Caro Menichelli, non so se ridere o piangere per quanto accaduto ieri in merito a questo presunto scoop che avrei fatto e tanto le ha dato fastidio a tal punto da meritarmi una sua corsa al termine della gara Isef-Modugno, alla quale ha partecipato come spettatore, con dito puntato per spiegarmi come devo svolgere la mia professione di giornalista. Probabilmente lei è abituato alle interviste ovattate, marzulliane o minzoliniane, magari con un bel si faccia una domanda e si dia una risposta e a rispettare quel famoso protocollo che mi ha decantato e che il sottoscritto non avrebbe seguito alla letterina andando a cogliere qualcosa che l'ha disturbata.
Io so benissimo che significa la parola rispetto del lavoro altrui, tant'è che ho il privilegio nel dire di avere buoni rapporti con il suo Ufficio Stampa che sarebbe quello della Divisone calcio a 5 al quale mi rivolgo tranquillamente come lei ha fatto per concedersi ai giornalisti campani. Deve sapere che oltre ad allenatori bravi e capaci come lei, in grado di insegnare calcio a 5 come tanti ragazzi mi hanno detto partecipando alle sue lezioni, all'altezza sicuramente di pilotare una macchina difficilissima come la Nazionale italiana in un periodo storico in cui le hanno chiesto di invertire la rotta, ecco, deve pensare che ci sono anche giornalisti professionisti che si fanno un mazzo così da 12 anni per promuovere il futsal, come il sottoscritto e tantissimi altri colleghi, senza i quali il calcio a 5 sarebbe solo un organo di riferimento istituzionale. Ed io non consento a nessuno, nemmeno al c.t. della Nazionale di venirmi a dire quello che devo o non devo fare. Mi posso anche scusare come ho già fatto per il modo con cui ho dovuto per forza di cose strapparle quell'intervista, ma adesso le spiego come si fa il giornalista e cosa sarebbe stata quella situazione paragonata in un contesto mediatico di rilevanza diversa, per esempio calcistica.
Se un giornalista si accorge della presenza del commissario tecnico della Nazionale italiana sulle tribune di un campo e ha una telecamera che nel frattempo sta riprendendo una partita, cosa fa? E' molto semplice, comunica al suo operatore di ripresa di andare a pescarlo con l'obiettivo. Se poi lo stesso giornalista si accorge della presenza di un presidente di una squadra, il Napoli Vesevo, il signor Edoardo Cardillo, che neanche una settimana prima aveva formulato nei suoi confronti una pesante accusa, cosa fa? Avvisa l'operatore di ripresa per cercare di filmarli insieme. Poi cosa accade: finisce il primo tempo della sfida tra Isef e Modugno, lei va a prendersi un caffè e la stessa cosa fa anche il presidente del Napoli Vesevo, Edoardo Cardillo. Bisogna agire in uno spazio di tempo breve avendo una sola telecamera a disposizione, perché è difficile nel caos del post partita pensare di ritrovare lo stesso scenario. Allora si chiama il cameraman, si accende il microfono e si convince al volo l'avvocato Cardillo per una dichiarazione, mettendo lei alle spalle da sfondo, facendogli ribadire quelle che sono state le accuse nei suoi confronti. Poi, cercando di fare tutto inevitabilmente di fretta (sta per iniziare il secondo tempo e ho solo una telecamera), si cerca di avvicinare lo stesso presidente a lei con molta cortesia per provare a sentire dalla viva voce dei protagonisti un parere in merito ai fatti raccontati. E' indubbio che tutto questo a lei abbia dato fastidio, come ha dato fastidio per un anno la domanda fatta da mezza stampa italiana a Lippi, di vedere Cassano e Balotelli nella Nazionale. Con il dovuto paragone.
Ora le chiedo: se io fossi andato in Rai, Sky o Mediaset perché il calcio a 5 magari era in prima serata con un programma e il sottoscritto era un inviato; se avessi portato quel materiale, quell'intervista fatta in quel modo, credo che i miei presunti superiori mi avrebbero dato pacche sulle spalle e fatto i complimenti perché, sia chiaro, senza offendere o aggredire nessuno col microfono, ho strappato un bel confronto dopo quella clamorosa e fortissima polemica. Ora, visto che sono solo il direttore di me stesso e questa intervista la vedranno solo i tanti appassionati di calcio a 5 che ci seguono, sa cosa le dico? I complimenti me li faccio da solo. Perché io non faccio il leccaculo per strappare una sua parola, faccio il mio mestiere da vent'anni con la stessa passione con la quale lei allena e sono un professionista e, con la stessa passione, quando lei verrà con la Nazionale italiana in Campania, io mi farò in quattro per promuovere l'evento attraverso tutti i miei canali di comunicazione e con la Gazzetta dello Sport, giornale con il quale ho il privilegio di collaborare. E allora quando la Divisione calcio a 5 mi assumerà e io sarò solo il portavoce istituzionale del calcio a 5, farò quello che lei mi chiede con tutti i protocolli che vuole, ma adesso le chiedo "scusa" solo per un motivo, quello di aver fatto il giornalista.