Pino Santomenna, preparatore stletico della Frattese Calcio 1928 C5, ha rilasciato un’intervista esclusiva all’ufficio stampa nerostellato. Il Prof si è espresso in merito a svariate tematiche tra cui la parentesi sulla panchina della prima squadra, il ruolo di preparatore atletico, la tenuta fisica dei calcettisti post-Covid ed il girone che i nerostellati dovranno affrontare. Di seguito riportata l’intervista integrale.
Cosa hai imparato dall’intensa ed inaspettata esperienza alla guida della prima squadra?
“Da quella piacevole parentesi ha appreso tantissime cose che mi serviranno per il futuro, ma soprattutto ho imparato che se tutta la squadra è unita nel seguirti nulla risulta impossibile”.
Dopo l’emergenza sanitaria in che condizioni pensi di trovare i calcettisti?
“Abbiamo costruito una squadra composta in primis da professionisti e per questo motivo già so che li troverò in perfetta forma. Sono convinto che hanno seguito alla lettera anche il programma che gli ho mandato nel periodo di stop”.
Se dovessi descrivere in tre aggettivi il ruolo del preparatore atletico, quali useresti? E perché?
“Credo che i valori che un preparatore atletico debba incarnare sono: disponibilità verso il mister, conoscenza e consapevolezza in tutti ciò che si fa per i ragazzi e capacità di fungere da collante tra mister e squadra”.
In passato hai avuto esperienze nel calcio ad 11. Quali analogie e quali differenze puoi dire di aver riscontrato con il futsal?
“Il calcio ad 11 è tanto diverso dal futsal: metodologie e programmazione sono tutte differenti. Quindi quando dicono che i due sport sono simili si sbagliano completamente”.
Il girone ha riservato alla Frattese trasferte dispendiose ed avversari ostici. Che ne pensi?
“Affronteremo un campionato nazionale ed è giusto confrontarsi con squadre toste. Come ho detto prima soltanto se saremo tutti uniti potremo dire la nostra”.
Quali sono i requisiti fisici fondamentali che un calcettista deve possedere o su cui deve lavorare?
“Non ci sono requisiti specifici, bensì bisogna prepararsi al meglio sia fisicamente che tatticamente senza lasciare nulla al caso”.