Tre napoletane in serie A, tre napoletane ai play off scudetto. Un traguardo strepitoso che arriva nel momento più difficile per il calcio a 5 campano e nazionale. Per lo sport in genere, per gli imprenditori, per le aziende, per tutti coloro che fanno investimenti importanti in un contesto ancora troppo dilettante. C'è da festeggiare, è vero. Sportivamente è un obiettivo sontuoso quello raggiunto, frutto di tanti anni di sacrifici che i presidenti fanno attorno alla macchina organizzativa del calcio a cinque. C'è chi è arrivato sette anni fa come Marcello Gentile, rilevando lo Stabiamalfi, c'è chi ha iniziato dalla serie D come Nino Pappalardo con la sua Barrese, c'è chi ha rilevato un titolo di A2 come Edoardo Cardillo e il suo Napoli Vesevo dopo la frattura proprio con la Barrese. Rapporti che sono passati da formali a insanabili. Per alcuni. Ognuno per la sua strada, sembra questa l'intenzione, una strada che non si sa dove possa andare quest'anno. E il perché è spiegato nelle prime righe. Sponsor e soldi non sono quelli di qualche anno fa e diventa sempre più difficile portare fieno in cascina. Certo è che per questi presidenti ci vorrebbe davvero la palma d'oro, e non solo in serie A, perché oggi avere una squadra di calcio a cinque non è uno scherzo o un passatempo a poco prezzo. Cosa accadrà? Del doman non v'è certezza. La parola programmazione è importante, ma in un momento di crisi così netta, potrebbe non essere sufficiente. Ridimensionamento. Potrebbe essere l'ancora di salvataggio per chi volesse restare a galla. Ma contemporaneamente c'è la voglia di non fare le comparse. Insomma, da un lato i problemi, dall'altro il desiderio di essere competitivi. Poi le promesse di chi dovrebbe contribuire a volte, troppe volte, disattese. E' il caso di fare bene i conti. Questi presidenti meritano rispetto e speriamo, ci auguriamo per il bene del movimento che riescano a trovare tutte le risorse necessarie per portare avanti le loro idee, i loro progetti. Non credo si siederanno al tavolo di una trattativa comune, perché almeno in un caso emblematico è evidente che non corre buon sangue. C'è un futuro da scrivere, c'è una storia da raccontare, quella di tre napoletane in serie A. Lo speriamo.