Presidente. Tifoso. Talvolta anche portiere. Gaetano Di Domenico e la Feldi: il numero uno e la sua creatura. Tante le soddisfazioni in questi anni, meno le delusioni. La stagione 2013/2014 prometteva grandi cose per gli ebolitani, che non hanno però saputo trovare l’alchimia per raggiungere la giusta continuità, soprattutto nel rapporto tra le straripanti prestazioni casalinghe e i pochi punti ottenuti in trasferta. Con le speranze playoff che a cinque giornate dal termine sembrano ridotte al lumicino, Di Domenico dice la sua a 360 gradi sul campionato e non solo.
Sabato una roboante vittoria sul Sant’Erasmo, a testimonianza del grosso potenziale della Feldi. Quanto aumenta il rammarico quando arrivano prestazioni del genere?
“Il rammarico quest’anno la fa da padrone ogni settimana. Gli alti e bassi che hanno caratterizzato la nostra stagione hanno dell’incredibile, ma sebbene non rimpiango nessuna delle scelte fatte in questa annata, è pur vero che i risultati sono la vera leva per ogni stimolo”.
Quanto ha pesato la lunga assenza di un giocatore importante come Mansi?
“Tantissimo. Sergio non è solamente un grande calcettista ma anche un grande compagno di squadra. Al momento del suo infortunio era tra i più prolifici del campionato ed infatti siamo intervenuti sul mercato di dicembre per sopperire a un’assenza così pesante, purtroppo senza grandi risultati. Comunque la mancanza ha influito su tutta la squadra non solo tecnicamente ma anche a livello mentale”.
La vittoria in casa dell’Alma nel girone d’andata poteva rappresentare la svolta in positivo del vostro campionato. Cosa vi è mancato in quel frangente per fare il salto di qualità?
“Quella vittoria, come altri importanti match, poteva essere la svolta per il nostro campionato ma ogni volta che si richiedeva un salto di qualità ci ritrovavamo a fare un passo indietro”.
In casa 30 punti in 13 partite, con una media leggermente inferiore solo alle prime due della classe. In trasferta, però, solo 8 punti. Come spiega questa differenza?
“La nostra squadra, in linea con la politica societaria, pensa a imporre il proprio gioco mentre in un campionato come questo il fattore campo è una cosa determinante. L’ambiente non aiuta certamente a far crescere questo movimento e in molte occasioni anche la classe arbitrale sente il fattore campo…”.
Siete una società che non alza quasi mai la voce per episodi arbitrali, nonostante le controversie non manchino. E’ una precisa condotta che vi siete imposti?
“Rimanere calmi in certe occasioni è veramente difficile, mi sento fortunato a disporre di una squadra di dirigenti che tiene molto all’immagine della nostra società e della città che rappresentiamo, oltre ad essere tra noi molto affiatati. Tuttavia quest’anno la classe arbitrale ci ha letteralmente spiazzato, molti direttori di gara si presentano con atteggiamenti poco costruttivi e senza quella giusta umiltà necessaria a far sì che ogni match si disputi all’insegna del fair play. Molte volte i dirigenti, da una parte e dall’altra, devono impegnarsi oltre il proprio ruolo al fine di non far degenerare un brutto clima che si crea per una cattiva interpretazione degli uomini in giacchetta nera: basti ricordare la semifinale di Coppa, in cui un arbitro voleva farci battere i rigori dopo i tempi supplementari e solo un organo esterno evitò tale decisione”.
Con il quinto posto che con ogni probabilità non varrà i playoff, dovrete sperare in una frenata del Solofra e puntare al quarto posto che dista 7 punti. Ci crede?
“Sinceramente non credo si disputeranno i playoff, merito delle prime due squadre in classifica ma anche di un calo da parte delle inseguitrici, tra cui soprattutto noi. Tuttavia chiedo alla mia squadra e alle altre compagini di rendere onore al campionato e non snobbare il calendario al fine di poter esprimere il giusto risultato di questa stagione”.
Marigliano, Napoli Arpino e Cus Caserta in trasferta, Alma Salerno e Scafati in casa. E’ possibile l’en-plein in questo finale di stagione?
“Credo che la Feldi debba porsi questo obiettivo, anche se non si tratta di un percorso facile: umiltà e voglia di vincere sono gli unici ingredienti per poterci riscattare da una stagione veramente strana”.
Quest’anno la società non ha mai nascosto l’ambizione di andare in B. Con una solida struttura e un palasport “gioiellino”, se non doveste farcela sul campo, si potrebbero valutare altre strade per disputare ugualmente un campionato nazionale?
“In realtà è la vostra redazione che ci ha sempre additato questa etichetta di candidata alla serie B. Nonostante gli investimenti della società puntassero ad obiettivi sicuramente più rosei di quelli raccolti, il nostro vero target rimane quello di arricchire tutto il movimento nel nostro territorio con la prospettiva che il settore calcio a 5 possa riscuotere maggior successo in una zona logisticamente non favorevole a questa disciplina”.
Moccaldi, Capozza, Petolicchio, Mirra e altri. I giovani sono uno dei vanti della Feldi: quanto è importante avere un parco under di questo livello?
“E’ importantissimo avere a disposizione calcettisti under come i nostri. Abbiamo tanto investito in tutto il settore giovanile, già da diverse stagioni, e quest’anno abbiamo raccolto anche ottimi risultati con i ragazzini terribili di mister Cantalupo e con una crescita esponenziale di tutti gli under a disposizione anche in prima squadra”.
C’è un messaggio che vuole mandare alla squadra per questo rush finale?
“Voglio solamente dire alla mia squadra che durante ogni partita io rappresento un tifoso della Feldi e come tale chiedo sempre il massimo, al di là del risultato, perché oltre a tifare per una squadra, che ritengo fortissima, tifo per un gruppo di ragazzi eccezionali!”.