E’ una delle icone del futsal nazionale, un professionista serio che con passione e dedizione cerca di migliorare le giovani promesse del calcio a 5 italiano sia sotto il profilo sportivo che umano:Raoul Albani è il c.t. della Nazionale Under 21. Classe ’57, il trainer romano ha iniziato la propria carriera agonistica nel mondo del calcio, arrivando a disputare un campionato di Serie B con la casacca della Lazio e diverse stagioni tra C1 e C2 conLatina e Frosinone. A 26 anni decide di convertirsi al futsal, disciplina che gli ha consentito di togliersi innumerevoli soddisfazioni, tra le quali la partecipazione al primo Mondiale di calcio a 5 targato FIFA svoltosi nel1989 in Olanda. Appese le scarpette al chiodo, agli inizi degli anni ’90 intraprende la carriera da allenatore, guidando compagini prestigiose come Cesena, Polizia Penitenziaria e Perugia. Dal 2009 siede sulla panchina dell’Under 21.
Nelle sue ultime convocazioni erano presenti Bellobuono e Canneva del Napoli C5. Quali tra le caratteristiche dei due calcettisti l’hanno spinta a selezionarli per il doppio match contro il Portogallo? “I due azzurri sono con la Nazionale Under 21 ormai da tempo e stanno continuando un percorso di crescita che spero li porti molto in alto. Le loro caratteristiche tecniche sono diverse trattandosi di un portiere e di un giocatore di movimento, ma quello che li accomuna è la professionalità e la determinazione nel raggiungere gli obbiettivi prefissati”.
Lei segue da vicino anche il classe ’96 Murolo, da pochi giorni infortunatosi e costretto a star fuori per almeno 3 mesi. Pensa che il giovane laterale sia pronto per una chiamata ufficiale? “Mi dispiace per l’incidente accorso al talento del Napoli, ma credo che anche se temporaneamente tutto ciò lo limiterà nella crescita professionale, il suo percorso potrà essere sempre importante se continuerà ad impegnarsi lavorando quanto serve. Dipende tutto da lui: ha tutte le potenzialità per far bene”.
Un’altra colonna della sua Nazionale è Arillo della Partenope C5, seconda compagine della città di Napoli attualmente militante in A2. Secondo lei il campioncino nero-oro ha le qualità per ambire in futuro alla Nazionale maggiore? “Attilio col sottoscritto ha avuto alti e bassi, ma a sprazzi ha fatto intravedere delle potenzialità notevoli. Le sue qualità tecniche sono indiscutibili. Deve essere più costante. Negli ultimi tempi sta giocando con continuità: è questa la strada giusta”.
Secondo lei i naturalizzati sono indispensabili per mantenere alto l’onore dell’Italia a livello internazionale o è possibile ben figurare anche con i giocatori nati nel “Bel Paese”? “Credo che gli oriundi, per tanti di loro forse non è più il caso di chiamarli così visto che sono ormai tanti anni che vivono da noi, siano un valore aggiunto, ma non bisogna trascurare i ragazzi nati in Italia e formati dai nostri club. Dipende molto dalle società stesse quanto questo sia possibile: se investiranno nella loro crescita e quindi nei settori giovanili tutto sarà più semplice. Al momento siamo in una fase che ancora non ci permette di mettere in campo una Nazionale di soli nati in Italia in grado di ben figurare in campo internazionale. Questo è un dato di fatto e l’indirizzo della Divisione è quello di puntare su di una crescita che permetta di avere a breve scadenza il maggior numero di questi nell’ambito della Nazionale maggiore. Per quanto riguarda l’Under 21, sono ormai anni che portiamo avanti un progetto che ha come obiettivo quello di far crescere i ragazzi nati in Italia, sperando sempre di essere supportati in questo dai club”.
Per concludere, pensa che Milucci & Co. siano ancora in grado di raggiungere la salvezza nonostante una partenza rallentata in campionato? “Il campionato è molto equilibrato quindi niente è perduto. Siamo ancora in una fase dove il recupero delle posizioni di classifica è alla loro portata: devono solo crederci”.