Riceviamo e pubblichiamo
Dopo aver letto sul suo sito le parole del Presidente De Candia il quale, nell'intervista rilasciata al termine della gara di ritorno dei play out di Serie C1, che ha sancito la retrocessione del Napoli Arpino, accusa il sottoscritto ed altri 3 miei compagni di aver abbandonato la squadra nel momento topico, devo dire che sono rimasto oltre che offeso come giocatore anche molto offeso come uomo e ciò da un servo di Dio proprio non me l'aspettavo e neanche credo di essermelo meritato. Preciso che il mio approdo alla società del Napoli Arpino avviene l'estate scorsa al termine di un periodo di convalescenza dovuto all'operazione subita al ginocchio e la mia società, il Marigliano di Oranges, di comune accordo pensò di farmi fare una anno di C1 giocando molto piuttosto che 8 mesi in A2 dove il minutaggio a mia disposizione sarebbe stato molto ridotto dovendo ancora completare la fase di recupero post infortunio. Credo di aver dato sempre tutto sin dalle prime battute e di non essermi mai risparmiato e di non aver mai creato polemiche nonostante i molti cambiamenti ai quali siamo stati costretti e di aver avuto sempre rispetto dei dirigenti, dei tecnici e dei compagni. Purtroppo, e lo dico con molto rimpianto, proprio quando stavo giocando tanto e la mia condizione era ormai tornata quella di 2 anni orsono, cioè quando calcavo i campi dell'A2 , ho dovuto fare i conti con i gravi problemi di salute che colpivano mio padre alle prese con ischemia celebrale ed infarto. Non potevo certo lasciare solo mia madre e tutta la mia famiglia e correre dietro ad un pallone mentre mio padre combatteva la sua malattia. Per le predette cause non ho potuto allenarmi con continuità e partecipare attivamente alla fase finale del campionato e non ho potuto dare il mio contributo per ottenere la salvezza. Credo quindi che l'intervento del presidente De Candia sia innanzitutto fuori luogo ed irrispettoso ed invece di consigliare altri presidenti di non ingaggiare mai, ne il sottoscritto ne altri miei compagni accusati chiaramente della retrocessione perché non affidabili, farebbe meglio a starsene zitto o quanto meno a riflettere sui suoi tanti errori perché le colpe, come sempre accade in questi casi, vanno divise tra quanti hanno partecipato alla stagione dal primo all'ultimo istante, e chi ha il comando di solito ne ha sempre qualcuna in più! La ringrazio per avermi dato la possibilità di difendere il mio buon nome e di replicare a questa ingiusta accusa che per fortuna mio padre ha ancora la possibilità di leggere…ed è questo l'aspetto positivo di tutta la storia, tutto il resto lascia il tempo che trova.
Lello Cretella.
Naturalmente chiunque si senta chiamato in causa ed il presidente del Napoli Arpino, Federico De Candia, qualora lo volessero, hanno tutto il diritto di replicare alle parole del calcettista.