Dalla quasi rassegnazione a disputare i playout all’euforia di essere usciti dalla zona rossa e di poter centrare la salvezza diretta: è la metamorfosi del Cus Avellino, che dopo 7 turni senza vittorie ha ottenuto due successi consecutivi in trasferta contro Miseria e Nobiltà e Turris. Capitan Genny Venezia la spiega così: “La consapevolezza di non meritare la deficitaria posizione in classifica che avevamo ci ha portato a fare due prestazioni di orgoglio, ottenendo il massimo risultato”. In casa biancoverde negli ultimi anni avevano fatto la bocca buona e nessuno si aspettava di ritrovarsi a dover lottare strenuamente per evitare la retrocessione: “Assolutamente no -sostiene Venezia-, visto il discreto settimo posto dello scorso anno ed i due piazzamenti playoff consecutivi nelle stagioni precedenti”. Nel periodo di crisi il Cus ha avuto delle attenuanti. L’emergenza neve in Irpinia ha infatti costretto i lupi a trasferirsi dalla Tendostruttura Coni di Avellino al Palasport di Pratola Serra dopo venti giorni di ricerca e di impossibilità di allenarsi: “E’ vero -conferma il capitano-, il campo da gioco ha influito negativamente in primis per la differenza di superficie e dimensioni rispetto al PalaConi, e inoltre abbiamo risentito dei venti giorni in cui non abbiamo potuto allenarci”. Con 34 punti, a +1 sulla zona playout, il calendario dice che il Cus Avellino è artefice del proprio destino: due scontri diretti in casa contro Casavatore e Calvi Simaldone e l’unica trasferta sul campo dell’Eboli già praticamente retrocesso. Da saggio capitano, Venezia ci va cauto: “Nelle ultime giornate ci sono stati continui cambiamenti nelle posizioni a ridosso dei playout, con risultati a sorpresa, comprese le nostre vittorie, che hanno spostato gli equilibri in questo finale di stagione. Siamo consapevoli di avere in mano il nostro destino, ma il recente passato ci insegna a guardare la classifica giornata dopo giornata”.