Non abbiamo condiviso giornalisticamente alcune esternazioni del tecnico Vidal dopo la partita col Napoli, ma non possiamo che complimentarci con la Luparense per la grande impresa per la conquista della Final Four della Uefa Futsal Cup. Ecco l'articolo che spiega il miracolo Luparense con una bella lettera di ringraziamento del presidente Zarattini.
Tu chiamale se vuoi, emozioni. Quegli stati mentali e fisiologici associati a modificazioni psicofisiologiche a stimoli naturali o appresi. Battere uno squadrone composto da mezza nazionale brasiliana (campione del mondo) e mezza spagnola (campione d'Europa), volare alla Final Four della Uefa Futsal , avere la possibilità di confrontarsi con i detentori dell'Interviù di sua maestà Schumacher e Bacaro, con il Benfica di Ricardinho e Joel Queiroz, o gli azeri dell'Araz di Rodriguez Paz e Santos.
Tu chiamale se vuoi, emozioni. Quelle che ha regalato la Luparense nella notte magica di Conegliano Veneto. L'orchestra di Fede Vidal ha suonato la sinfonia celestiale: sovvertendo un pronostico che sembrava chiuso, gettando il cuore oltre l'ostacolo, dimostrando che "impossible is nothing" quando c'è un collettivo e non solo un'unione dei singoli.
A volte il personaggio è un'intera squadra.
L'ITALIA S'E' DESTA – Tu chiamale se vuoi, emozioni. Perché lo storico traguardo dei patavini (mai un'italiana fra le prime quattro della Champions League del calcio a 5) ha una doppia valenza. Finora il Belpaese aveva ottenuto un posto al tavolo delle grandi grazie ai successi della Nazionale. Ora, dopo l'exploit della Luparense, l'Italia s'è desta anche a livello di club. E i complimenti del Presidente della Divisione, Fabrizio Tonelli, sono la conferma del risultato storico ottenuto: "La qualificazione alla Final Four è un risultato prestigioso che valorizza tutto il sistema del futsal nostrano. Lo meritava la Luparense e lo meritava il movimento del calcio a cinque, che aspettava da tempo un successo simile". Tu chiamale se vuoi, quindi, emozioni. Quelle che hanno trasmesso i gladiatori patavini al numerosissimo pubblico della Zoppas Arena, agli appassionati sportivi incollati alla tv a tifare azzurro e biancazzurro, al patron Zarattini. "A freddo l'emozione è ancora più grande – ammette il numero uno dei veneti – abbiamo raggiunto un traguardo storico, ma soprattutto rappresentato degnamente il nostro paese. Non ha vinto soltanto la Luparense, ma tutta Italia". Ed anche Juan Hernandez. Il delegato spagnolo, fortunatamente, è fuori pericolo, dopo l'infarto che lo ha colpito al termine del match.
LA SPAGNA – Un emergente "entrenador", Federico Vidal. Che batte i campioni di Spagna, spingendosi (a 36 anni!) laddove neanche il sommo Velasco (altro spagnolo) era riuscito a portare la Luparense. Emozioni sì, ma sono due destini che si uniscono. "Grazie al lavoro iniziato da Jesus ho avuto la possibilità di realizzare il sogno di una vita". Eccole, quindi, quelle emozioni che in passato erano state prerogative soltanto dei maestri iberici. Ma che ora diventano italiane. "Credo che il cuore sia stato decisivo contro il Murcia. Ci abbiamo sempre creduto, perché nessuno è imbattibile. Sono felice e orgoglioso di guidare questo gruppo fantastico".
BALLA COI LUPI – Reazioni dell'individuo. Perché solo chi ha calcato quel rettangolo di gioco, infatti, può realmente comprendere il significato di quel 5-4 che passerà alla storia, raccontato ad amici e parenti. Nuno Arceni ha giocato tutto il secondo tempo con il naso rotto, nei prossimi appuntamenti sportivi dovrà perfino portare una maschera per scendere in campo. "In quei momenti ho cercato di non pensare al dolore – racconta – la squadra ed i miei amici avevano bisogno anche di me, così il fastidio è sparito per un po'. Ho giocato un paio d'anni con Vinicius e Ciço, sapevamo che era difficile battere El Pozo, ma ci abbiamo sempre creduto. Il sogno? A dicembre divento italiano a tutti gli effetti, spero che Menichelli si ricordi di me per l'Europeo. Vestire la maglia della Nazionale all'Europeo sarebbe bellissimo". Anche l'ex azzurro Pellegrini – che in Spagna ha giocato con lo Xota Pamplona, ora MRA Navarra – sa bene che non capita tutti i giorni di superare un'avversaria tanto blasonata. "In questi casi si provano emozioni indescrivibili. E' stata certamente una fra le due-tre gioie più grandi della mia carriera". Ed anche una piccola rivincita, visto che nella finale di Oporto dell'ultimo Europeo proprio contro la Spagna, il difensore si infortunò, lasciando il campo dopo appena 7'. "Chissà se ci sarà un'altra occasione di vestire l'azzurro. Ci spero, intanto dedico questo strepitoso successo a mio padre che non sta molto bene. Alla mia famiglia, mia moglie e i miei figli". Già, le dediche. Vampeta ne ha due. "Salvatore Ticli due anni fa organizzò la Fase Elite a Padova. Non andò bene, ma le sue idee sono state portate a termine. E' stato uno spettacolo a Conegliano: ha vinto il gruppo. Sono convinto che Salvatore ed il mio caro amico Adenir da lassù ci hanno aiutato a raggiungere questo risultato strepitoso". Un punto di partenza, perché la stella biancazzurra vuole continuare a ballare coi Lupi. "Non ci fermiamo – tuona Vampeta – abbiamo una società che ci sostiene in tutto, siamo un gruppo umile e fortissimo, cercheremo di vincere la Uefa Futsal".
Dulcis in fundo Marcelo Barro, autore della doppietta. Che ha consacrato la Luparense (e l'intero movimento italiano) all'attenzione dell'Europa intera. "Una grande emozione, certo. Abbiamo raccolto il frutto del nostro lavoro: soltanto così potevamo superare un grande avversario. E' stata una partita bellissima, la gioia più grande della mia carriera. Le mie due reti? Le dedico a me stesso, non le dimenticherò mai".
http://www.divisionecalcioa5.it/
LA LETTERE DEL PRESIDENTE ZARATTINI
Dalle 22 di domenica sera il mio cellulare continua a ricevere messaggi di congratulazioni e così, mi dicono, succede ai miei collaboratori.
Arrivano mail e fax da ogni parte d'Italia per partecipare alla nostra festa. Come fare a nominarli tutti? Come fare per ringraziarli tutti?
Sono messaggi che non possono che essere sinceri, che gratificano, che ripagano degli sforzi e delle delusioni, che sorprendono. Sinceramente: sorprendono.
Certo, ci sono quelli istituzionali, quasi dovuti, a volte un tantino scontati: fa comunque piacere che ci sia chi si ricorda sempre di noi e chi di noi si ricorda … qualche volta.
Ma quelli che emozionano sono gli altri, quelli del nostro mondo. Gente che non conosco e che mi confida emozioni come si fa con un amico; gente che, evidentemente, io conoscevo male: persone che giudicavo nemici e che invece scopro essere solo avversari, come, in fondo, lo sport insegna ad essere.
Lo so che eliminare i campioni di Spagna è stata un'impresa, ma mi sto rendendo conto che è più grande di quanto avessi immaginato.
Non è stata solo una vittoria nostra; può sembrare banale, ma è stata davvero una vittoria di tutti noi.
Non è stata solo la vittoria sul campo contro una squadra che sembrava invincibile è stato lo splendido segnale di vitalità e coesione del nostro movimento, che non vive di profonde invidie e di gufate, ma che sa ancora emozionarsi per le vicende dei compagni di strada.
Non so in quali altri sport, in Italia, una squadra che compie un'impresa come al nostra riceva così tanti attestati di stima sincera. Troppi sport sono inquinati dall'esacerbata rivalità dove la sconfitta della rivale crea tutt'altro che dispiacere. Noi del 5 siamo diversi.
In fondo, nonostante tutto, noi del 5 siamo come in un piccolo villaggio; ci sentiamo quasi accerchiati da altre discipline che, ai nostri occhi, meriterebbero meno attenzioni di noi. Ci si conosce tutti, a volte ci si sopporta con fatica e non ci si guarda in faccia, ma nei momenti forti, felici o luttuosi, ci ritroviamo vicini gli uni agli altri.
Alla fin fine, nel nostro villaggio non esistono campanili. Al massimo, sono camini.
Grazie a tutti, con la speranza che ci siano presto altre pretesti per far festa assieme.
Stefano Zarattini