
Sembrava dovesse essere la squadra schiacciasassi della serie B ed invece tutto si è spento nel giro di 24 ore. La favola del Granianum è finita ancora prima che cominciasse, con il progetto naufragato per il passo indietro del presidente Franco Minopoli. Tante le voci circolate in questi ultime ore, noi abbiamo cercato di saperne di più, di capire quale fosse il reale motivo del suo abbandono, se ci fosse qualcosa di diverso oltre alle parole di circostanza. Alla fine è lo stesso Minopoli a ribadire i fatti: “Mi spiace molto di quanto accaduto. Chi mi conosce sa che nella mia vita o è bianco o è nero. Stavo prendendo accordi con i giocatori, mi stavo muovendo in perfetta sinergia con Addeo per la costruzione della nuova società, ma sono cambiati gli scenari e ho dovuto prendere una decisione tempestiva, purtroppo quella di abbandonare”.
Presidente, ma come si fa a cambiare idea in così poco tempo?
“Si può e penso sia stato più onesto farlo ora che dopo, soprattutto considerando gli impegni che sarei andato a prendere. E’ una decisione legata strettamente a motivi personali, ma è indubbio che in parte abbia inciso anche la mancanza d’identità territoriale che il Granianum sarebbe stato costretto a subire con il trasferimento a Napoli. Sia chiaro, nulla contro le decisioni che stavamo prendendo insieme ad Addeo e Oliva, ero consapevole inizialmente del fatto che andando via da Gragnano avessi dovuto accettare di non vedere troppo da vicino la mia creatura. Ma nello stesso tempo, forse, proprio questa mancanza di stimoli, associata ad altre situazioni mi ha fatto riflettere e ritornare sulla mia decisione”.
Si diceva che Serratore potesse essere l’uomo giusto di sua fiducia in questo team, ma qualcuno non lo voleva…
“Serratore lo avevo indicato io e avrebbe dovuto ricoprire il ruolo di direttore tecnico. Si, sarebbe stato il mio uomo di fiducia e gli altri erano d’accordo sia pure con qualche titubanza iniziale, ma solo perché giustamente il nome di Marcello è di assoluta importanza nel mondo del calcio a 5 e lui è quello che me lo ha fatto scoprire. Ma nulla ha a che vedere con questa scelta, ripeto”.
E allora presidente, il Granianum lo ha ceduto ad Addeo. Finisce qua la sua storia?
“Mi sono sentito in debito con Addeo, perché l’ho coinvolto in questa storia e poi l’ho lasciato con un pugno di mosche in mano. Per questa ragione gli ho detto di poter gestire il titolo gratuitamente. Non l’ho ceduto, resterà mio e lui potrà fare la B se vuole”.
Ciò significa che non ci sarà alcun impegno economico da parte sua?
“Non metterò nemmeno un euro, lo ripeto. O è bianco o è nero. La mia storia col calcio a 5 finisce qua, per ora”.

Sembrava dovesse essere la squadra schiacciasassi della serie B ed invece tutto si è spento nel giro di 24 ore. La favola del Granianum è finita ancora prima che cominciasse, con il progetto naufragato per il passo indietro del presidente Franco Minopoli. Tante le voci circolate in questi ultime ore, noi abbiamo cercato di saperne di più, di capire quale fosse il reale motivo del suo abbandono, se ci fosse qualcosa di diverso oltre alle parole di circostanza. Alla fine è lo stesso Minopoli a ribadire i fatti: “Mi spiace molto di quanto accaduto. Chi mi conosce sa che nella mia vita o è bianco o è nero. Stavo prendendo accordi con i giocatori, mi stavo muovendo in perfetta sinergia con Addeo per la costruzione della nuova società, ma sono cambiati gli scenari e ho dovuto prendere una decisione tempestiva, purtroppo quella di abbandonare”.
Presidente, ma come si fa a cambiare idea in così poco tempo?
“Si può e penso sia stato più onesto farlo ora che dopo, soprattutto considerando gli impegni che sarei andato a prendere. E’ una decisione legata strettamente a motivi personali, ma è indubbio che in parte abbia inciso anche la mancanza d’identità territoriale che il Granianum sarebbe stato costretto a subire con il trasferimento a Napoli. Sia chiaro, nulla contro le decisioni che stavamo prendendo insieme ad Addeo e Oliva, ero consapevole inizialmente del fatto che andando via da Gragnano avessi dovuto accettare di non vedere troppo da vicino la mia creatura. Ma nello stesso tempo, forse, proprio questa mancanza di stimoli, associata ad altre situazioni mi ha fatto riflettere e ritornare sulla mia decisione”.
Si diceva che Serratore potesse essere l’uomo giusto di sua fiducia in questo team, ma qualcuno non lo voleva…
“Serratore lo avevo indicato io e avrebbe dovuto ricoprire il ruolo di direttore tecnico. Si, sarebbe stato il mio uomo di fiducia e gli altri erano d’accordo sia pure con qualche titubanza iniziale, ma solo perché giustamente il nome di Marcello è di assoluta importanza nel mondo del calcio a 5 e lui è quello che me lo ha fatto scoprire. Ma nulla ha a che vedere con questa scelta, ripeto”.
E allora presidente, il Granianum lo ha ceduto ad Addeo. Finisce qua la sua storia?
“Mi sono sentito in debito con Addeo, perché l’ho coinvolto in questa storia e poi l’ho lasciato con un pugno di mosche in mano. Per questa ragione gli ho detto di poter gestire il titolo gratuitamente. Non l’ho ceduto, resterà mio e lui potrà fare la B se vuole”.
Ciò significa che non ci sarà alcun impegno economico da parte sua?
“Non metterò nemmeno un euro, lo ripeto. O è bianco o è nero. La mia storia col calcio a 5 finisce qua, per ora”.