Fair & Unfair plays” e’ una rubrica la cui essenza è FARE “DENUNCIA” PER CREARE CULTURA SPORTIVA.
In altri termini e’ nostra intenzione dare concreta sistematicita’ all’argomento attraverso le “voci” di chi, come noi, si sforza di valorizzare e sottolineare i comportamenti corretti delle squadre (giocatori e dirigenti) che intendono lo sport come manifestazione sicuramente competitiva ma leale e sana e che soprattutto vivono il triplice fischio finale dell’arbitro come momento definitivo in cui l’agonismo che, logicamente divide, scompare.
Ma, e speriamo di farlo raramente, dare anche la possibilita’ di stigmatizzare e denunciare (anche agli organi federali laddove necessario)eventualmente comportamenti “anomali”, minacciosi, ingiuriosi, violenti e antisportivi verificatisi sia in campo che fuori .
Compito arduo, ma partiamo da un concetto che deve accompagnarci sempre, nello sport come nella vita: agire lascia il segno !!
E questo nostro costante richiamo al fair play e’ il segno che dobbiamo ricordarci di metterlo in campo perche’ ce ne siamo dimenticati. Richiamare un valore significa che quel valore si sta smarrendo !!!
Curata da Pasquale Migliore, la rubrica dà quindi l’opportunità a tutti i dirigenti delle squadre militanti nel girone B del campionato di serie C2 di calcio a 5 di segnalare le, speriamo, tantissime testimonianze di “fair plays” nelle gare della giornata disputata durante il week end ma lascia aperta la sua porta anche alle segnalazioni delle “unfair plays”
Durante il week end, infatti, ogni dirigente delle compagini militanti nel nostro girone potrà inviare la propria segnalazione alla casella postale [email protected] oppure scriverci direttamente nella sezione CONTATTI del nostro sito www.unicof.it che leggera’ poi , sistematicamente ogni lunedì, nella news della relativa rubrica .
Il nostro augurio è che questa piccola iniziativa dal grande valore sportivo ci aiuti a far prevalere la cultura del competere per mettersi alla prova sulla cultura della vittoria a ogni costo.
Primi, elementari, ma tuttavia sostanziali passi per essere persone migliori anche nella vita !
IMPARIAMO A RISPETTARE GLI IMPEGNI di Pasquale Migliore
In un “inquietante” articolo del Corriere della Sera del 9 novembre u.s. si poneva l’attenzione su un atteggiamento deviante tenuto dalle piccole società e\o associazioni che fanno “scuola calcio” per i bambini.
Contravvenendo anche ad un suggerimento della Federazione che invita le società a non fare selezioni prima dei 12 anni, queste, in occasione del nuovo anno sportivo, hanno pensato bene di inviare una lettera ai loro piccoli atleti invitandoli a cercarsi un’altra sistemazione.
Assurdo vero? Questo patetico scimmiottamento del calcio “dei grandi” che tracima nel grottesco, una lettera di “licenziamento” inviata ad un bambino di 8 anni, come se fosse uno scafato milionario dai piedi un po’ logori che deve, di colpo, trovarsi una pensione di lusso in Australia o in Canada…….
Vi rendete conto che parliamo di ragazzini che giocano e giocando dovrebbero imparare non solo a tirare una punizione, a calciare in modo giusto ecc ecc…?
Dovrebbero solo abituarsi al rispetto degli orari, delle regole, del prossimo. Parliamo di apprendere ad essere cittadini in maniera ludica, per questo si è coniato il termine di scuola-calcio. Invece vediamo tradito questo spirito. In luogo delle scuole si moltiplicano, come funghi , centri di selezione, una sorta di eugenetica del football, con buona pace di tutto quello che dovrebbe essere lo sport.
Quando poi si ha il dono di appartenere alla “razza ariana” di coloro che con il pallone ci sanno fare, ci sono addirittura dei tristi personaggi che arrivano ad offrire persino compensi, o sarebbe meglio dire, miraggi di compensi. Qualche ragazzino diventa perciò un adulto che insegue l’acqua nel deserto, anzi nella desolazione di queste società di Azzeccagarbugli.
United non offre un euro! Non può, non sa, non lo farebbe nemmeno se potesse, perché punta più in alto, punta alla formazione, alla qualità, considera i suoi ragazzi uomini in fieri. Il nostro compito è quello di farli diventare degli uomini in potenza, degli uomini al 100%.L’unico contratto che firmiamo è un patto tra gentiluomini che non prevede soldi e che non prevede nemmeno la possibilità di essere tradito, e questo vale per entrambe le parti. Non tratteniamo nessuno, sia logico, ma pretendiamo da chi ci stringe la mano il rispetto dell’impegno preso, durante questo periodo il nostro lavoro, le nostre energie psico-fisiche, le nostre risorse finanziarie sono finalizzate alla crescita umana e sociale del ragazzo. Chi vuole andare via lo può fare, certo ma……solo a fine anno, perché rispettare l’impegno fa parte degli insegnamenti da impartire.
Com’è diverso vero’? C’è chi manda delle lettere ai bambini e chi è disposto ad avere duecentomila tesserati in nome di un progetto sociale. Questa è la differenza tra cialtroneria e serietà, tra lucro e sport, tra approssimazione e progetto, tra noi e loro.
Avanti United.
Comunicato Stampa United Colours