Riceviamo e pubblichiamo –
Caro Fabio. Ti scrivo in riferimento alla gara Vip Club-Vesevo Juniores.Dispiace per quello che ? successo e la societ? far? di tutto per far capire ai propri calcettisti che lo sport si pratica con passione e correttezza verso l’avversario e soprattutto l’arbitro e che bisogna accettare le decisioni dell?arbitro anche quando sbagliano. E’ pur vero per? che l’arbitro ha commesso un grave errore nel sospendere la gara perch? fino a quel momento l’incontro era stato bello ad avvincente con nessun episodio tra le due squadre che poteva far pensare ad uno epilogo del genere. Dispiace che per un errore di un giovane si debbano punire 20 giovani calcettisti che fanno i sacrifici per portare avanti una passione. Le gare da sospendere sono ben altre, si poteva
tranquillamente continuare visto l’ottimo rapporto che lega la mia societ? al signor Stefano Salviati e grazie al clima amichevole che c’era tra i ragazzi la dirigenza e i genitori prima,durante e soprattutto dopo la gara.
Peppe Abbondanza
Le scuse sono un segno di civilt? e maturit?, quando si sbaglia, ma anche quando si ? convinti di essere dalla parte della ragione. Leggendo le decisioni del giudice sportivo questa settimana, come altre volte ? capitato per il campionato juniores, fa male constatare come spesso arrivino squalifiche addirittura di un anno o pi?, per giocatori e dirigenti. L?arbitro ? un alibi puerile a livello giovanile, davvero non si pu? chiedere la luna a questi ragazzi e pretendere che siano sempre perfetti.
Certo, le societ? pagano, ma parliamo di una Juniores dove il risultato dovrebbe contare fino ad un certo punto, dove gli animi dovrebbero essere non esasperati, ma volti sempre ad un approccio diverso della gara.
Purtroppo, dispiace dirlo, credo che il colpevole principale dell?atteggiamento spropositato di tanti ragazzi sia da ricercare nell?incapacit? gestionale del club e di chi li segue. Se prendiamo l?esempio di Frignano che l?anno scorso ha abbandonato la competizione per un episodio di violenza, e ora leggiamo di 270 euro di multa perch? propri sostenitori ingiuriavano l’arbitro per tutta la durata della gara ed alla fine della stessa entravano sul terreno di gioco tentando di colpirlo con pugni e schiaffi, fa rabbia. E? deprimente.
Faccio un?analisi molto semplice: se in una squadra ci sono ragazzi che possono essere educati allo sport, vanno inseriti, aiutati, spronati. Se in questo club non ci sono dirigenti capaci di tenere il pugno di ferro, di ?dare uno schiaffo a loro? prima che lo diano all?arbitro di turno, inculcando la mentalit? del rispetto, ma gli stessi si lasciano trascinare dalla tensione emotiva cadendo a loro volta in errore, il mio consiglio ? di starsene a casa. Di educativo c?? ben poco. Permettere a ragazzini di sfogare la loro rabbia all?esterno o dentro un campo significa esserne complici. Qualcuno suggerisca loro insieme alla tattica anche la dialettica da usare. Accettare di fare sport, soprattutto con i ragazzi, non vuol dire solo seguire gli allenamenti, stilare la lista dei dodici, mandarli in campo. Una societ? dovrebbe essere capace di gestire con maggiore determinazione tutto il contesto di una gara. La stretta di mano finale, l?ospitalit?, ? quello il successo da perseguire.
Dispiace essere cos? duri, non vogliamo essere per? distruttivi e chi cade in errore ha avuto e avr? la possibilit? di rimediare, c?? chi va preso da esempio, chi fa capire anche ai tanti genitori tifosi quale ? lo spirito collettivo. Il campionato juniores non deve essere pi? il foro delle scuse, n? fucina di giovani violenti, ma fucina di giovani talenti.