Per la prima volta da quando è iniziata l’epidemia Coronavirus, Cosimo Sibilia è scettico. Il presidente della Lega Dilettanti, in diretta su RaiSport, è stato molto lucido e diretto nell’esporre il suo pensiero che è differente dai giorni precedenti, in cui era apparso sempre fiducioso e ottimista sulla ripresa dei campionati dilettantistici: una certezza ed una sicurezza per quanti vorrebbero riprendere a giugno. Dopo la conferenza stampa di ieri di Giuseppe Conte ed il protocollo sanitario da rispettare, espostogli dal Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, il massimo responsabile di un mondo che conta milioni di persone in Italia inizia a pensare all’idea di fare quello che mai avremmo voluto fare: bloccare definitivamente la stagione.
“Non ci sono attualmente le condizioni per rispettare un protocollo che permetta alle competizioni della Lega Nazionale Dilettanti di riprendere. Aspettiamo un ulteriore documento, così come un contributo dal Governo verso il nostro sistema, che conta al suo interno un milione di tesserati“: confida così Sibilia con un volto corrucciato ai microfoni della Rai. Andando anche allo scontro verbale con il presidente della Lega Pro Francesco Ghirelli, con i ministri Roberto Speranza (Salute) e Vincenzo Spadafora (Sport), fino ad ora egli ha sempre adottato la linea del ‘si riprende’, amante dei verdetti decisi dal campo ed onde evitare due aspetti: la delusione di milioni di appassionati e il caos di ricorsi che attende in estate la burocrazia sportiva.
In questo momento la salute viene prima di tutto e, di fronte a ciò, anche il più integralista di coloro che vogliono rivedere il calcio giocato sta pensando ad alzare bandiera bianca contro il Coronavirus: “Il pericolo che il calcio dei dilettanti non riparta come dovrebbe è concreto, mettendo a rischio tanti giovani e tante società: ci appelliamo al Governo affinché ci possa stare vicino e darci la possibilità di ricominciare, ma solo con la sicurezza dal punto di vista sanitario“.
Cosimo Sibilia sa di avere in mano la responsabilità di milioni di calciatori, e quindi delle loro famiglie, ed è consapevole di non poter sbagliare. La decisione non è semplice per nessuno, il Coronavirus è un nemico troppo forte per un movimento che, purtroppo, non ha le condizioni per rispettare il protocollo. Ma se anche Alexander Ceferin, presidente della Uefa, oggi ha per la prima volta aperto alle ipotesi di sospendere i campionati, definendo le classifiche così come sono (dopo aver criticato aspramente il Belgio), significa che anche ai vertici alti sta paventando la triste idea di mettere fine alla stagione 2019-2020.
Se anche i big del colosso europeo calcistico, i più integerrimi, sono spaventati dal Covid-19, perché Cosimo Sibilia non dovrebbe essere scettico e prendere una decisione difficile, non da lui, ma obbligata per la salute di tutti?
Il calcio è la passione di milioni di persone; preservare la salute di chi lo esercita, dal punto di vista professionistico e dilettantistico, è un dovere per chi lo governa. Dovere contestato nel breve da una parte dei club ma volto a garantire la ripartenza ed il futuro, senza morti sulla coscienza.
Fonte: sportcasertano.it