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L’intervista di questa settimana è dedicata a Roberto Selvaggi, numero uno della Redas. Scopriamo chi è oltre il mondo del futsal, i suoi segreti, le sue emozioni quotidiane.
Presidente, prima di tutto le chiediamo cosa fa nella vita.
“Sono un semplice impiegato”.
Cosa dicono in famiglia della passione legata al futsal?
“Fa piacere, perchè è sempre bello avere una passione”.
Ha altri hobby?
“Nessun altro in particolare, però sono un amante dello sport”.
Lei tifa? Parliamo di calcio ovviamente…
“Napoli, ovviamente…”.
C’è la partita decisiva per un grande obiettivo della sua squadra del cuore e quella decisiva della Redas. Che fa?
“Sarebbe difficile, dipende quanto siano decisive. In ogni caso fare il salto di categoria con la Redas sarebbe una grandissima soddisfazione…”.
Da quanto tempo vive nella galassia del futsal?
“Ho cominciato 15 anni fa, ero appena 16enne. Giocavo da portiere, poi per due infortuni gravi sono passato a fare il dirigente. Tuttora do una mano nell’allenamento dei portieri e mi tengo in forma con loro”.
Il ricordo più bello legato alla sua esperienza in questo sport oppure ci racconti un aneddoto in particolare.
“La promozione in C2 fu il coronamento di un sogno. Partimmo per divertirci con una squadra fatta da amici per poi vincere il campionato con 17 punti sulla seconda. Questo è il ricordo più bello dal punto di vista sportivo, mentre umanamente rimangono indelebili i viaggi di fine anno con gli amici fraterni del gruppo storico, fatti soprattutto grazie a mio fratello Pino che ci sostiene economicamente”.
Cosa non le piace del calcio a 5?
“Rispetto l’opinione e il modo di fare di tutti, ma non condivido il giro di quei pochi soldi che per me non ha senso. Non mi piace dare compensi, per me lo sport è divertimento. Tuttavia posso capire che a molti, soprattutto di questi tempi, possono far comodo anche piccole somme e a determinate società non pesa elargirle. Da noi funziona diversamente, non diamo compensi ma a fine anno facciamo un viaggio tutti insieme: ritengo che sia la soluzione migliore e sono fiero di questa politica”.
Ci dia la sua ricetta per migliorarlo.
“E’ molto difficile. Dovrebbe esserci maggiore tranquillità da parte di tutti, l’unico modo che abbiamo di migliorarlo è il fair play”.
Il suo portafortuna?
“Non ne ho, stranamente da napoletano sono poco scaramantico”.