
Vittime dell’incompetenza: con la vostra sentenza, vince la violenza”: questo è il contenuto dello striscione esposto dai supporters del Campana nel corso della gara giocata ieri contro il Città di Ariano. I sostenitori beneventani, infatti, non hanno accettato la sentenza del giudice sportivo per i fatti di Mercogliano. Da quanto si apprende dal comunicato ufficiale del 12 marzo 2015, nel match disputato nella cittadina avellinese, era assente la forza pubblica. Al 9° minuto della prima frazione di gioco, un tifoso del team locale è sceso in campo e colpito con uno schiaffo un calcettista della squadra ospite. Poco dopo, inoltre, un gruppo di ultras ha aggredito il dirigente Giovanni Ferrara e patron Piero Campana i quali, per evitare guai maggiori, sono scesi sul terreno di gioco, dove sono stati difesi sia dai propri giocatori che dai padroni di casa. A questo punto, un componente della panchina ospite ha invitato i propri futsaleri ad abbandonare il campo per cercare riparo negli spogliatoi, ma l’arbitro, nonostante il clima pesante che si respirava in un ambiente che diventava sempre più rovente, ha espresso parere favorevole al proseguimento dell’incontro. Per il direttore di gara non vi erano i presupposti per sospendere in via definitiva l’evento. Ma non è finita: mentre il Campana stava prendendo la via degli spogliatoi, il numero 7 ha subito un ulteriore schiaffo alla testa. Morale della favola: sconfitta a tavolino per 0-6 inflitta a Solinas & Co. per rinuncia a proseguire la sfida, mentre per i biancoazzurri 250 Euro di multa e due gare a porte chiuse. Certo, se questa era una partita da portare avanti, i dubbi sono tantissimi e davvero è incomprensibile che un club debba pagarne anche le conseguenze di una sconfitta a tavolino secondo regolamento.