Ci ha colpito il saluto di Sergio Romano alla Feldi Eboli. Ne abbiamo sempre apprezzato le qualità di giocatore, lo spessore enorme dell’uomo, ma al Sud si sa, come disse il buon Luciano De Crescenzo, siamo uomini d’amore. E quando un commiato diventa attenzione ai particolari è giusto tratteggiarne le sfumature che lo hanno reso un po’ più nostro. Napoli Amore Mio, fu una bellissima lettera scritta da una ragazza trevigiana il giorno che dovette lasciare la città dopo averla vissuta intensamente, dopo aver sconfitto tutti quegli odiosi luoghi comuni che esaltano solo il pregiudizio. Chi non la ricorda può farlo leggendo qua LA LETTERA. E allora non bastavano le parole di circostanza, quelle che sentiamo solitamente per un addio, quel ringraziamento formale al quale siamo abituati. No, serviva altro, perchè se ricevi amore, se le tue giornate sono spesso caratterizzate dal… pigliammece nu cafè, vi serve qualcosa? Nun ve mettit scuorn, state a casa vostra, stu fatt si sistema… se diventa famiglia uno sguardo, il tuo vicino, questa cosa ci piace assaie. E non è invadenza, è calore umano, è disponibilità, è abbraccio.
Queste le parole social di Romano
E si, ci siamo, ogni storia ha un inizio e una fine e anche se l’ultimo giorno di un viaggio diluvia non si può dimenticare quanto è stato bello il percorso.
Inizio dal ringraziare tutta la società Feldi Eboli e davvero tutte le persone che ne fanno parte per questi 4 anni fantastici, fatti di soddisfazioni e nuovi traguardi raggiunti.
I nostri fantastici tifosi e tutti gli appassionati che ci hanno accompagnato durante tutto il tempo.
Non posso fare nomi perché rischierei di scordare qualcuno, faccio una sola menzione a l’artefice di tutto questo, oltre che un grande presidente soprattutto una bella persona, di quelle vere e pulite, io e la mia famiglia non dimenticheremo mai tutto quello hai fatto per noi!
È stato per me un onore e un orgoglio aiutare la Feldi in questi anni a crescere e a diventare la realtà che è ora, avrei voluto in tutti i modi conquistare qualcosa, perche questa realtà lo merita davvero, ma lo sport è così, bisogna accettare e continuare a provare con la consapevolezza e la coscienza pulita di aver lasciato sempre tutto in campo.
Ora la città, perché 4 anni non sono solo un pezzo di carriera ma una parte di vita.
Sono arrivato con una nana di 6 mesi e vado via con due bimbe e la più grande che parla mezzo in dialetto.
Qui ovviamente non ringrazierò gli amici conosciuti, non serve, perché quelli resteranno per sempre.
Al contrario voglio mandare un abbraccio a tutte le persone che fin dal primo giorno ci hanno fatto sentire a casa, gente in fondo sconosciuta che ci ha sempre dimostrato affetto, magari chiedendoci come ci trovavamo e se avevamo bisogno di qualcosa.
In una società che va sempre di corsa ad Eboli non funziona così, c’è sempre tempo per un caffè e per sapere come vanno le cose e se c’è un problema, una soluzione, in qualche modo si trova.
Il sud è così, ed è vero che dei problemi ci sono, ma se nel 2022 c’è ancora gente che ne parla con discriminazione e cavolate varie probabilmente non è mai passato da queste parti.
Forse la prima settimana abbiamo fatto pure fatica a capire dove eravamo finiti, il fatto è che dalla seconda ci avete fatto sentire ebolitani e una parte di noi lo sarà per sempre!
Vi vogliamo davvero bene e ci vediamo presto.
Famiglia RR