Non solo i giocatori, non solo l’allenatore, non solo i vertici societari. Dietro il successo dell’Afragola c’è un lavoro oscuro ma fondamentale, quello dei dirigenti al servizio della squadra, che come laboriose api operaie hanno svolto il loro compito senza far mancare nulla ai protagonisti del trionfo. I tre nomi principali che rispondono a questo identikit in casa rossoblù sono quelli della memoria storica Gaetano Montefusco, del “ragioniere” Vincenzo Femiano e dell’ultimo arrivato Emmanuele Medugno. Storie diverse che vanno ad intrecciarsi in un epilogo comune. Montefusco è l’unico dirigente dell’attuale quadro societario che ha fatto parte della vecchia Afragola di Romanucci: “Quando approdai lì eravamo già nei campionati nazionali. Qui invece ho cominciato l’avventura in serie D e insieme al mister ne abbiamo passate tante… Sono emozioni diverse, quest’Afragola la sento più una mia creatura”. E alla Futsal ha trascinato anche Femiano: “Sì -conferma il “ragioniere”-, è stato Gaetano a coinvolgermi in questa avventura e anno dopo anno la passione è cresciuta sempre più. Il mio primo pensiero dopo la promozione va ai giocatori che non fanno più parte del gruppo, perchè tutti sin dalla D hanno reso possibile questo traguardo”. I due sono inseparabili: “Uno come lui ci voleva -dice Montefusco- perchè si occupa di tutti i “guai”. Senza di lui mi sentirei un po’ a disagio, è come un fratello minore”. Femiano riavvolge il nastro e racconta un aneddoto: “Ricordo una frase del direttore Fabio Morra che, vedendo Gaetano alla Futsal Afragola dopo averlo conosciuto alla storica Afragola, lo salutò dicendogli: “Uè storico!”. E’ il mio mentore, ma è ora di dire che l’allievo ha superato il maestro… scherzo ovviamente”. All’inossidabile coppia, quest’anno si è aggiunto il giovane Emmanuele Medugno, che con dedizione e presenza costante si è guadagnato l’affetto di tutto l’ambiente. Medugno è un fedelissimo di Lino Somma, con cui aveva già conquistato una promozione alla Mecobil: “Ma qui mi sono sentito più partecipe -sostiene Medugno-. Sono state due esperienze bellissime, alla Mecobil conoscevo tutti mentre qui no, ma mi hanno fatto sentire a casa mia e per questo devo ringraziare Lino e mister Gennarelli. Coi ragazzi ho instaurato un rapporto fantastico”. Per uno juventino come Emmanuele non deve essere stato facile “scalzare” dalla panchina due tifosi azzurri come Montefusco e Femiano: “Non mi hanno fatto pagare nessun pegno, anche se spesso mi prendono in giro dicendo voglio imitare Lino Somma e mister Gennarelli”. Montefusco invece svela i suoi piani: “Un pegno per avermi “rubato” il posto in panchina? Magari gli farò un bagno… Scherzi a parte, tutti sanno quanto mi ha fatto male non poter essere sempre presente per motivi familiari e lavorativi, sono contento che Emmanuele abbia preso il mio posto perchè ci mette tanta passione”. Sempre a proposito di pegni, Femiano sfila la maschera e rivela le torture a cui il giovane “collega” bianconero è stato sottoposto: “Togliere il posto in panchina gli è costato parecchi “forza Napoli” e “il Pocho è più forte di Del Piero”. Al di là di tutto, non ho potuto essere sempre al fianco della squadra per un infortunio ai legamenti e poichè l’Afragola è una società meritocratica è giusto che Emmanuele, che ci ha messo tanto impegno, vada a sedersi in panchina il sabato”. Montefusco, Femiano, Medugno: sono loro i tre tenori silenziosi dell’Afragola.