Correva l’anno sportivo 2004-05 quando nessuna campana disputò il massimo campionato di calcio a 5. Una circostanza che, a distanza di tanto tempo,si ripete per la prossima serie A, al via in questo fine settimana. Finita l’era Gentile e del suo Napoli, spariti il Marcianise di Carlo Sparaco, la Napoli Barrese di Nino Pappalardo e il Napoli Vesevo di Edoardo Cardillo. Tutte esperienze fallite. Motivi di natura economica soprattutto, ma anche scarse capacità organizzative. Se poi ci mettiamo le inutili rivalità porta a porta, il risultato è che nessuno ha mai pensato di costruire un club forte che potesse rappresentare la nostra regione in alto. Ci sono arrivati in ritardo ed infatti alcuni li ritroveremo ai nastri di partenza in serie A2.
Il ribattezzato Napoli calcio a 5 è frutto di 4 diverse realtà sommate nel tempo: Macerone, Pianura, Bagnolese e Vesevo; il Napoli Ma. Ma. Futsal, lo dice il nome siglato, è un progetto espressione di altre due città, Marigliano e Marcianise, ma ha coinvolto anche l’ex patron della Barrese. Lo Scafati Santa Maria è una nuova arrivata, guidata dalla passione del presidente onorario Luigi Longobardi e ha il sostegno di innumerevoli dirigenti. A chiudere l’Orange Passion che nasce dalle ceneri dell’Isef, un cantiere ancora aperto, con il presidente Antonio Boccia che ha grande voglia di ricominciare e rimettersi in gioco.
Oggi parte la B dove c’è il punto interrogativo della Paganese, già alle prese con le dimissioni del fac-totum Vincenzo Paolillo in rotta di collisione con le istituzioni che non lo sostengono e la neopromossa Sala Consilina. La società di Antonio Detta è dovuta però emigrare a Capriglia per trovare un palasport idoneo agli standard della cadetteria. Tanti club spariti, molti dirigenti riciclati: questo sport ha grandi potenzialità, ma resta sempre col punto interrogativo.
Fabio Morra – Gazzetta dello sport del 24/09/2011
