Il portierone, il pivot e il laterale bianconero sono i protagonisti della settimana della Divisione Calcio a 5. Per l’estremo difensore è il terzo titolo, per l’ex MOntesilvano il secondo consecutivo; per Edgar è stata una prima volta indimenticabile
Una squadra, tanti giocatori e altrettante storie. C’è chi di scudetti ne ha vinti, anche se a certe soddisfazioni non ci si abitua mai; c’è chi è al suo primo tricolore ed ha provato sensazioni del tutto nuove; e poi c’è chi addirittura è riuscito a fare filotto, cogliendo due scudetti negli ultimi due anni. Ognuno, a modo suo, è un piccolo grande eroe e il suo nome rimarrà impresso nell’album dei ricordi della Marca Futsal. Che nell’albo d’oro del campionato italiano ha scritto il suo nome per la prima volta, cucendosi a Pescara la settimana scorsa quel triangolino verde-bianco-rosso che porterà con orgoglio sul petto per l’intera stagione che verrà.
Alexandre Feller, di questa Marca, sotto tanti punti di vista è stato il numero uno. Non per il numero che porta sulla maglia, quello è il 19. Il più esperto (40 anni a settembre), il più decorato (3 scudetti, 5 Coppa Italia e 2 Supercoppe italiane), il portierone dei trevigiani ha un record: quello di aver realizzato l’ultimo gol della stagione 2010/2011. “Che per me è stato il primo di questo campionato – osserva Feller – tante volte ci avevo provato durante la stagione, ma pur essendoci andato spesso vicino, non ero mai riuscito a segnare. Però il mister mi ha sempre detto di continuare a provarci, che prima o poi ce l’avrei fatta: è per questo che dopo il gol sono andato ad abbracciarlo”. Nella sua bacheca personale i trofei sono andati in doppia cifra, eppure Feller in questo scudetto ci trova qualcosa di speciale. “Avremmo potuto vincerlo già l’anno scorso e non ci siamo riusciti: quest’anno non potevamo davvero sbagliare e alla fine possiamo dire con certezza che ce lo siamo meritato per tutto quello che abbiamo fatto dall’inizio della stagione. I due titoli conquistati con la maglia della Luparense sono stati importanti ed emozionanti, ma in quell’occasione la squadra era già vincente, mentre alla Marca siamo stati noi i primi: abbiamo aperto un ciclo”. Giusta l’osservazione di Feller: i trevigiani quest’anno hanno sbagliato davvero con il contagocce. Eppure deve esserci stato un momento in cui un pizzico di timore di non farcela è subentrato nelle menti dei giocatori; magari dopo il ko di Pescara in gara-3. “La paura fa parte dello sport e degli uomini vincenti – continua l’estremo difensore – in gara-3 la Ponzio ha vinto perchè ha giocato meglio, ma noi sapevamo che già due giorni dopo sarebbe stato più difficile per loro mantenere quei ritmi, come per noi sarebbe stato difficile non riscattarci”. Ora è tempo di vacanze, ma il futuro non è poi così lontano. E tra tutto quello che aspetta la Marca nella prossima stagione c’è quell’avventura europea che si chiama Uefa Futsal Cup, che a Castelfranco Veneto non vedono l’ora di vivere. “Non si può dire che vinceremo la Coppa perchè è davvero una competizione difficile e imprevedibile, ma la società sta lavorando per rafforzare la rosa e preparare al meglio quest’appuntamento”. E il primo nuovo arrivato di Futsal Cup ne sa qualcosina: “L’abbiamo preso apposta Foglia – ride Feller – così ci svela il segreto di come si faccia a vincere quel trofeo. A parte gli scherzi, sono molto contento di poter giocare con lui: ha fatto la scelta giusta, insieme vinceremo tanto”.
Edgar Bertoni, invece, ci aveva provato; nella stagione 2001/2002 vestiva la maglia dello Stabiamalfi: i campani arrivarono in finale scudetto, ma il Prato ebbe la meglio e conquistò il suo primo tricolore. Poi ci aveva riprovato; nella stagione 2005/2006 vestiva la maglia del Perugia e con i grifoni arrivò di nuovo in finale scudetto, ma questa volta fu l’Arzignano ad avere la meglio e a portare nella bacheca del club vicentino il secondo titolo italiano. Poi ci ha provato ancora, ma questa è storia dei giorni nostri; l’anno scorso Bertoni arriva alla Marca Futsal e raggiunge ancora la finale scudetto: stavolta è il Montesilvano a laurearsi campione per la prima volta nella sua storia. Sembra una barzelletta, ma ad Edgar non fa ridere. Finalmente però l’incantesimo si spezza: è il 13 giugno 2011 e il giocatore bianconero e della Nazionale finalmente può gioire per il suo primo scudetto. Scudetto, per altro, conquistato da protagonista con una doppietta messa a segno proprio nella gara decisiva. “E’ una soddisfazione in più per me – ammette Bertoni – ma la gioia vera è quella scaturita dalla vittoria della squadra: è stato un giorno bellissimo e la notte ho dormito solo quattro ore per l’emozione. Abbiamo giocato la partita perfetta, correggendo gli errori commessi in gara-3 quando il Pescara ha vinto con merito, non che noi avessimo giocato male, ma loro hanno fatto qualcosa in più anche se poi hanno pagato la stanchezza due giorni dopo; noi ne abbiamo approfittato”. E questo ha messo a tacere un po’ di malelingue. “Quando perdi tre finali scudetto devi fare l’abitudine anche a sentirti dire che non sei un vincente, stavolta però non è andata così e questo ritengo che sia il giusto premio per il lavoro non solo di questa stagione, ma di tanti anni di carriera”. E c’era qualcuno, qualcuno di speciale, che sapeva che questo scudetto prima o poi sarebbe arrivato. “Mia mamma ora non è più con me, ma era sempre pronta a darmi coraggio quando arrivavano le sconfitte; era lei che mi convinceva che il lavoro alla fine paga, ed è per questo che le dedico questo scudetto”.
Infine c’è l’habituè. Alessandro Patias ha fatto due su due nell’arco di dodici mesi. E se ci mettiamo anche la Supercoppa italiana conquistata nel mezzo, allora ecco che per il pivot si è conclusa una stagione davvero stellare. Impossibile, però, paragonare i due tricolori tra loro. “Con il Montesilvano non pensavamo tanto di poter vincere lo scudetto, la Marca era la favorita…Ma avevamo un grande gruppo e alla fine, con l’umiltà e con il lavoro, ci siamo riusciti. E’ stato importantissimo, il mio primo tricolore. Poi durante le vacanze ho avuto qualche problema con la società, mi è dispiaciuto dover andare via, non è stata una scelta facile. Ma l’anno nella Marca è stato bellissimo, più di quanto potessi aspettarmi. Sono sempre stato convocato in nazionale, abbiamo perso solo una partita in regular season, sono stato capocannoniere della squadra con 25 reti. Ho fatto parte di una grandissima formazione, con tanti campioni. Pur avendo disputato una regular season quasi perfetta, sapevamo che i playoff erano un campionato a parte ed eravamo consapevoli di dover giocare non bene, ma benissimo. Vincere uno scudetto non è affatto facile, lo sanno tutti: era il nostro obiettivo di inizio anno, per tutto questo è stato bellissimo, poi si è trattato del secondo scudetto di fila. E’ stato molto importante per me”. Dopo una cavalcata del genere i meriti vanno distribuiti a tutti in parti uguali, ma c’è qualcuno che merita una menzione particolare. “Polido ha portato tantissimo nel nostro gruppo – continua Alessandro Patias – è stato una sorpresa perché io non lo conoscevo. Devo ringraziarlo, perché quando una squadra è così piena di campioni la sua gestione non è mai facile. Lui lo ha fatto sempre bene, facendo vedere a ognuno che tutti eravamo importanti per la Marca Futsal. Chi restava fuori non ci rimaneva male, perché sapeva che il mister prendeva quelle scelte per il bene del gruppo. La squadra era fortissima, credo sia stato lui a fare la differenza”. Ma in una stagione così lunga i piccoli momenti di flessione sono inevitabili. Anche la Marca ha avuto il suo. “Il momento più difficile? La Coppa Italia: tutti hanno insinuato dubbi su di noi…C’era chi diceva che la Marca non era più la stessa e ha messo in dubbio il nostro lavoro. Sapevamo che l’obiettivo finale era lo scudetto, ma non eravamo abituati a perdere”. Ed ora chi si ferma è perduto. Patias lo sa. “Ogni anno mi sento più preparato, ho più esperienza. Imparo dai miei errori e so di dover ancora fare tanti progressi, anche se ho vinto due scudetti di fila e una Supercoppa italiana. Mi fa piacere, ma non voglio fermarmi. Ci sono tanti obiettivi da raggiungere, la UEFA Futsal Cup, la Coppa Italia. E poi la nazionale, giocare un Europeo e un Mondiale. Traguardi che passano dalle prestazioni nel club in cui giocherò”.
Ufficio Stampa Divisione Calcio a 5