A Quelli che… il calcio il "quindicione" (premio metaforico) viene assegnato ogni settimana dalle "schedine", le ballerine di Simona Ventura a qualcuno. Bene, questa domenica lo diamo noi virtualmente all'Isef dopo le 15 vittorie consecutive che l'hanno portato in serie A2.
Bisogna partire da una X. Quella che per una voglia di giustizia si consumò nell'estate più lunga dello sport italiano e ne fu protagonista l'Isef. Fece intervenire l'Ufficio Indagini per una presunta irregolarità su una partita e la sentenza fu pubblicata addirittura a dicembre. I gironi di C2 e serie D furono stilati appunto con una X, senza che l'Isef sapesse a quale campionato partecipare. Una barzelletta, con le altre due squadre scomparse poiché mai più iscritte l'anno successivo e l'Isef condannata a gennaio a disputare il campionato di serie D dove vinse tutte le partite giocando il mercoledì e il sabato. E il povero presidente Boccia oltre al danno ebbe anche la beffa e si beccò tre mesi di squalifica. Sembra ieri. Ma c'era già la mentalità di voler fare le cose in grande, cercando di costruire sempre organici in grado di partire con i favori del pronostico. Si sceglie di scalare una categoria e si ricomincia dalla C1 perché c'è voglia di entrare nel calcio a 5 che conta. Questa è storia recentissima.
L'Isef è destinata a soffrire e così il traguardo per la B arriva attraverso la strada più impervia, quella coppa Italia che premia il team di Atronne solo nei tempi supplementari della sfida di ritorno con il Montecastelli. Sempre con il brivido. E si arriva a questa stagione, la prima tra i campionati nazionali. La società affida la gestione tecnica ad un brasiliano, Peri Fuentes, sponsorizzato da un suo giocatore, Maicon Cavalli. Arrivano i fratelli Villalba, era stato preso l'anno prima un certo Lino Suarato, altri innesti di spessore, la scommessa del portiere Valdano e parte del gruppo confermato. Ma c'è qualcosa che non va. Alcuni giocatori decidono di cambiare aria come Benincasa ed Esposito e l'ultima follia del club si chiama Salas, il capocannoniere del campionato di serie A col Napoli, prima del fallimento. Con lui anche il bravo Galinanes. Insomma, tutti i presupposti per stracciare il campionato. Ed invece si sbatte contro un muro, la partita col Potenza, nella gara di andata, mostra la cruda realtà di una squadra forse costruita male, con qualche lacuna incolmabile. Tutto sbagliato. Inizia la rivoluzione, matura la convinzione di essere i più forti, di poter dettare legge in campo e partita dopo partita, vittoria dopo vittoria, l'Isef vola, diventa l'antagonista numero uno di quel Fasano che non molla un attimo fino ad un'altra X. Questa volta benedetta. E'il pareggio tra Scafati e Fasano che fa scattare il sorpasso in testa a tre giornate dal termine, quello che spiana la strada della promozione in A2, un'altra, ormai un'abitudine a non associarsi ad una categoria.
Capacità, fortuna, bravura, programmazione, stile. L'Isef è una società modello, non immune dalle difficoltà che il mondo del calcio a 5 può presentare, quelle che in misura più o meno simile hanno tutti. Non è facile strutturare un'organizzazione che porta avanti il calcio a 5 in tutti i suoi settori, sempre con la voglia di essere in prima fila. Antonio e Peppe Boccia, che sono i front-men di questa realtà, hanno meritato ancora il palcoscenico della vittoria nella speranza, come diciamo sempre, che il biglietto da visita della Campania ogni anno possa regalarci sempre emozioni con tutti i club che ci rappresentano.