Dopo lo stop definitivo della Federazione senza l’assegnazione dei titoli (che ha causato le dimissioni dei presidenti di lega maschile e femminile), alcuni club studiano una soluzione d’emergenza. E Conegliano minaccia la creazione di un’associazione separata dalla Fipav
ROMA – La stagione della pallavolo è finita, anzi no. Alcune società maschili e femminili stanno infatti studiando una possibile soluzione alternativa alla decisione della Federvolley, che la scorsa settimana ha decretato la fine anticipata e definitiva dei tornei senza l’assegnazione dei titoli. Una presa di posizione che ha comportato le dimissioni in blocco dei due presidenti delle Leghe del volley maschile e femminile, Diego Mosna e Mauro Fabris, in totale disaccordo con la decisione della federazione.
Secondo alcuni club la decisione di calare il sipario è stata presa troppo frettolosamente, senza studiare dei possibili piani B, come sta avvenendo nel calcio. Nelle ultime ore si è affacciata così l’ipotesi di un possibile torneo finale a 4 o 6 squadre da disputarsi in pochi giorni presumibilmente la prossima estate, qualora le condizioni legate all’emergenza Coronavirus lo consentissero. Ne hanno parlato oggi i due coach delle squadre in testa ai rispettivi tornei, Federico de Giorgi della Lube Macerata, e Daniele Santarelli della Imoco Conegliano. “Non abbiamo bisogno di ferie quest’anno – precisa De Giorgi a Radio Anch’io lo sport su Radio 1 – se si potrà giocare anche ad agosto giocheremmo. Mi auguro che tra Federazione e Leghe ci sia un riavvicinamento e che si possa trovare una soluzione. La Federazione non credo possa essere contraria nel riprendere un’attività, ma credo ci possa essere un problema di regolamento sul fatto di assegnare un titolo con una stagione che non è stata conclusa prima”.
Anche Daniele Santarella, coach di Conegliano è d’accordo: “La sicurezza e la salute prima di tutto, ma non vedevo tutto compromesso ancora. Se lo scudetto non dovesse essere assegnato accetterei con grande sportività la decisione, ma penso che dopo 6 mesi di stagione non può essere cancellato tutto. Se il classico campionato non si può giocare, si può trovare una formula d’emergenza. Noi avevamo tutto da perdere, stavamo andando alla grande, potevamo vincere lo scudetto e anche la Champions. La decisione della Fipav è stata traumatica, poteva almeno aspettare per capire se c’era la possibilità di estendere l’ulteriore possibilità di provare a finire la stagione”. Decisamente più duro il presidente della società veneta, Piero Garbellotto, che starebbe pensando ad una lega svincolata dalla federazione, stile Nba: “La pallavolo italiana è matura rispetto a qualche anno fa, abbiamo fatto passi avanti. Ho seguito le parole del presidente, parlava di una gestione, ovvio che non siamo ai livelli dell’Nba, non siamo neanche uno sport professionistico e questo la dice lunga. Ma credo che qualcosa in più si possa fare”, conclude Santarelli.
Per il presidente della Fipav, Pietro Bruno Cattaneo, la stagione è ormai conclusa e i titoli quest’anno non verranno assegnati, salvo clamorosi dietrofront che si potrebbero verificare solo se la battaglia contro il Covid registrasse un larga vittoria, ad oggi difficilmente pronosticabile. Dalla perdita economica che deriverebbe dalla mancata assegnazione del titolo e lo stop alle gare, da aggiungersi ai danni interni a molte società che si sono viste rifiutare da alcuni top player il taglio al proprio stipendio, nasce l’ipotesi delle final estive per ammortizzare le spese, magari da giocarsi come proposto dallo stesso Mosna all’Arena di Verona. Qualora ci fosse l’ok del Governo e di pari passo quello dei medici, neanche il presidente della Fipav Cattaneo si opporrebbe, fermo restando che per la Federvolley quel titolo sarebbe solo simbolico e non verrebbe comunque inserito nell’albo d’oro ufficiale. Non avrebbe dunque valore per la federazione, ma per le casse delle società sicuramente sì.
Fonte e foto: www.repubblica.it
Dopo lo stop definitivo della Federazione senza l’assegnazione dei titoli (che ha causato le dimissioni dei presidenti di lega maschile e femminile), alcuni club studiano una soluzione d’emergenza. E Conegliano minaccia la creazione di un’associazione separata dalla Fipav
ROMA – La stagione della pallavolo è finita, anzi no. Alcune società maschili e femminili stanno infatti studiando una possibile soluzione alternativa alla decisione della Federvolley, che la scorsa settimana ha decretato la fine anticipata e definitiva dei tornei senza l’assegnazione dei titoli. Una presa di posizione che ha comportato le dimissioni in blocco dei due presidenti delle Leghe del volley maschile e femminile, Diego Mosna e Mauro Fabris, in totale disaccordo con la decisione della federazione.
Secondo alcuni club la decisione di calare il sipario è stata presa troppo frettolosamente, senza studiare dei possibili piani B, come sta avvenendo nel calcio. Nelle ultime ore si è affacciata così l’ipotesi di un possibile torneo finale a 4 o 6 squadre da disputarsi in pochi giorni presumibilmente la prossima estate, qualora le condizioni legate all’emergenza Coronavirus lo consentissero. Ne hanno parlato oggi i due coach delle squadre in testa ai rispettivi tornei, Federico de Giorgi della Lube Macerata, e Daniele Santarelli della Imoco Conegliano. “Non abbiamo bisogno di ferie quest’anno – precisa De Giorgi a Radio Anch’io lo sport su Radio 1 – se si potrà giocare anche ad agosto giocheremmo. Mi auguro che tra Federazione e Leghe ci sia un riavvicinamento e che si possa trovare una soluzione. La Federazione non credo possa essere contraria nel riprendere un’attività, ma credo ci possa essere un problema di regolamento sul fatto di assegnare un titolo con una stagione che non è stata conclusa prima”.
Anche Daniele Santarella, coach di Conegliano è d’accordo: “La sicurezza e la salute prima di tutto, ma non vedevo tutto compromesso ancora. Se lo scudetto non dovesse essere assegnato accetterei con grande sportività la decisione, ma penso che dopo 6 mesi di stagione non può essere cancellato tutto. Se il classico campionato non si può giocare, si può trovare una formula d’emergenza. Noi avevamo tutto da perdere, stavamo andando alla grande, potevamo vincere lo scudetto e anche la Champions. La decisione della Fipav è stata traumatica, poteva almeno aspettare per capire se c’era la possibilità di estendere l’ulteriore possibilità di provare a finire la stagione”. Decisamente più duro il presidente della società veneta, Piero Garbellotto, che starebbe pensando ad una lega svincolata dalla federazione, stile Nba: “La pallavolo italiana è matura rispetto a qualche anno fa, abbiamo fatto passi avanti. Ho seguito le parole del presidente, parlava di una gestione, ovvio che non siamo ai livelli dell’Nba, non siamo neanche uno sport professionistico e questo la dice lunga. Ma credo che qualcosa in più si possa fare”, conclude Santarelli.
Per il presidente della Fipav, Pietro Bruno Cattaneo, la stagione è ormai conclusa e i titoli quest’anno non verranno assegnati, salvo clamorosi dietrofront che si potrebbero verificare solo se la battaglia contro il Covid registrasse un larga vittoria, ad oggi difficilmente pronosticabile. Dalla perdita economica che deriverebbe dalla mancata assegnazione del titolo e lo stop alle gare, da aggiungersi ai danni interni a molte società che si sono viste rifiutare da alcuni top player il taglio al proprio stipendio, nasce l’ipotesi delle final estive per ammortizzare le spese, magari da giocarsi come proposto dallo stesso Mosna all’Arena di Verona. Qualora ci fosse l’ok del Governo e di pari passo quello dei medici, neanche il presidente della Fipav Cattaneo si opporrebbe, fermo restando che per la Federvolley quel titolo sarebbe solo simbolico e non verrebbe comunque inserito nell’albo d’oro ufficiale. Non avrebbe dunque valore per la federazione, ma per le casse delle società sicuramente sì.
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