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Il salto di qualità dell’Afragola nell’anno della promozione ha il volto di Lino Somma. Un mercato da 10 in pagella, un rapporto col gruppo eccezionale e la grande sinergia con presidente, allenatore e tutto l’ambiente fanno del ds rossoblù uno dei principali artefici di questo trionfo.
Lino, ad inizio anno avevi dichiarato: obiettivo promozione in due anni.
“Era pura scaramanzia. Dal primo momento che sono stato contattato dall’Afragola l’obiettivo era finire nei primi tre posti ed io ero sicuro che avremmo detto la nostra fino alla fine. Ovviamente però non potevamo sbilanciarci più di tanto: ad inizio campionato tutti prospettavano una C1 di altissimo livello e, ricordando anche ciò che mi era successo alla Traiconet l’anno prima, ero consapevole che vincere non è mai facile”.
Non ti aspettavi un trionfo così netto.
“Credo che alla vigilia del campionato nessuno avesse pensato che una squadra avrebbe vinto con tanti punti di vantaggio. Siamo sempre stati convinti di essere forti e partita dopo partita abbiamo acquisito consapevolezza. Nelle prime giornate però non ero contento di come si esprimeva la squadra, poi dopo la sconfitta col Real S.Erasmo ci siamo compattati e i risultati ci hanno dato ragione. A mio avviso il campionato si è deciso nel girone d’andata: la vittoria di Casavatore al giro di boa ci ha permesso di portarci a +9 sulle inseguitrici, con 45 punti sui 48 disponibili che a mia memoria rappresentano un record e con vittorie nette su campi difficilissimi come quelli di Traiconet e Flegrea. Nel girone di ritorno poi non abbiamo avuto lo stesso rendimento, ma il margine è aumentato perchè anche gli altri hanno rallentato ed il fatto che eravamo così lontani gli ha forse tolto un po’ di fiducia”.
Eliminazione in coppa Italia, prima sconfitta col Real S.Erasmo, allontanamento di Onorevole: da lì in poi la squadra non si è più fermata. E’ in quella fase la svolta decisiva?
“Come ho detto in precedenza, all’inizio, nonostante i risultati positivi non ero del tutto contento. Con Onorevole abbiamo più volte cercato di ricucire il rapporto, ma ogni settimana eravamo lì a dover parlare. Qualcuno poteva pensare che allontanandolo non volessimo vincere, ma io avevo le idee chiare e i risultati ci hanno dato ragione, con 12 vittorie consecutive susseguenti a quella decisione. La squadra si è sbloccata e alcuni elementi come Palumbo e Fardello hanno avuto un exploit di rendimento. Un’altra piccola svolta è stata il rientro di capitan Giugliano in netto anticipo rispetto alle previsioni: Giovanni ha dimostrato grande forza di volontà e attaccamento alla maglia e in questo modo abbiamo recuperato un centrale, avendo poi la possibilità di prendere un pivot come Busino che ci ha garantito un ulteriore salto di qualità e che ha poi fatto i gol che ci servivano nel momento di appannamento di Paolillo e Nenè”.
E’ più forte questa Afragola o la tua Mecobil che vinse i playoff?
“La Mecobil era molto forte, ma riuscì ad esprimere tutto il suo valore in B e non in C1, un po’ come è successo al Sala Consilina quest’anno. L’Afragola invece è una squadra costruita per vincere in questa categoria ed infatti ha sfruttato tutto il proprio potenziale”.
Mister Gennarelli in trasmissione dichiarò: “Lino Somma è sempre presente anche quando c’è da spostare un bicchiere”.
“Posso solo ringraziare il mister ed il presidente, che mi hanno fortemente voluto e fatto sentire importante. Ho cercato di ripagare la loro fiducia facendo quello che mi piace: stare nello spogliatoio e forgiare i ragazzi a mia immagine e somiglianza. Vincenzo Gennarelli è un allenatore sottovalutato, che secondo me è maturato tantissimo soprattutto a livello caratteriale: è eccezionale nella gestione del gruppo, che non è mai facile quando ci sono tanti campioni. Volendo fare un’analogia con la Mecobil, credo che questo sia l’anno della mia consacrazione: dopo la scorsa stagione in cui ho imparato tanto sia alla New Team che alla Traiconet, qui ad Afragola la vittoria ha un sapore particolare perchè la sento mia, e trionfare è stato bello quanto alla Mecobil, la squadra del mio cuore e della mia città”.
Chi è il giocatore che secondo te ha maggiormente inciso sulla vittoria finale? Chi invece quello che magari non conoscevi e ti ha sorpreso?
“Il campionato l’abbiamo vinto nel girone d’andata e in quella fase i giocatori che hanno inciso di più sono stati Attanasio e Paolillo. Mario ci ha aiutato spesso a sbloccare le partite in casa, dove le caratteristiche del nostro campo ci penalizzano ed infatti le migliori prestazioni le abbiamo fatte in trasferta. Per quanto riguarda le sorprese, Palumbo non lo è perchè già lo conoscevo e sapevo che era fortissimo, ma mi ha impressionato la sua continuità così come quella di Fardello e Righi. Il contributo di questi “gregari” è stato fondamentale”.
Conoscendoti sappiamo che sei già al lavoro per il prossimo anno. Di quanti e quali innesti ha bisogno questa squadra per essere competitiva anche in B? Ranieri, Iazzetta e Francesco Russo sono nomi che già circolano…
“In questo momento la nostra priorità è il campo da gioco, non c’è stato alcun contatto e non lo dico per smentire le voci di mercato. Per ora ci godiamo la promozione ma sono già concentrato sulla questione struttura. Inoltre fare il mercato l’anno prossimo non sarà facile, viste le restrizioni dettate dalle regole federali in rapporto al numero degli under. La base è già buona, dobbiamo sederci col presidente e per capire i suoi programmi: la nostra idea è allestire un gruppo di italiani per un campionato tranquillo, con un paio di innesti importanti e tre, quattro under di buon livello. Alcuni di questi li ho già individuati, darò fiducia a giocatori che quest’anno sono in C1. Cercheremo poi di piazzare in coda un colpo importante ma sempre in linea con i nostri parametri: qui c’è un presidente che mantiene gli impegni e che sa ricoprire il suo ruolo, con poche parole e fatti concreti. Prenderemo dei “cagnacci”, giocatori rognosi, perchè l’obiettivo è la salvezza, ma la priorità è sempre quella di avere a che fare prima con uomini veri e poi con calcettisti, così come abbiamo fatto per i tre acquisti di quest’anno”.
A chi va la tua dedica?
“Quella principale sicuramente alla mia famiglia, che sopporta il mio impegno nel calcio a 5. Poi al presidente e al mister che hanno creduto in me, e ai tifosi che ci seguono ovunque. La quarta dedica è ai ragazzi, anche quelli che sono andati via perchè anche loro hanno contribuito alla promozione. Senza nulla togliere agli altri, voglio ringraziare i miei tre moschettieri Stiano, Busino e Attanasio: hanno dimostrato che i soldi non sono tutto, mi hanno seguito ad occhi chiusi e questo mi rende orgoglioso perchè mi fa capire che è la vittoria del mio modo di comportarmi. Con un pizzico di polemica dedico la B anche a chi non ha creduto in me, perchè c’è ancora chi dice che l’Afragola non è la squadra più forte nonostante l’abbiamo ampiamente dimostrato. A chi mi ha richiesto per il prossimo anno, dico grazie perchè questo mi gratifica, ma sono troppo riconoscente a questa società che mi ha fatto sentire a casa mia e ritengo di dover dare ancora qualcosa all’Afragola. Ringrazio infine il nostro staff e in particolare Emmanuele Medugno, mio fedelissimo dai tempi della Mecobil, fondamentale nel rapporto coi giocatori. Come dice il mio maestro Crescenzo Falcone, nulla può dividere ciò che lo sport unisce”.