbitro. Questo calcettista ha continuato ad allenarsi regolarmente con noi durante la sanzione fino alla fine della squalifica. Oggi ha imparato a contare fino a 10 prima di confrontarsi con gli arbitri ed è diventato il capitano della nostra squadra”.