Netta affermazione per il Cagliari nel delicato scontro-salvezza con il
Napoli Vesevo, superato con il punteggio di 8-1 al termine di una gara quasi a
senso unico. E per la verità non poteva concretizzarsi nulla di diverso da
quanto poi effettivamente avvenuto in un match per certi versi segnato in
partenza, con i vesuviani evidentemente condizionati dalla scandalosa
squalifica (due le giornate di stop inflitte dal giudice sportivo in
riferimento alla gara infrasettimanale con il Montesilvano) comminata a capitan
Campano all'immediata vigilia della sfida con i sardi. E per carità, nulla
contro la formazione rossoblu, che ha semplicemente fatto il proprio dovere
aggiudicandosi per la prima volta nella stagione i tre punti messi in palio e
raggiungendo in classifica proprio i vesuviani. Ma non si può non evidenziare
quanto negativamente abbia inciso sul morale del team partenopeo sapere –
peraltro soltanto a 24 ore da una partita in qualche maniera fondamentale per
le sorti del suo campionato, semplicemente come un fulmine a ciel sereno – di
essere costretto a giocarsela senza il suo trascinatore e giocatore-simbolo. E
chi lo mette in dubbio, magari con Campano in campo le cose per il Napoli
Vesevo sarebbero potute andare anche peggio, questo nessuno potrà mai saperlo.
Tuttavia, quanto accaduto durante questa settimana ha semplicemente dell'
incredibile, da far cadere le braccia anche al più appassionato di questa
disciplina. Al danno si è aggiunta anche la beffa per una squadra che da
sempre, su tutti i campi – senza cadere in falsi e pretestuosi moralismi
(inviterei qualcuno a smentirmi!) – da addetti ai lavori e non, subisce di
tutto e di più: beceri cori ostili e razzisti, improperi di ogni genere. Ed ora
appare fuori luogo fare l'elenco di tutti i singoli episodi, ne servirebbe
eccome di inchiostro. Val la pena richiamarne qualcuno soltanto per rendere l'
idea, anche risalendo un po' nel tempo, a dimostrazione che il problema non è
transitorio ma di vecchia data, assolutamente atavico in una realtà come quella
del nostro Belpaese, di certo – e questo fa davvero male riconoscerlo –
connesso a qualcosa che purtroppo va oltre lo sport, a qualcosa che è più
grande di noi. Vogliamo ricordare quanto accaduto a Spoleto nella stagione 2007-
2008 in occasione della gara di ritorno della finale play off-promozione?
Vogliamo ricordare, da ultimo, gli sputi subiti prima, durante e dopo il match
recentemente disputato a Putignano? Questo soltanto per citare gli esempi più
eclatanti. Un senso dell'ospitalità non certo paragonabile a quella che
offrono i napoletani, verrebbe da pensare….. Comportamenti ed atteggiamenti
ostili restati completamente impuniti. E senza voler andare ulteriormente a
fondo ed entrare nel merito delle decisioni per così dire "tecniche", quelle
legate al "campo", il nostro "pane quotidiano" come si suol dire, quelle di cui
evidentemente farebbe più piacere parlare, per noi che – al di là del ruolo
ricoperto in questa o in quella società – in fin dei conti siamo soltanto degli
innamorati di questa disciplina e dello sport in generale. Gli errori
arbitrali, sebbene troppo spesso indirizzati verso un'unica direzione, ci
possono stare naturalmente, fanno parte del gioco e questo nessuno prova
minimamente a metterlo in dubbio. Eppure, anche le riflessioni su tali aspetti
hanno una loro rilevanza per testimoniare una disparità di trattamento divenuta
forse troppo evidente, si spera slegata da quella problematica su cui ci si è
soffermati in precedenza. Per quanto specificamente accaduto in quel di
Montesilvano verrebbe da pensare che forse si è avuta la sfortuna di imbattersi
in un commissario di campo piuttosto attento…. Ci si sorprende come la medesima
attenzione non l'abbiano prestata i suoi colleghi appena quattro giorni prima,
quando un giocatore del Bisceglie – fuori per squalifica e per questo
posizionatosi sugli spalti, alle spalle della panchina della propria squadra di
appartenenza – ha inveito per l'intera prima frazione di gioco all'indirizzo,
guarda caso, dello stesso Antonio Campano. E dov'era il commissario di campo in
quel di Putignano, qualche settimana prima, quando i giocatori del Napoli
Vesevo furono fatti bersaglio di sputi durante tutta la loro permanenza presso
il rettangolo di gioco oltre che di un autentico agguato nei pressi del pullman
che di lì a poco li avrebbe ricondotti a casa? Il punto cruciale della
questione è cercare di risalire alle possibile ragioni di tale disparità di
trattamento… Ah! Chiedo scusa, siamo tutti napoletani…….
Alfredo Trovato