“L’emozione è allenabile. L’importanza del calcio a 5”. Con questa tesi, discussa al Centro Tecnico Federale di Coverciano – Commissione presieduta da Roberto Menichelli, Ct della Nazionale italiana (parte tecnica e tattica), altri membri i professori Accame, Croce e Vairo con presenza illustre di Gianni Rivera – il tecnico salernitano Nando Mainenti, allenatore dell’Alma Salerno, ha conseguito il patentino di I livello calcio a 5. Professione biologo, nel calcio a 5 da una vita, Mainenti ha impreziosito ulteriormente il suo curriculum professionale: l’abilitazione gli consente di guidare anche formazioni di serie A, da primo allenatore. «Il mio lavoro di tesi – racconta Mainenti – consta di una prima parte dedicata alla storia e alla neurofisiologia. Ho parlato dell’importanza dell’allenatore nella gestione dei ragazzi in età evolutiva, che si stanno creando una personalità. Nel calcio a 5, che è un gioco di situazioni, si provano emozioni più velocemente rispetto al calcio a 11: spazio e tempo di giocata sono ristretti; la scelta deve essere rapida, quasi immediata. Tutte le nazioni – Brasile capofila – fanno svolgere corsi di calcio a 5 nei settori giovanili. Da noi in Italia solo la Fiorentina al momento ha anche allenatori di calcio a 5. In Spagna è consuetudine. In Brasile la prassi: non a caso, alcuni giocatori conservano poi nel proprio bagaglio tecnico colpi da Futsal, ad esempio il tocco con la suola o con la punta. Adesso chi vuole diventare allenatore professionista in Italia deve anche affrontare corsi di calcio a 5 e a mio avviso è un bene, è fondamentale». A Coverciano Mainenti erano l’unico corsista salernitano, uno dei due campani presenti. Tra i suoi compagni illustri a Coverciano, anche Gianfranco Angelini, per anni portiere della Nazionale italiana, campione d’Europa. Per Mainenti è il coronamento di un sogno. «Il percorso professionale è cominciato alla fine degli anni ’80 – dice l’allenatore dell’Alma Salerno – quando al CUS, con un gruppo di amici, facevo sia l’allenatore che il giocatore. Vincemmo tre titoli italiani universitari e poi a livello di Federazione arrivammo al limitare dei playoff per la serie A. Negli anni ’90 ho disputato i Mondiali di calcio a 5, vinti dall’Italia, da padrona di casa. Da allenatore, dopo il CUS e prima dell’Alma che è la mia nuova famiglia, ho vissuto esperienze positive con Gabbiano Napoli, Stabia Amalfi, Ambrosiana e Real Scafati. Poi c’è stato il percorso parallelo in ambito federale. Per quindici anni, dal 1990 al 2005, sono stato allenatore della rappresentativa Campania di calcio a 5. Da 2 anni, la Federazione mi ha richiamato, contemporaneamente all’Alma, e sono coordinatore di tutte le rappresentative della Campania. Adesso l’Alma è la nuova dimensione, da tempo. Sono partito per dare una mano ma spesso si dice che l’appetito vien mangiando: doppia promozione dalla C2 alla serie B e poi la salvezza in B». La squadra granata, puntellata per il nuovo, impegnativo campionato, è già al lavoro da due settimane. Ecco il bilancio provvisorio di Mainenti: «Dopo il lavoro atletico, entriamo subito nel vivo della preparazione affinando l’aspetto tecnico-tattico. Il debutto in campionato, fissato il 3 ottobre alle ore 15 al Pala Tulimieri contro l’Ostia Mare, non è poi così lontano. Ai ragazzi ho chiesto di dare il 110% come applicazione e attenzione, perché il girone che affronteremo ha un coefficiente di difficoltà superiore rispetto all’anno scorso e ogni errore rischiamo di pagarlo a caro prezzo».
Salerno, 15 settembre 2015 Ufficio Stampa